“Yankee Go Home!”: e poi?

Ricordo bene quegli anni turbolenti della mia giovinezza, quando lo slogan “Yankee Go Home!” riecheggiava nelle piazze di Milano, gridato da studenti e attivisti nelle manifestazioni contro l’imperialismo americano. Ero ancora una ragazza, ma già allora mi chiedevo come potessimo essere così miopi da non vedere i benefici che il mondo a trazione americana aveva portato dopo la Seconda Guerra Mondiale. Certo, gli Stati Uniti non erano perfetti, e chiunque abbia letto un minimo di storia sa che anche loro hanno commesso errori. Ma paragonati alle alternative – dittature fasciste, comunismo totalitario o l’anarchia del mondo prebellico – gli Stati Uniti rappresentavano un ordine internazionale che, nel complesso, funzionava.

Anni dopo, quando il mio lavoro mi ha portato a vivere negli Stati Uniti e le mie figlie sono nate su quel suolo, la mia convinzione si è solo rafforzata. La Pax Americana, quel periodo di relativa pace e stabilità globale garantito dalla leadership statunitense, ha creato un ordine mondiale che ha favorito la democrazia, il commercio libero e la crescita economica. Sotto l’egida di questo sistema, intere nazioni si sono sollevate dalla povertà. E, a costo di sembrare cinica, aggiungerei che persino la guerra è diventata “meno peggio”: i conflitti regionali, per quanto terribili, non si sono mai trasformati in una nuova guerra mondiale.

La Fragilità della Pax Americana

Tutto questo, però, ha cominciato a vacillare. Con l’ascesa di Donald Trump, gli Stati Uniti hanno abbracciato un approccio sempre più isolazionista e nazionalista. I giorni in cui gli americani erano i primi a investire in alleanze ideologiche, a costruire ponti con alleati storici come la NATO, sembrano ormai lontani. Trump, con la sua America First, ha adottato una strategia di breve termine: cercare accordi vantaggiosi per gli Stati Uniti, spesso a scapito di un ordine globale stabile.

La sua retorica ha alienato molti degli alleati tradizionali, portando l’Europa a dubitare del sostegno americano in caso di crisi. E con Washington più preoccupata dei suoi interessi interni, potenze come Cina e Russia hanno trovato spazi per espandere la loro influenza. Pensiamo solo alla Belt and Road Initiative cinese, che si insinua silenziosamente nei vuoti lasciati dalla politica americana, o alle mosse della Russia nel conflitto ucraino.

Il rischio più grande, però, non è solo il vuoto di leadership lasciato dagli Stati Uniti. È l’erosione stessa delle istituzioni che hanno sostenuto la cooperazione internazionale per decenni. Le Nazioni Unite sono ormai irrilevanti, la Corte Internazionale di Giustizia è un’ombra di ciò che avrebbe potuto essere, e persino summit sul clima e sul commercio globale sembrano più esercizi di pubbliche relazioni che reali strumenti di cambiamento.

Benvenuti nella Nuova Era della Realpolitik

Con il declino della Pax Americana, stiamo assistendo al ritorno della Realpolitik, un mondo in cui gli interessi vitali degli stati sono la priorità assoluta, indipendentemente dai valori o dalle alleanze. Non è un caso che potenze come Cina, Russia, Iran e Corea del Nord abbiano sempre operato secondo questa logica, ma oggi persino gli Stati Uniti sembrano adattarsi a questa visione.

La Realpolitik di oggi non è più quella del XIX secolo, tutta diplomazia segreta e trattati stipulati nei salotti delle ambasciate. Oggi, si combatte per il controllo di mercati, risorse, tecnologia e capacità militare. La supremazia tecnologica, ad esempio, è diventata il nuovo campo di battaglia: il dominio dell’intelligenza artificiale e del 5G avrà un peso pari – se non superiore – al possesso di basi militari strategiche.

Non fraintendiamoci: non sto dicendo che questo approccio sia sbagliato in senso assoluto. Ogni stato ha il diritto – e forse il dovere – di proteggere i propri interessi. Ma un mondo completamente governato dalla Realpolitik rischia di diventare un mondo privo di regole, in cui le nazioni più deboli sono schiacciate e le crisi globali, come il cambiamento climatico o la proliferazione nucleare, rimangono senza risposta.

