
Proprio all’indomani del mio ultimo articolo, in cui ho analizzato il divario crescente tra Stati Uniti ed Europa in termini di innovazione e competitività, arriva una notizia che incarna perfettamente questo squilibrio. Ma è una notizia che, prevedibilmente, non farà scalpore nei media italiani: il lancio del razzo New Glenn da parte di Blue Origin. Scienza, tecnologia, economia e, soprattutto, la totale mancanza di sensazionalismo: tutti ingredienti che attirano poco l’attenzione di un sistema informativo più incline alle polemiche politiche e agli scandali. Eppure, il New Glenn rappresenta qualcosa di molto più grande di un semplice evento nel settore aerospaziale. È un esempio perfetto di come l’Europa resti ferma mentre il mondo corre avanti.
Il New Glenn: un passo avanti nell’industria spaziale
Il New Glenn, che sarà lanciato giovedì, è il fiore all’occhiello di Blue Origin, l’azienda di Jeff Bezos. Si tratta di un razzo parzialmente riutilizzabile, caratteristica che lo pone nella stessa lega del Falcon 9 e del Falcon Heavy di SpaceX. La riutilizzabilità del primo stadio consente di abbattere significativamente i costi di lancio: si parla di circa 1600 dollari per chilogrammo di carico, una cifra che fa impallidire i 20000 dollari per chilogrammo dello Space Shuttle. Questa tecnologia non è nuova, ma l’ingresso di un secondo player di peso come Blue Origin introduce una sana competizione che potrebbe rivoluzionare ulteriormente il settore.
SpaceX e la nuova corsa allo spazio
La presenza di due giganti privati come SpaceX e Blue Origin sta trasformando l’industria spaziale statunitense in un laboratorio di innovazione. Elon Musk e Jeff Bezos, con tutti i loro difetti personali, hanno spinto il mercato a nuovi livelli. Per intenderci, siamo di fronte a una nuova corsa allo spazio, ma questa volta guidata da aziende private piuttosto che da governi. E se qualcuno storce il naso pensando alla privatizzazione dello spazio, ricordiamoci che anche i razzi delle storiche missioni NASA furono costruiti da aziende private, come Boeing e North American Aviation, fin dal programma Mercury voluto da Eisenhower. La differenza? Quelle aziende non avevano volti mediatici e personalità divisive come Musk e Bezos. Ma la sostanza rimane: la sinergia tra Stato e privato ha sempre guidato i progressi spaziali.
Economia: quando l’innovazione abbassa i costi
La riduzione dei costi di lancio ha implicazioni enormi. Permette, ad esempio, di realizzare progetti come Starlink, la costellazione satellitare di SpaceX, e apre la porta a nuovi mercati, dalle telecomunicazioni avanzate all’osservazione terrestre per scopi ambientali. Questa dinamica non solo favorisce le grandi aziende, ma genera ricadute positive per l’economia globale, creando opportunità per startup e progetti innovativi. È la dimostrazione di come la tecnologia, quando sostenuta da investimenti mirati, possa essere un moltiplicatore di crescita.
Gli imprenditori: fra geni e streghe
È inevitabile parlare dei protagonisti: Bezos e Musk. Certo, sono figure umanamente discutibili sotto molti aspetti – diciamocelo, se una delle mie figlie mi dicesse che vuole sposarne uno, qualche perplessità la avrei. Ma dobbiamo essere onesti: ciò che conta è il risultato. Le loro aziende, con modelli di business radicalmente innovativi, stanno ridefinendo interi settori industriali. E non dimentichiamo che dietro di loro ci sono migliaia di ingegneri, tecnici e scienziati, il vero cuore pulsante di queste imprese. Criticare Musk e Bezos è legittimo, ma ignorare i progressi che hanno reso possibili sarebbe miope.
Europa: il grande assente
E l’Europa? L’Ariane 6, il nostro lanciatore di punta, è già obsoleto prima ancora di decollare. I suoi costi non sono competitivi e la sua tecnologia non tiene il passo. La nostra industria spaziale soffre di burocrazia, mancanza di visione strategica e frammentazione nazionale. Invece di unire le forze per competere a livello globale, ci perdiamo in logiche di sovranità nazionale che ci condannano al ritardo. Il risultato? Perdiamo terreno non solo rispetto agli Stati Uniti, ma anche rispetto a Cina e India, che stanno rapidamente avanzando.
Il ritardo europeo e una riflessione amara
Il lancio del New Glenn rappresenta un ulteriore tassello del puzzle che ci mostra quanto l’Europa sia rimasta indietro. Finché continueremo a parlare di Italia, Francia o Germania come paesi separati, invece di vedere l’Europa come un’unica entità economica e politica, saremo condannati a vivacchiare, relegati ai margini delle grandi innovazioni globali. Temiamo il futuro e restiamo paralizzati, mentre il mondo si muove a velocità sempre più sostenute.
PS: evitiamo le banalità, per favore
Infine, un’ultima nota. Se qualcuno sente l’impulso di dire: “Ma con quei soldi non potevano costruire ospedali in Africa?”, lo invito cortesemente a pulire i pavimenti nei magazzini Amazon per un mese. Forse, così, capirà che il progresso tecnologico non è un gioco a somma zero: finanziare la scienza non toglie risorse, le crea. È da qui che nascono le soluzioni per i grandi problemi del mondo, non dai luoghi comuni.
