
L’iniziativa giudiziaria dell’avvocato Luigi Li Gotti – un tempo militante di destra, oggi deciso a portare in tribunale gli affari sporchi della politica – ha offerto a Giorgia Meloni un’occasione d’oro per distogliere l’attenzione dalle menzogne del suo governo. La premier non ha perso tempo: ha trasformato una richiesta di valutazione del tribunale dei ministri in un complotto giudiziario ai suoi danni, gridando all’assalto politico. Ma il punto rimane: Meloni e i suoi ministri hanno mentito dal primo istante fino all’annuncio dell’inesistente avviso di garanzia. Questo non significa che debbano essere i giudici a risolvere la questione, ma chiunque pensi che una banda di imbroglioni possa gestire la ragione di Stato dovrebbe farsi qualche domanda.
Le menzogne nel video di Giorgia Meloni
Nel suo video di due minuti, Meloni ha condensato una quantità impressionante di affermazioni tendenziose, inesatte e palesemente false. Ha dichiarato di essere indagata insieme a Mantovano, Nordio e Piantedosi per favoreggiamento e peculato, ma la Procura di Roma non ha mai aperto un’indagine. Ha solo chiesto al tribunale dei ministri di valutare la possibilità di farlo, un passaggio procedurale che Meloni ha manipolato per dipingersi come vittima di un attacco giudiziario.
Poi ha insinuato che il procuratore Lo Voi fosse ostile nei suoi confronti, suggerendo un intervento politico nella vicenda. Peccato che Lo Voi sia vicino alla corrente più conservatrice della magistratura e che per la sua nomina a Palermo abbia avuto il sostegno di Elisabetta Casellati, fedelissima del centrodestra. In altre parole, se c’è un magistrato che non può essere accusato di essere un nemico politico di Meloni, è proprio lui.
Il fango sull’avvocato Li Gotti
Meloni ha poi attaccato l’avvocato Luigi Li Gotti, definendolo un ex politico di sinistra vicino a Romano Prodi. Omette, però, che Li Gotti proviene dal Movimento Sociale e da Alleanza Nazionale, partiti a cui la premier deve l’inizio della sua carriera. Ma la mistificazione più grave riguarda il passato da avvocato di mafiosi: Meloni lo usa per delegittimarlo, senza dire che Li Gotti ha difeso collaboratori di giustizia, uomini che hanno contribuito a smantellare i clan. Non un dettaglio, ma un’alterazione completa della realtà, nella migliore tradizione di questa destra.
Infine, Meloni ha cercato di ridimensionare la gravità dell’affaire Almasri, sostenendo che la Corte Penale Internazionale abbia emesso un mandato di cattura solo dopo il suo arrivo in Italia. Un’altra falsità: il mandato era noto, e il ministro Nordio ne era stato informato.
L’espulsione di Almasri e il volo già pronto
Meloni ha dichiarato che il governo ha espulso Almasri per motivi di sicurezza. In realtà, l’aereo di Stato era già in volo per Torino prima ancora che Nordio desse il via libera all’operazione. L’ennesima dimostrazione che la decisione non è stata il risultato di una valutazione giuridica o diplomatica, ma un’azione già pianificata e poi giustificata a posteriori con motivazioni costruite su misura.
Meloni ha concluso il suo video affermando di non essere ricattabile, eppure proprio i libici hanno sfruttato la vicenda Almasri per deridere l’Italia, mostrando al mondo quanto sia facile per loro ottenere ciò che vogliono da un governo che si piega senza opporre resistenza.
L’orrore nascosto dietro il caso Almasri
Dietro questo teatrino c’è una verità ancora più disgustosa. La politica del governo italiano di pagare mercanti di uomini per trattenere i migranti in Libia è iniziata con Marco Minniti e non è mai stata messa in discussione dai governi successivi, né da Conte, né da Draghi. Meloni ha ereditato questo sistema e lo ha trasformato in una strategia per silenziare il dissenso, usando la gestione cinica dei flussi migratori per distrarre l’opinione pubblica dalle sue difficoltà.
Almasri, Santanché, Delmastro: ogni scandalo viene oscurato da una nuova emergenza, alimentata ad arte con dichiarazioni infuocate e operazioni mediatiche. Ma i fatti rimangono, e raccontarli è l’unico modo per contrastare l’ondata di menzogne che ci investe ogni giorno. Giorgia Meloni può anche cercare di fuggire dalla realtà, ma la realtà, prima o poi, la raggiunge sempre.
(Roberto De Santis)
Prompt:
Intro: L'iniziativa giudiziaria dell'avvocato Luigi Li Gotti, un tempo militante di destra, per affrontare in tribunale gli affari sporchi della politica, ha offerto alla premier Giorgia Meloni un'opportunità per distogliere l'attenzione. Resta il fatto che Meloni e i suoi ministri hanno mentito costantemente sul caso Almasri, dal primo minuto fino all'annuncio dell'avviso di garanzia, che in realtà non era tale. Questo non giustifica il coinvolgimento dei giudici per risolvere la questione, ma solleva seri dubbi su come una banda di imbroglioni possa gestire la ragione di stato.
Video: Nel suo video, Giorgia Meloni ha riunito in poco più di due minuti una serie di affermazioni tendenziose, inesatte e false. Ha dichiarato di essere indagata insieme a Mantovano, Nordio e Piantedosi per favoreggiamento e peculato. Tuttavia, la Procura di Roma aveva solo chiesto al tribunale dei ministri se fosse il caso di indagare, non avviato un'indagine formale. Meloni ha insinuato che il procuratore Lo Voi fosse politicamente schierato contro di lei, ma in realtà Lo Voi è vicino alla corrente più conservatrice della magistratura e ha avuto il sostegno di Elisabetta Casellati per la sua nomina a Palermo.
Avvocato: Meloni ha anche descritto l'avvocato Li Gotti come un ex politico di sinistra vicino a Romano Prodi, omettendo che Li Gotti proviene dal Movimento Sociale e da Alleanza Nazionale. Inoltre, ha definito Li Gotti avvocato di mafiosi senza menzionare che questi erano collaboratori di giustizia. Meloni ha poi suggerito che la Corte Penale Internazionale abbia emesso un mandato di cattura contro Almasri solo dopo il suo arrivo in Italia, ignorando che il mandato era già noto e che il ministro Nordio era stato informato.
Espulsione: Meloni ha affermato che il governo ha deciso di espellere Almasri per ragioni di sicurezza, ma l'aereo di Stato era già in volo per Torino prima che Nordio desse l'autorizzazione necessaria. Ha concluso il video dichiarando di non essere ricattabile, ma l'articolo critica questa affermazione, sottolineando come i libici abbiano sfruttato la situazione per deridere l'Italia.
Orribile: la pratica del governo italiano di pagare mercanti di uomini per trattenere i migranti in Libia, una politica iniziata sotto Minniti e non contestata dai successivi governi Conte e Draghi. Meloni viene accusata di utilizzare questa pratica per silenziare le critiche sui casi Almasri, Santanché e Del Mastro. E' necessario continuare a raccontare i fatti per contrastare le falsità.
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