Perché Trump è Tornato: La Lezione di Marcuse

Il ritorno di Donald Trump è cosa fatta, ormai, e possiamo solo metterci alla finestra con un bicchiere di vino – bianco o rosso, a seconda del livello di disperazione – e sperare di limitare i danni. Ma era evitabile? Probabilmente no. Il Partito Democratico americano, un tempo baluardo della moderazione e della ragionevolezza – ai tempi di Obama, persino affascinante – si è lentamente trasformato in un manicomio ideologico, trascinandosi dietro il mondo della cultura, dell’università e perfino Hollywood. Cosa è successo?

Dopo averci pensato un po’, la risposta mi è arrivata in modo cristallino: Herbert Marcuse.

Marcuse, l’uomo che sussurrava ai radicali

Per chi ha avuto la fortuna di non incontrarlo nei programmi universitari, Marcuse era un filosofo tedesco della Scuola di Francoforte che, con la sua elegante prosa e il suo tono profetico, ha reinventato la lotta di classe. La sua intuizione più brillante? Il proletariato non serviva più. Troppo impegnato a lavorare e a farsi i fatti propri, il lavoratore occidentale non sembrava più così incline a marciare sulla Bastiglia. E allora, chi poteva portare avanti la rivoluzione?

Ecco la genialata: gli oppressi. Non più una classe economica, ma un caleidoscopio identitario di studenti, minoranze etniche, donne e LGBTQ+. Chiunque avesse un contenzioso con il sistema diventava automaticamente il nuovo soggetto rivoluzionario.

Marcuse scriveva di cose importanti: il capitalismo è brutto, la società è repressiva, la monogamia è un’invenzione per opprimere la gente e, tutto sommato, la razionalità occidentale è un inganno. Il suo saggio più noto, L’uomo a una dimensione, è diventato una sorta di vangelo laico per generazioni di intellettuali radicali. Se oggi ci chiediamo come mai ogni discussione pubblica sembri un tribunale inquisitorio, la risposta è semplice: qualcuno ha preso Marcuse troppo sul serio.

Tolleranza repressiva: la libertà è un optional

Il capolavoro concettuale di Marcuse è la tolleranza repressiva. Il ragionamento è il seguente: la libertà di espressione è solo un’illusione se permette di diffondere idee sbagliate (cioè di destra, o anche solo vagamente non allineate). Soluzione? Censurare quelle idee, per il bene di tutti.

Non vi suona familiare? Dai social che bannano account in nome della “sicurezza”, alla Cancel Culture, fino alle università in cui un professore rischia il posto per aver detto una cosa poco gradita agli studenti più sensibili: tutto nasce da lì. Un mondo in cui si può parlare liberamente, a patto di dire solo le cose giuste.

Marcuse non avrebbe mai immaginato di essere il padre spirituale di Twitter, ma eccoci qui.

La sessualità come atto politico

Tra le molte eredità di Marcuse c’è anche la sua visione della sessualità. Secondo lui, il capitalismo non opprime solo economicamente, ma anche emotivamente e sessualmente. La monogamia, la famiglia tradizionale, perfino la razionalità scientifica sono strumenti di repressione. Per essere veramente liberi, dobbiamo liberarci da tutto ciò, abbracciando una sessualità fluida, disinibita e – ovviamente – politicamente consapevole.

Ora, chiariamo: nessuno qui vuole tornare ai tempi in cui per vedere una caviglia bisognava aspettare una folata di vento. Ma la domanda è lecita: se tutto è politica, perfino il desiderio, non rischiamo di trasformare anche l’intimità in un campo di battaglia? Spoiler: è già successo.

Il radicalismo identitario e la guerra culturale

Se la sinistra tradizionale parlava di diritti sul lavoro, salari e welfare, la nuova sinistra – ispirata dal pensiero di Marcuse e dei suoi epigoni – ha fatto un cambio di rotta netto: ora la lotta è tra oppressori e oppressi, sulla base dell’identità. Non importa se sei un miliardario di Wall Street, l’importante è che tu appartenga al gruppo giusto.

E così siamo arrivati a oggi: un mondo in cui ogni discussione è un tribunale, ogni frase può essere offensiva e chiunque può essere accusato di “privilegio”. La sinistra, anziché cercare soluzioni ai problemi concreti delle persone comuni, è impegnata in un’interminabile partita a scacchi ideologica.

E la working class? Se n’è andata da Trump.