Oscar Wilde e il Vaso di Coccio

“Attento a ciò che desideri, perché potrebbe avverarsi,” diceva Oscar Wilde. A chi, per anni, ha sognato un mondo senza la leadership americana, vorrei chiedere: siete davvero pronti a vivere in questo mondo? Siamo davvero pronti a lasciare che Cina, Russia o altre potenze non democratiche modellino il futuro dell’umanità?

Io, nel mio piccolo, spero che l’Europa trovi finalmente il coraggio di diventare adulta. È ora che il nostro continente smetta di essere il proverbiale vaso di coccio tra vasi di ferro. Ma la maturità non significa rompere con gli Stati Uniti. Al contrario, dobbiamo lavorare per rafforzare l’alleanza transatlantica, non solo per il nostro bene, ma per il bene di un ordine globale che, pur con tutti i suoi difetti, ha garantito decenni di pace e prosperità relative.

In fondo, gli americani non sono mai veramente “tornati a casa” come chiedevano quei cori nelle piazze. E meno male, aggiungerei. Perché senza di loro, il mondo potrebbe diventare un luogo molto più caotico – e molto meno libero.

(Emma Nicheli)

Prompt:

Intro: ricordi bene fin da ragazza lo slogan "Yankee Go Home!" gridato negli anni durante le varie manifestazioni di protesta negli anni '70, '80, '90 - un punto di vista che non hai mai condiviso, visto che hai sempre avuto un'opinione positiva del mondo a trazione americana emerso dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un mondo certamente migliorabile, non privo di difetti, ma migliore di quello precedente e di quelli che ne stavano al di fuori. Gli anni di permanenza su suolo americano, dove sono nate le tue figlie, per lavoro, hanno solo rafforzato questa idea.

Attenzione: La Pax Americana, il periodo di pace e stabilità globale garantito dalla leadership degli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha portato benefici significativi non solo agli americani ma anche al resto del mondo. Questo ordine internazionale postbellico ha promosso la democrazia, il libero commercio e la sicurezza collettiva, creando un ambiente favorevole alla cooperazione internazionale e alla crescita economica. Tuttavia, con l'ascesa di Donald Trump, la politica estera americana ha subito un cambiamento drastico. L'approccio più isolazionista e nazionalista di Trump ha messo in discussione alleanze storiche, come la NATO, e ha adottato una retorica che spesso ha alienato gli alleati tradizionali degli Stati Uniti. Questo cambiamento ha sollevato preoccupazioni riguardo alla capacità degli Stati Uniti di mantenere il loro ruolo di leader globale e di garantire la stabilità internazionale. L'erosione della Pax Americana potrebbe portare a un mondo più instabile e pericoloso. Potenze rivali come Cina e Russia sono pronte a riempire il vuoto lasciato dagli Stati Uniti, e la mancanza di una leadership chiara e coerente potrebbe portare a conflitti regionali e a una diminuzione della cooperazione internazionale su questioni cruciali come il cambiamento climatico e la non proliferazione nucleare. È fondamentale riconoscere e apprezzare i benefici della Pax Americana e lavorare per preservare l'ordine internazionale che ha garantito decenni di pace e prosperità relative. Senza un impegno continuo da parte degli Stati Uniti, il mondo rischia di diventare un luogo molto più caotico e pericoloso.

Realpolitik: siamo alla fine dell'ordine mondiale liberale e al ritorno della realpolitik, definita come la "pursuit of vital state interests in a dangerous world that constrains state behavior". Questo approccio, già praticato da Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, è centrale anche nella visione di Trump, che preferisce accordi vantaggiosi per gli Stati Uniti piuttosto che alleanze ideologiche. Ora, il controllo dei mercati, delle risorse, della tecnologia e della capacità militare è al centro degli eventi mondiali. Le istituzioni come le Nazioni Unite e la Corte Internazionale di Giustizia sono diventate irrilevanti, così come i summit sul clima e le dichiarazioni del World Economic Forum.

Outro: "attento a ciò che desideri, perché potrebbe avverarsi", diceva Oscar Wilde. Ti auguri che in realtà lo scenario peggiore non si avveri, che magari l'Europa smetta di essere il proverbiale vaso di coccio e diventi adulta, ma sempre in continuità con la NATO e gli Stati Uniti.

Articolo: intro, attenzione, realpolitik, outro.

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