Putin, il nuovo beniamino: quando la realtà diventa un gioco di specchi

La più amata dagli italiani, recitava una vecchia pubblicità delle cucine Scavolini, e la scena ce la ricordiamo tutti: Lorella Cuccarini, perfetta incarnazione della bellezza italiana, sorrideva luminosa, conquistando ogni cuore. Oggi, nel mondo capovolto dell’opinione pubblica nostrana, dovessimo adattare quello slogan in versione maschile, il volto perfetto sarebbe quello del “macellaio di Mosca”: Vladimir Putin. Il leader russo è il più amato dagli italiani, o almeno da quella nutrita fetta che si abbevera a fonti alternative, quelle che raccontano “le vere ragioni della Russia”. Lo sostengono media compiacenti, utili idioti e nostalgici della geopolitica da Risiko, gli stessi che non trovano strano che si possa convivere tranquillamente con la mafia – purché, si sa, non esageri. Putin, in fondo, non sta esagerando: sta solo “difendendo i suoi interessi”, e allora avanti con la simpatia di massa per il despota post-sovietico, quasi fosse un simpatico zio un po’ burbero ma fondamentalmente incompreso.

Nel frattempo, dall’altra parte della barricata, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha partecipato a una videoconferenza con i lettori di Le Parisien. Con la determinazione che lo contraddistingue, ha ribadito che l’Ucraina punta dritta all’Unione Europea, senza compromessi su Crimea e Donbass. Non si cede un centimetro, dice lui. Non si negozia se non da pari a pari, insiste. Non si piega la testa, perché la libertà non ha prezzo. Ma sappiamo come va a finire con questo tipo di dichiarazioni. Se Zelensky chiede più armi, più pressione diplomatica, più solidarietà, ecco che subito viene liquidato come una marionetta nelle mani dell’Occidente. C’è persino chi è arrivato a sostenere che “vorrebbe arrendersi, ma i cattivi imperialisti non glielo permettono”. Il paradosso? Questo è il ragionamento di chi idolatra Putin, uno che quando qualcuno “vuole arrendersi” – e per qualcuno si intende un Paese sovrano – non si limita a vietarglielo: lo bombarda, lo occupa e lo annienta.

Zelensky ha parlato del difficile inverno ucraino, di blackout e sacrifici, di famiglie che vivono senza luce e riscaldamento, ma non senza speranza. Ha ringraziato la Francia per l’aiuto umanitario e si è detto fiducioso che, con una ricostruzione intelligente e un supporto psicologico adeguato, il futuro dell’Ucraina sarà luminoso. Lungi dal farsi illusioni, ha anche ricordato che il sostegno internazionale non può venire meno, soprattutto ora che le minacce nucleari di Putin diventano sempre più frequenti. Minacce che dovrebbero spaventare tutti, dice. E ha ragione. Ma non l’Italia, apparentemente: qui, tra chi inneggia alla pace “a ogni costo” e chi trova Putin “più affidabile” dei leader democratici, lo spavento sembra essere rivolto più ai rincari energetici che alle bombe.

In fondo, è la nostra specialità: convivere con l’ambiguità. Facciamo affari con la mafia, tolleriamo i corrotti, sopportiamo i dittatori purché non ci tocchino troppo da vicino. E ora, nella strana geografia morale di certi italiani, l’aggressore diventa vittima, e la vittima diventa pedina. “Zelensky marionetta”, “Putin stratega”, “l’Occidente imperialista”. Un copione vecchio quanto il mondo, ma a quanto pare ancora irresistibile per chi preferisce non guardare in faccia la realtà.

(Serena Russo)

Prompt:

Intro: "La più amata dagli italiani", recitava una vecchia pubblicità delle cucine Scavolini, in cui figurava un'incantevole Lorella Cuccarini. Oggi, dovessimo riciclarla in chiave "Il più amato dagli italiani", testimonial perfetto sarebbe Vladimir Putin, le cui ragioni vengono sostenute dai media compiacenti, da utili idioti e da buona parte della popolazione italiana. La stessa che del resto è abituata convivere con la mafia, quella con cui guadagnamo tutti e nessuno si fa male se non esagera.

Intervista: In una videoconferenza con i lettori di Le Parisien, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito la determinazione del suo Paese ad entrare a far parte dell'Unione Europea e ha espresso la propria preoccupazione per le minacce di Vladimir Putin. Riferendosi al supporto internazionale, Zelensky ha affermato che la Ucraina non intende rinunciare ai propri territori, come la Crimea o il Donbass, e ha chiesto un aiuto maggiore per contrastare l'aggressore. Sull'insediamento di Donald Trump, ha evidenziato la necessità che gli Stati Uniti continuino a sostenere l'Ucraina e a esercitarsi con forza su Putin, ma ha anche richiamato l'importanza di un'Europa unita per la pressione diplomatica. Riguardo ai timori su una potenziale aggressione nucleare, Zelensky ha dichiarato che le minacce del leader russo dovrebbero spaventare il mondo intero e ha espresso il desiderio di un incontro negoziato solo se l'Ucraina avesse parità di condizioni. Ha inoltre parlato del difficile inverno che il Paese sta affrontando a causa delle interruzioni di corrente e ha ringraziato la Francia per il supporto economico e umanitario. Infine, ha condiviso la propria visione per il futuro dell'Ucraina, che si concentra sulla ricostruzione e sul supporto psicologico per i sopravvissuti e le famiglie colpite dalla guerra.

Articolo: intro, intervista; non ti illudi, sai che oramai siamo alla fase in cui "Zelensky vorrebbe arrendersi ma i cattivi imperialisti non glielo fanno fare".

Assumendo personalità, background e stile di scrittura di Serena Russo, scrivi un articolo; usa un tono coinvolgente e ironico. 


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