Ed eccoci alla parte più amara. Cosa ha fatto il Partito Democratico, tutto preso a teorizzare micro-aggressioni e identità fluide, per il piccolo imprenditore, il rider, il cameriere? Nulla. O peggio, gli ha dato dello “sfigato reazionario” quando ha osato lamentarsi del prezzo della benzina.

Il vuoto è stato riempito da Trump, un personaggio che non ha bisogno di presentazioni, e che ha trovato una prateria pronta ad accoglierlo. Lavoratori, piccola borghesia, persino le minoranze più tradizionaliste si sono allontanati da un partito che ormai sembrava più interessato a ridefinire il linguaggio che a migliorare le condizioni di vita delle persone.

E ora?

La lezione è chiara: se il dibattito pubblico diventa una caccia alle streghe ideologica, se la politica si allontana dai problemi concreti della gente per abbracciare crociate astratte, la gente si allontana. Il Partito Democratico americano ha sbagliato bersaglio, e il risultato è che ora ci troviamo di nuovo di fronte a Trump.

Che fare, dunque? Forse smetterla di leggere Marcuse come se fosse un manuale di istruzioni, e tornare a fare politica. Ma ormai, temo, il danno è fatto.

(Luisa Bianchi)

Prompt:

Intro: il ritorno di Donald Trump è cosa fatta, ormai, e possiamo solo metterci alla finestra in apprensione, sperando di limitare i danni. Ma era evitabile? Molto probabilmente no. Cosa ha trasformato il Partito Democratico americano, fino agli anni di Obama compresi un partito moderato e ragionevole, in un manicomio? Stessa cosa il mono della cultura, del cinema, delle università? Dopo averci pensato un po', la risposta è arrivata.

Marcuse: Herbert Marcuse, filosofo tedesco noto per il suo contributo alla Teoria Critica e per il suo impatto sul pensiero radicale contemporaneo. Marcuse rifiuta la tradizionale idea marxista della rivoluzione proletaria, sostenendo che la classe operaia sia ormai integrata nel sistema capitalista e non più rivoluzionaria. Propone quindi un nuovo soggetto rivoluzionario: le minoranze oppresse (studenti, etnie marginalizzate, donne, LGBTQ+). Nei suoi scritti principali, come L'Uomo a una Dimensione e Eros e Civiltà, Marcuse esplora idee come la "tolleranza repressiva", la critica alla razionalità occidentale, e l'uso della sessualità come strumento di liberazione. Per lui, il capitalismo reprime la sessualità e la monogamia, che diventano strumenti di controllo sociale.

Tollerenza repressiva: La "tolleranza repressiva" è un concetto chiave, in cui Marcuse afferma che la libertà di espressione dovrebbe essere limitata alla sinistra, mentre le idee conservatrici dovrebbero essere censurate. Questa visione diventa una delle basi per la Cancel Culture, in cui le opinioni divergenti vengono sopresse. Marcuse critica anche la razionalità scientifica, considerata uno strumento del potere capitalista per mantenere lo status quo, e promuove una razionalità "critica", che mette in discussione la società.

Sessualità: Nel suo approccio alla sessualità, Marcuse sostiene che la liberazione deve comprendere la distruzione delle convenzioni morali tradizionali, tra cui la monogamia e la famiglia tradizionale. In sintesi, la sessualità deve essere liberata da ogni regola sociale, promuovendo una sessualità più fluida e priva di restrizioni.

Radicalismo: Marcuse ha influito profondamente sul pensiero Woke, con l'idea che la lotta non sia più tra capitalisti e operai, ma tra oppressori e oppressi, basata su categorie identitarie. Il concetto di "privilegio bianco" e l'intersezionalità sono concetti chiave in questa visione. La sua teoria della "razionalità" viene estesa anche alle idee moderne, come la teoria del genere, secondo cui il sesso biologico è irrilevante e conta solo l'autopercezione di genere.

Conseguenze: un attacco alla famiglia tradizionale, alla promozione della fluidità sessuale e alla sessualizzazione precoce dei bambini nelle scuole, basata su concetti che sfidano l'eteronormatività e sostengono l'autodeterminazione di genere.

Working class: che risposte avrebbe mai potuto dare un partito radicalizzato su posizioni Marcuseiane al piccolo imprenditore, al rider, al lavoratore, alla persona con problemi reali? Trump è stato il mostro cresciuto a suon di avanzi che alla fine ha distrutto tutto.

Articolo: intro, Marcuse, tollerenza repressiva, sessualità, radicalismo, conseguenze, working class.

Assumendo la personalità di Luisa Bianchi, scrivi un articolo come se fossi lei. Usa il suo tono ironico e leggero, col giusto umorismo.

Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento