
La COP29 si è chiusa con un nulla di fatto, lasciandoci con la sensazione amara di aver assistito all’ennesima occasione persa. Ma forse il vero problema non è il fallimento dell’evento in sé, bensì la nostra incapacità collettiva di guardare in faccia i dati e agire di conseguenza. Perché, diciamolo chiaramente: il pianeta non aspetta che le buone intenzioni si trasformino in politiche concrete.
Partiamo dai numeri, che non mentono mai. Nel 2023 il consumo energetico globale ha raggiunto i 619,6 Exajoules (EJ), un aumento di 12,3 EJ rispetto all’anno precedente. E di chi è la colpa—o, se preferite, il merito? Della Cina, che da sola ha assorbito quasi tutto l’incremento globale, passando da 160 a 170 EJ. Nel frattempo, USA e UE hanno ridotto i loro consumi, dimostrando che tagliare si può, ma non basta se qualcun altro continua ad aggiungere.
E qui arriva il punto dolente: l’energia fossile. Nel 2023, la crescita dei consumi energetici globali è stata alimentata per 7,4 EJ da fonti fossili e per 4,9 EJ da fonti non fossili. Sì, le rinnovabili stanno crescendo, ma non abbastanza velocemente da sostituire petrolio, gas e carbone. Il caso della Cina è emblematico: mentre le rinnovabili sono aumentate di 2,8 EJ, il carbone è cresciuto di ben 4,1 EJ. Morale della favola? Non stiamo sostituendo, stiamo aggiungendo.
E non parliamo di consumo pro capite. Gli Stati Uniti rimangono i leader mondiali dell’eccesso, ma la Cina li sta raggiungendo. Nel 2023, il consumo energetico pro capite cinese ha superato quello italiano e si è avvicinato ai livelli medi europei. Una crescita economica impressionante, certo, ma che viene a un prezzo altissimo in termini di sostenibilità.
Il nodo politico: tra retorica e realtà
Ma cosa ha davvero mandato a rotoli la COP29? Da un lato, l’ormai cronica assenza degli Stati Uniti, complici le politiche climatiche negazioniste di Trump, tornato al potere. Dall’altro, un sistema che continua a trattare la Cina come un paese in via di sviluppo, esentandola dai contributi economici per aiutare i paesi più poveri nella transizione energetica. Il risultato? Uno stallo prevedibile, con l’Europa lasciata da sola a fare da baluardo di una sostenibilità che nessuno sembra davvero voler finanziare.
È evidente che, senza una revisione della definizione di “paese sviluppato” e senza un impegno congiunto delle grandi potenze, gli accordi internazionali sul clima sono destinati a rimanere pura teoria. Intanto, però, le emissioni di CO2 continuano a salire, e le temperature non si fermeranno per aspettare che ci mettiamo d’accordo.
Non servono eroi, servono soluzioni
E ora? Ora bisogna smetterla con gli slogan vuoti e iniziare a fare sul serio. Non serve l’ennesima Greta Thunberg a scuotere le coscienze; serve un esercito di persone che sappiano cosa stanno facendo. Ingegneri, chimici, biologi, informatici, statistici, fisici: chiunque abbia voglia di sporcarsi le mani con la scienza e affrontare questo problema complesso e multidisciplinare.
Studiate, specializzatevi, diventate gli esperti di cui il mondo ha disperatamente bisogno. Le tecnologie esistono: dalle rinnovabili al nucleare, dall’efficienza energetica alla cattura del carbonio. Ma hanno bisogno di persone competenti per essere sviluppate, migliorate, implementate su larga scala.
La COP29 sarà pure un fallimento, ma ci lascia un messaggio chiaro: il cambiamento non verrà dall’alto, ma da chi è disposto a fare la differenza con conoscenza e impegno. Se vogliamo davvero un futuro sostenibile, non possiamo aspettare che qualcun altro lo costruisca per noi.
(Giulia Remedi)
Prompt:
COP29: Mentre assistiamo al sostanziale fallimento della COP 29, esaminiamo alcuni dati significativi. Secondo il database dell'Energy Institute, nel 2023 il consumo energetico globale ha raggiunto i 619,6 Exajoules (EJ), con un aumento di 12,3 EJ rispetto ai 607,3 EJ del 2022. Questo incremento non è stato uniforme: mentre l'UE e gli USA hanno ridotto i consumi, la Cina li ha aumentati significativamente, passando da circa 160 a circa 170 EJ. Questo aumento di 10,5 EJ rappresenta quasi tutto l'incremento globale, indicando che altri paesi hanno ridotto i loro consumi. L'aumento dei consumi energetici non implica necessariamente un aumento delle emissioni di CO2, poiché dipende dalle fonti energetiche utilizzate. Le fonti fossili (carbone, petrolio e gas) emettono CO2, mentre le fonti non fossili (rinnovabili, nucleare e idroelettrico) non lo fanno. Nel 2023, l'aumento di 12,3 EJ è stato suddiviso tra un incremento di 7,4 EJ dalle fonti fossili e di 4,9 EJ dalle fonti non fossili. Tuttavia, mentre l'UE e gli USA hanno ridotto l'uso delle fonti fossili e aumentato leggermente le rinnovabili, la Cina ha aumentato entrambe le categorie. Nonostante la Cina abbia sviluppato significativamente le rinnovabili (+2,8 EJ), questo aumento è stato superato dall'incremento del carbone (+4,1 EJ). Di conseguenza, il contributo delle fonti fossili in Cina è aumentato di 8,3 EJ, quasi quattro volte l'incremento delle fonti non fossili (+2,2 EJ). Questo dimostra che la Cina non sta sostituendo le fonti fossili con le rinnovabili ma le sta aggiungendo. Un altro punto cruciale riguarda i consumi energetici pro capite. Gli USA hanno il consumo pro capite più alto, ma sia gli USA che l'UE hanno storicamente ridotto i loro consumi pro capite. Al contrario, la Cina ha aumentato significativamente i suoi consumi pro capite fino a raggiungere nel 2023 livelli comparabili a quelli europei e superiori a quelli italiani.
Fallimento: Il fallimento della COP29 può essere attribuito a due ragioni principali. Primo, la vittoria di Trump negli USA ha portato a una politica contraria al riscaldamento globale e alla partecipazione agli accordi internazionali sul clima. Secondo, la definizione obsoleta dei paesi sviluppati esclude la Cina dai contributori principali ai fondi per aiutare i paesi in via di sviluppo nella transizione energetica. Questo ha creato uno stallo prevedibile: senza il contributo degli USA e con la Cina esclusa dai doveri finanziari, l'Europa si trova sola a sostenere il peso economico. Siamo in una situazione di stallo con molte buone intenzioni ma pochi risultati concreti previsti nei prossimi anni. Purtroppo, né le emissioni di CO2 né l'aumento delle temperature si fermeranno in attesa di soluzioni politiche.
Invito: chi vorrò fare la differenza, studi. Il mondo non ha bisogno di nuove Greta Thunberg, ma di bravi ingegneri, chimici, biologi, informatici, statistici e chi più ne ha più ne metta per affrontare un problema complesso e multidisciplinare.
Articolo: COP29, fallimento, invito.
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