
Elon Musk, Donald Trump e J.D. Vance stanno spingendo una massiccia campagna di disinformazione contro l’Ucraina e il presidente Zelensky. Il loro obiettivo è chiaro: risvegliare nei cittadini americani il fantasma delle guerre infinite, quelle che hanno logorato l’opinione pubblica e portato solo disillusione. Vietnam, Afghanistan, Iraq. Stesso copione, nuove immagini. Devono far sembrare l’Ucraina un’altra avventura fallimentare, un altro pantano in cui l’America sta sperperando miliardi per sostenere un governo corrotto e un esercito destinato alla sconfitta.
Non è un caso che Trump, ora tornato alla Casa Bianca, abbia iniziato a parlare dell’Ucraina con la stessa retorica che usava per l’Afghanistan: soldi buttati, leader incapaci, una guerra che non riguarda gli americani. Un messaggio potente per un paese che, dopo due decenni di conflitti inutili, non vuole più sentir parlare di guerre straniere.
Il mito del soldato americano lasciato solo
Per giustificare questa svolta, la destra trumpiana sta gonfiando a dismisura i costi economici del conflitto, fingendo che gli Stati Uniti siano gli unici a finanziare la resistenza ucraina. Trump lo ripete ossessivamente: l’Europa non sta facendo la sua parte, l’America sta pagando tutto. Falso.
L’Unione Europea ha stanziato oltre 100 miliardi di euro in aiuti militari, economici e umanitari per l’Ucraina, una cifra che supera il contributo statunitense. Ma la realtà non è importante. Conta solo il racconto che Trump e i suoi alleati vogliono vendere agli americani: il soldato USA che combatte da solo, in un paese lontano, per una causa che non lo riguarda. È la stessa narrativa che ha funzionato in passato, e ora è usata contro Kiev.
Zelensky, il fantoccio che non lo è
Non basta presentare la guerra come una trappola finanziaria. Zelensky deve essere delegittimato. Il messaggio è sempre lo stesso: non è un vero leader democratico, è solo una marionetta che esegue ordini di Washington.
Musk, con il suo solito stile da troll miliardario, lo attacca sui social. Vance insinua che il blocco delle elezioni in Ucraina sia la prova di un regime autoritario. Trump si spinge oltre: Zelensky sarebbe il simbolo di un’operazione fraudolenta orchestrata dai Democratici, un’idea che piace ai suoi seguaci complottisti.
Ma la realtà è un’altra. Zelensky è stato eletto con il 73% dei voti in un’elezione libera e democratica. L’Ucraina è in guerra e ha imposto la legge marziale, come ha fatto ogni paese in una situazione simile, compresi gli Stati Uniti durante la Guerra Civile. Il voto è stato sospeso perché milioni di ucraini sono sfollati o al fronte, non per un colpo di Stato. Ma la verità è irrilevante. Quello che conta è dipingere l’Ucraina come un paese che non merita il sostegno americano.
Gli imperialisti sono i russi, ma Trump la pensa diversamente
L’Ucraina combatte una guerra giusta contro un’invasione ingiustificata. I russi non sono “pacificatori” né “liberatori”. Sono aggressori. Eppure, per Trump e il suo entourage, la posizione naturale degli Stati Uniti non è con chi resiste all’imperialismo, ma con chi lo esercita.
Trump ha sempre guardato a Putin con ammirazione. Non ha mai nascosto di vedere l’Ucraina come un fastidio, un problema che vorrebbe chiudere con un accordo svantaggioso per Kiev e conveniente per Mosca. Il suo messaggio è chiaro: questa non è la nostra guerra, smettiamo di spendere soldi per gli ucraini e lasciamo che Putin faccia quello che vuole.
Nel frattempo, in Italia si allenta la presa su Mosca
L’onda trumpiana si fa sentire anche in Italia. La Lega, con il sostegno silenzioso di parte della destra, ha fatto approvare un ordine del giorno che apre alla ripresa dell’export di materiale idraulico verso Russia e Bielorussia.
Si parla di rubinetti, tubature e impianti sanitari, ma il segnale è chiaro: la pressione sulle sanzioni sta diminuendo. Anche Giulio Terzi di Sant’Agata, che in passato ha sostenuto l’Ucraina, ha votato a favore. Il Movimento 5 Stelle, prevedibilmente, si è astenuto, dimostrando ancora una volta la sua incoerenza.
L’Italia inizia a cambiare atteggiamento. Il sostegno all’Ucraina, che fino a pochi mesi fa sembrava scontato, ora è sempre più traballante.
Il nuovo asse filorusso
Trump ha messo in moto una macchina politica che sta riscrivendo la posizione dell’Occidente sull’Ucraina. La sua narrativa sta prendendo piede negli Stati Uniti e ha già effetti in Europa. Mentre Zelensky combatte per la sopravvivenza del suo paese, in America e in Italia cresce la tentazione di chiudere un occhio su Putin.
Gli imperialisti sono a Mosca. Ma Trump, Musk e i loro alleati preferiscono fare finta di niente.
(Serena Russo)
Prompt:
Intro: proprio in questi giorni Elon Musk, Donald Trump e J.D. Vance, hanno lanciato una campagna di disinformazione contro l'Ucraina e il presidente Zelensky. L'obiettivo sembra quello di risvegliare nel subconscio degli americani i ricordi di conflitti passati, come il Vietnam, l'Afghanistan e l'Iraq, dove gli Stati Uniti si sono impegnati in guerre lontane con obiettivi poco chiari e sostenendo governi corrotti.
Giustificazione: Per giustificare il cambiamento di posizione sull'Ucraina, è necessario esagerare i costi economici del conflitto, facendo sembrare che solo gli USA stiano sostenendo il peso finanziario. Trump, ad esempio, afferma falsamente che gli Stati Uniti hanno contribuito molto più degli europei e che i soldi americani sono stati sprecati. E' l'archetipo del soldato americano che combatte da solo e lontano per cause poco chiare.
Leader fantoccio: Un altro punto centrale della campagna di disinformazione è il tentativo di dipingere Zelensky come un leader fantoccio, suggerendo che non sia democratico e che l'Ucraina dipenda completamente dagli aiuti USA. Ma Zelensky è stato eletto democraticamente e l'Ucraina è in guerra, il che giustifica la legge marziale e la sospensione delle elezioni.
Realtà: l'Ucraina sta combattendo una guerra giusta contro l'aggressione russa e merita il sostegno della comunità internazionale. Gli imperialisti in questo caso sono i russi; l'America di Trump purtroppo trova più allettante allinearsi alla visione russa.
Nel frattempo: la maggioranza del Senato italiano ha approvato un ordine del giorno proposto dalla Lega, che chiede al governo di considerare una deroga per riprendere l'export di materiale idraulico verso Russia e Bielorussia. Il documento, approvato durante l'ultima commissione sulle Politiche UE, include prodotti per impianti sanitari, rubinetteria e tubature in rame con un diametro interno inferiore ai 50 millimetri, per evitare usi bellici. anche Giulio Terzi di Sant'Agata, esponente di Fratelli d'Italia e presidente della Commissione alle Politiche UE, ha votato a favore, nonostante il suo precedente sostegno alla causa ucraina. L'astensione del Movimento 5 Stelle è un ulteriore ma prevedibile segnale preoccupante del cambiamento di atteggiamento verso l'Ucraina.
Italia: l'effetto Trump si fa sentire, l'Italia inizia a riprendere un atteggiamento filorusso.
Articolo: intro, giustificazione, leader fantoccio, realtà, nel frattempo, Italia.
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