
L’Italia ama vantarsi di essere un Paese che sostiene la famiglia. Tre pilastri ne sarebbero la prova: l’assegno unico, i sussidi legati all’ISEE e le dichiarazioni pompose di politici come Giorgia Meloni e Matteo Salvini, sempre pronti a celebrare la natalità e i “sacri valori tradizionali”. Ma la realtà è un’altra. Mentre i discorsi altisonanti si sprecano, le famiglie con più figli vengono stritolate da un sistema di welfare assurdo e contraddittorio, in cui chi riceve aiuti si trova improvvisamente troppo ricco per riceverne altri.
Il paradosso dell’assegno unico
Prendiamo il caso concreto di una famiglia con tre figli. L’assegno unico, introdotto per aiutare le famiglie con figli a carico, è calcolato in base all’ISEE: più basso è l’ISEE, più alto è l’importo. Per questa famiglia, il sistema funziona. Grazie a un ISEE non troppo alto, possono usufruire di alcuni aiuti, come il progetto Nidi Gratis della regione Toscana, anche se altri, come il bonus bollette e la mensa scolastica agevolata, rimangono fuori portata.
Ma il problema arriva ogni anno, quando il capo famiglia si reca al CAAF per ricalcolare l’ISEE, convinto di ottenere un valore simile a quello dell’anno precedente. Stavolta, però, la sorpresa è amara: l’ISEE è schizzato di oltre 5000 euro. Lo stipendio è rimasto quasi invariato, il coniuge ha ancora lo stesso impiego precario, eppure la famiglia si ritrova improvvisamente “più ricca” sulla carta. La conseguenza? Un disastro economico: assegno unico ridotto, contributo INPS per il nido tagliato, meno aiuti regionali. Il risultato finale è una perdita netta di circa 300 euro al mese.
Come lo Stato crea la povertà
Sconvolto, il padre chiama il CAAF. C’è stato un errore? No, è tutto regolare. La beffa è servita: l’assegno unico, che dovrebbe aiutare le famiglie, viene conteggiato come reddito nell’ISEE. In altre parole, i soldi che lo Stato ti dà per sostenere i tuoi figli diventano il motivo per cui lo Stato decide che non hai più diritto ad aiuti. E, come se non bastasse, l’ISEE è aumentato anche perché la famiglia ha avuto un altro figlio.
Ecco il messaggio che passa: vuoi più figli? Bene, allora arrangiati. L’Italia non solo non aiuta le famiglie numerose, ma le penalizza attivamente. Se hai il coraggio di fare tre figli, finirai per guadagnare meno di chi ne ha uno solo, pur avendo il triplo delle spese. Il tutto mentre i politici straparlano di “inverno demografico” e invitano le donne a essere “meno egoiste” e a fare più figli per il bene della Nazione.
Il grande inganno della propaganda pro-famiglia
E così, ogni anno, migliaia di famiglie si ritrovano in questa spirale di assurdità burocratica. Il messaggio politico è sempre lo stesso: noi siamo dalla parte delle famiglie tradizionali! Viva la natalità! Poi, nei fatti, le famiglie vengono trattate come un problema, un peso, una voce di spesa da tagliare con trucchi contabili degni di una truffa ben congegnata.
Nel frattempo, chi davvero pesa sul bilancio pubblico – grandi evasori, caste di privilegiati, politici con pensioni d’oro, burocrati con stipendi da nababbi – rimane indisturbato. Il problema, a quanto pare, non sono i miliardi sottratti ogni anno dal sommerso fiscale, ma quelle coppie che osano mettere al mondo figli e chiedere allo Stato il sostegno che, a parole, viene loro promesso.
Ma dai, tranquilli: niente più rave!
Però, in fondo, possiamo stare tranquilli. Questo governo ha altre priorità. Non può occuparsi di sciocchezze come il supporto alle famiglie, la scuola pubblica o la lotta alla povertà. È troppo impegnato a vietare i rave, a ridurre i diritti delle persone LGBTQ+, a garantire che nei quartieri borghesi non ci siano troppi immigrati. Perché in fondo, secondo Fratelli d’Italia, la famiglia è sacra… finché non chiede aiuto.
(Roberto De Santis)
Prompt:
Intro: L'Italia si vanta di sostenere le famiglie attraverso tre pilastri principali: l’assegno di nucleo familiare, i sussidi basati sull'ISEE (indicatore di situazione economica equivalente) e i discorsi politici, spesso vuoti, di leader come Meloni e Salvini. Tuttavia, la realtà per molte famiglie è ben diversa.
Esempio: Prendiamo l'esempio di una famiglia con tre figli. Questa famiglia riceve attualmente un assegno unico, il cui importo è determinato dall’ISEE. Più basso l’ISEE, più alto l’assegno. Grazie a un ISEE “relativamente” basso, riescono ad accedere ad alcune misure di supporto, come il progetto nidi gratis della regione Toscana, ma non ad altre, come il bonus bollette o la mensa agevolata a scuola.
Ogni anno: Ogni anno, come di consueto, il capo famiglia si reca al CAAF per calcolare l'ISEE. Nonostante uno stipendio che è aumentato di pochissimo e uno stabile per il coniuge, si aspetta un risultato simile a quello dell’anno precedente. Invece, il nuovo ISEE risulta essere superiore di oltre 5000€. Economicamente, questo è un disastro: l'importo dell’assegno unico diminuisce, così come il supporto INPS alla retta del nido e quello regionale. In totale, la famiglia perde circa 300€ al mese. Disperato, il capo famiglia chiama il CAAF, sperando in un errore. La risposta è sconcertante: l'assegno unico viene considerato reddito e quindi incluso nell’ISEE. Inoltre, avendo avuto un figlio nel 2023, l’ISEE è ulteriormente aumentato.
Conclusione: l’INPS fornisce un sostegno finanziario per chi ha figli e lo stato offre servizi per le famiglie, ma se l’INPS ti dà soldi, si diventa troppo ricchi per accedere a quei servizi. Le famiglie, specialmente quelle che scelgono di avere più figli, si trovano sole, abbandonate da uno stato indifferente e da politici che usano la famiglia solo per vuota propaganda. Nel frattempo, gli evasori e le caste di vario tipo vengono lasciati in pace, mentre si punta il dito contro le famiglie e le donne per non fare figli, accusandole di egoismo.
Però: niente più rave, meno diritti agli omosessuali, zone a prova di immigrato nei quartieri borghesi - evviva Fratelli D'Italia!
Articolo: intro, esempio, ogni anno, conclusione, però. Prosegui poi sulla linea tracciata dall'articolo.
Assumendo personalità e stile di scrittura di Roberto De Santis, scrivi un articolo; usa un tono polemico.
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