L’Europa può ancora recuperare terreno, ma solo se accetteremo di cambiare paradigma. La domanda, quindi, non è se possiamo tornare competitivi, ma se abbiamo il coraggio di farlo.
(Emma Nicheli)
Prompt:
Intro: proprio a ridosso dell'ultimo articolo, in cui hai parlato del grande dislivello USA-Europa e dell'arretratezza, culturale e imprenditoriale, del Vecchio Continente che le impedisce di crescere verso posizioni di primo piano, ecco arrivare una notizia importantissima che esemplifica tutta questa situazione; una notizia che, fra scienza, tecnologia, economia e mancanza di sensazionalismo, poco attrare i media italiani.
Glen: Il lancio del razzo New Glenn da parte di Blue Origin rappresenta un evento significativo nel panorama dell'industria spaziale. Questo razzo, che sarà lanciato giovedì, è parzialmente riutilizzabile, una caratteristica che lo distingue dalla maggior parte dei razzi attualmente in uso, ad eccezione del Falcon 9 e del Falcon Heavy di SpaceX. La riutilizzabilità del primo stadio del razzo permette di ridurre significativamente i costi di lancio, poiché il componente più costoso può essere recuperato e riutilizzato per numerosi lanci successivi. Questo approccio potrebbe abbassare il costo per chilogrammo di carico a circa 1600 dollari, una cifra molto inferiore rispetto ai 20000 dollari per chilogrammo dello Space Shuttle.
Space X: Il New Glenn si pone quindi come un diretto concorrente dei razzi di SpaceX, che finora hanno dominato il mercato grazie alla loro tecnologia avanzata e ai costi competitivi. La competizione tra Blue Origin e SpaceX potrebbe portare a una riduzione ulteriore dei costi di lancio e a un aumento della concorrenza, beneficiando l'intero settore spaziale. La presenza di due aziende private leader nell'innovazione tecnologica spaziale, entrambe con razzi riutilizzabili, potrebbe stimolare ulteriori progressi tecnologici e aprire nuove opportunità di mercato.
Economia: Dal punto di vista economico, la riduzione dei costi di lancio potrebbe avere implicazioni significative. Prezzi più bassi rendono possibili nuovi mercati e applicazioni, come dimostrato dalla costellazione satellitare Starlink di SpaceX, resa possibile proprio dalla diminuzione dei costi di lancio. Inoltre, la competizione tra Blue Origin e SpaceX potrebbe portare a una maggiore efficienza e a una riduzione dei prezzi, beneficiando non solo le aziende coinvolte ma anche i consumatori e l'economia globale.
Imprenditori: c'è molto strepitio perché Blue Origin e SpaceX sono le aziende di Jeff Bezos e Elon Musk. Privati. Persone umanamente più che discutibili da mille punti di vista - saresti più che preoccupata se le tue figlie sposassero uno di loro. Ma pure i razzi delle storiche missioni NASA furono costruiti da aziende private, fin dal programma Mercury voluto da Dwight Eisenhower (fai esempi). Solo che quelle aziende non erano rappresentate pubblicamente da figure discutibili. La grande sinergia fra privato (le aziende aerospaziali, informatiche, tecnologiche) e lo stato (le commesse dei programmi spaziali) permise il grande balzo avanti.
Europa: Tuttavia, l'Europa sembra essere in ritardo rispetto a questi sviluppi. Il razzo Ariane 6, il principale lanciatore europeo, ha costi molto più alti rispetto al New Glenn e ai razzi di SpaceX, rendendo l'Europa meno competitiva nel mercato dei lanci spaziali. Questo divario potrebbe avere conseguenze negative per l'industria spaziale europea, che rischia di rimanere indietro rispetto ai progressi tecnologici e alle innovazioni delle aziende americane.
Ritardo: il lancio del New Glenn rappresenta un passo importante verso una maggiore competitività e innovazione nel settore spaziale. Se il lancio avrà successo, gli Stati Uniti avranno due aziende private leader nell'innovazione tecnologica spaziale, pronte a esplorare tutte le implicazioni economiche delle nuove tecnologie. Per l'Europa, invece, sarà necessario un ripensamento delle politiche industriali per recuperare il ritardo e rimanere competitiva in un mercato in rapida evoluzione.
Outro: Credi che il progetto europeo possa ancora dire la sua, anche se chiaramente non nel breve e medio termine. Temo vivacchieremo come adesso per il resto del secolo e forse, dopo aver preso bastonate da tutti (ovvero Usa, Cina, India e resto del mondo), nel prossimo secolo capiremo che parlare di Italia, Francia o Germania come paesi singoli e sovrani è nel mondo attuale una pura follia suicida.
PS: il primo che dice "ma con quei soldi non potevano costruirci gli ospedali in Africa!" lo mandi a pulire i pavimenti per Amazon.
Articolo: intro, Glen, Space X, Economia, Imprenditori, Europa, Ritardo, PS.
Assumendo la personalità di Emma Nicheli, scrivi un articolo approfondito, con tono serio ma gradevole, non privo di una certa ironia.
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