
Natale è passato, ma perché lasciar scivolare via una bella polemica natalizia senza metterci il carico da novanta? Tanto più ad anno nuovo, quando tutti sono già pronti a rimettersi a discutere di politica, economia e, perché no, teologia con il vigore di chi ha smaltito i bagordi delle feste. Ecco dunque il quesito che qualcuno ha tirato fuori dal cappello magico delle speculazioni storiche e teologiche: come sarebbe stata la storia se Gesù fosse stata una donna?
Sì, avete capito bene. Non basta che la figura di Cristo sia stata rivisitata in chiave rivoluzionaria, ambientalista e, secondo i più audaci, proto-comunista (già sento le urla entusiaste dei teorici del “Gesù compagno di Marx”). Adesso dobbiamo anche immaginarlo, anzi immaginarla, in versione femminile.
Un dibattito medievale (che forse doveva restare lì)
Prima che vi strappiate i capelli gridando alla blasfemia, sappiate che l’idea non è nuova. Pare che già nel XII e XIII secolo alcuni teologi medievali si siano interrogati su questa possibilità. Uno di questi, niente meno che San Bonaventura, sosteneva che una donna avrebbe potuto incarnare Dio. Secondo il santo francescano, una incarnazione femminile avrebbe persino reso più evidente la gloria divina e offerto una sorta di “giustizia simbolica” per il ruolo di Eva nella Caduta. Insomma, come direbbe un comico contemporaneo: pareggio e palla al centro.
Ma, ahimè, la tradizione scritturale e patristica non ha mai lasciato troppo spazio a queste fantasie. La centralità del maschile nella figura di Cristo si riflette nei testi sacri, nell’iconografia e, perché no, nella stessa struttura sociale del tempo. Il Vangelo, per quanto rivoluzionario nei suoi messaggi, si inserisce in una cultura dove il patriarcato era la norma.
Certo, c’è da dire che Gesù si comportò in modo straordinariamente anticonvenzionale per l’epoca: dialogò con le donne, le accolse tra i suoi discepoli (anche se in ruoli diversi dagli uomini) e affidò alle donne il compito di testimoniare per prime la sua resurrezione. Dettagli non da poco, che mostrano una sensibilità e un rispetto che di certo non erano comuni nella società giudaica del I secolo.
Speculazioni senza fondamenta (e qualche risata sul patriarcato universale)
Eppure, tutto questo rimane nel campo delle speculazioni. Il cristianesimo è nato e si è sviluppato in una realtà storica concreta, e non c’è traccia, nei testi canonici o negli apocrifi più arditi, di una prospettiva alternativa in cui Cristo sarebbe stata una donna. Si potrebbe persino dire che chi oggi indulge in queste teorie stia facendo poco più che proiettare le proprie idee moderne su un passato che, per definizione, non può essere rivisitato.
Ma dai, non è affascinante? Basta immaginare la reazione di qualche membro della fantomatica “Grande Cabala del Patriarcato Universale” (sì, quella che secondo alcuni controlla tutto, dalla religione alla ricetta segreta della Coca-Cola): “Ragazzi, abbiamo un problema. Se il Messia fosse una donna, potrebbe nascere l’idea rivoluzionaria che uomini e donne siano uguali. Dobbiamo insabbiare tutto!”. Ridicolo, vero? Eppure c’è chi potrebbe prenderlo sul serio, magari aggiungendo che la colpa di questa omissione è del solito “Occidente oppressore”.
A questo punto, non ci stupiremmo se qualcuno proponesse una petizione per riscrivere i Vangeli in chiave “più inclusiva”. Perché fermarsi? Magari Gesù non solo donna, ma anche vegetariana, ambientalista e in lotta contro il cambiamento climatico. Ah, dimenticavo: certamente avrà indossato sandali equosolidali.
Un cristianesimo diverso?
C’è chi sostiene che un Gesù donna avrebbe potuto influenzare profondamente il cristianesimo, enfatizzando la corporeità femminile e l’uguaglianza di genere fin dagli albori. È un pensiero interessante, ma che dimentica un aspetto fondamentale: la cultura e la società influenzano le religioni almeno quanto le religioni influenzano le culture e le società. Pensare che un singolo cambiamento – per quanto rivoluzionario – avrebbe completamente riscritto la storia è un esercizio di fantasia, più simile a un romanzo distopico che a un’analisi storica.
Meglio riderci su
Dunque, che fare di questa ennesima polemica natalizia? Forse, semplicemente, accoglierla con il giusto mix di curiosità e ironia. Dopotutto, è affascinante immaginare “cosa sarebbe successo se…”, ma rimane poco più di un gioco intellettuale. E se qualcuno insiste a dire che tutto è colpa del patriarcato, ricordate: loro credono anche che Gesù fosse il primo comunista.
(Francesco Cozzolino)
Prompt:
Intro: una polemica natalizia non poteva mancare, sebbene sia passata abbastanza in silezio. Ma perché lasciar correre? Tanto più ad anno nuovo.
Gesù: come sarebbe stata la storia se Gesù fosse stata una donna? Questo concetto, sebbene trascurato nella tradizione scritturale e patristica, fu ampiamente dibattuto nel XII e XIII secolo. L'articolo sottolinea che il maschile ha sempre avuto una preponderanza evidente nei testi e nell'iconografia religiosa. L'argomento si basa sul fatto che Gesù mostrò un'attenzione straordinaria per le donne, rompendo con le convenzioni del suo tempo. Ad esempio, le prime testimoni della risurrezione furono due donne, Maria di Màgdala e l'altra Maria. San Bonaventura, uno dei teologi medievali, sostenne che una donna avrebbe potuto incarnare Dio, vedendo nell'incarnazione femminile una gloria divina più evidente e una giustizia simbolica per il ruolo di Eva nella caduta. Si riflette su come il cristianesimo potrebbe essere stato diverso se avesse riconosciuto la centralità della corporeità femminile, che è stata ignorata per secoli.
Articolo: intro, Gesù; aggiungi considerazione su come si tratti di pure speculazioni senza fondamento, con qualche battuta sulla Grande Cabala del Patriarcato Universale che certamente ha cambiato le cose. Ti ricorda quei tizi, tutti seri, convintissimi che Gesù fosse stato il primo comunista.
Assumendo l'identità di Francesco Cozzolino, scrivi un Articolo; usa un tono irriverente.
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