
C’è una vecchia battuta sull’America: “Noi compriamo cose che non possiamo permetterci con soldi che non abbiamo da gente che non parla la nostra lingua.” La battuta è vecchia, ma il problema è sempre attuale. Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno vissuto con due enormi macigni sulle spalle: un deficit commerciale fuori controllo e un deficit pubblico che cresce come un buco nero. Due problemi che insieme prendono il nome di “deficit gemelli”.
Questa voragine economica è il prezzo da pagare per essere la superpotenza mondiale. Gli americani importano più di quanto esportano, e il mondo finanzia il loro stile di vita comprando titoli di Stato americani. Il dollaro regna sovrano, garantito più dalla forza geopolitica che dai fondamentali economici. Ma oggi siamo sicuri che possa durare per sempre?
Donald Trump, nel suo secondo mandato, promette di rimettere in sesto la situazione. Ma se guardiamo più da vicino, la sua strategia sembra una miscela di protezionismo, populismo economico e… criptovalute. Sì, perché secondo il nuovo corso trumpiano, le stablecoin potrebbero diventare il salvagente del dollaro. Ma è un’idea geniale o solo una nuova bolla pronta a scoppiare?
Il dollaro è ovunque, grazie ai deficit gemelli
Il dollaro è il pilastro dell’economia globale. Puoi pagare un caffè a Bali o un’auto in Germania in dollari, e nessuno si stupisce. Il motivo? Gli Stati Uniti inondano il mondo di biglietti verdi attraverso il loro deficit commerciale. Gli americani comprano tutto, dai microchip taiwanesi ai televisori cinesi, spendendo dollari che finiscono nei forzieri delle banche centrali di mezzo mondo.
E che ci fanno quei dollari all’estero? Spesso non vengono convertiti in altre valute, ma reinvestiti in titoli di Stato americani. È un circolo vizioso: il mondo presta soldi all’America affinché l’America possa continuare a comprare dal mondo. Una simbiosi perfetta… fino a quando funziona.
Il piano di Trump – protezionismo e stablecoin
Nel suo primo mandato, Trump aveva provato a correggere il deficit commerciale con dazi e barriere doganali. Risultato? Qualche industria americana ha avuto un breve vantaggio, ma il consumatore medio ha pagato di più per tutto. E il deficit commerciale? È rimasto lì.
Ora, nel suo secondo mandato, l’approccio è più articolato: da un lato, punta a ridurre la spesa pubblica (almeno a parole), dall’altro vuole mantenere il dominio del dollaro… con le criptovalute. Trump ha infatti abbracciato il mondo cripto con un entusiasmo sospetto. Ha strizzato l’occhio agli investitori di Bitcoin e ha promosso le stablecoin – criptovalute ancorate al dollaro – come la chiave per mantenere la liquidità globale senza dover fare debiti infiniti.
Stablecoin, i nuovi dollari sintetici
L’idea di base non è del tutto folle: se il mondo ha bisogno di dollari per funzionare, perché non creare una versione digitale che circoli liberamente, senza bisogno di deficit commerciali? Le stablecoin potrebbero essere la risposta. Queste criptovalute, legate al valore del dollaro, si basano su riserve di titoli di Stato americani. In pratica, invece di vendere dollari in cambio di beni fisici, gli Stati Uniti potrebbero vendere dollari digitali e continuare a inondare il mondo con la loro moneta senza esportare un solo hamburger.
Peccato che questa sia una mezza verità. Perché le stablecoin non sono gestite dal governo, ma da aziende private che hanno un solo interesse: il profitto.
Privatizzare il dollaro per il profitto di pochi
Dietro questa nuova frontiera finanziaria ci sono gli stessi attori che hanno guadagnato miliardi nei momenti di maggiore instabilità economica: hedge fund, venture capitalist e speculatori. Per loro, le stablecoin sono un’occasione d’oro. Consentono di controllare enormi quantità di denaro digitale senza le regole della finanza tradizionale.
Trump, dal canto suo, ha capito che questa potrebbe essere una nuova miniera d’oro, persino per lui. Non è un caso che abbia lanciato il suo memecoin personale, cavalcando la febbre delle criptovalute come un influencer di Wall Street Bets. Più che una strategia economica solida, sembra un altro colpo di teatro alla Trump: tanto clamore, poca sostanza.
In altre parole, questa privatizzazione del dollaro potrebbe solo aumentare la volatilità del sistema finanziario globale, concentrando ancora più ricchezza nelle mani di pochi e lasciando il cittadino medio con un pugno di mosche.
Deregolamentazione e la marcia dei miliardari
Per realizzare questa visione, però, c’è bisogno di una cosa: una deregolamentazione totale del mercato cripto. E guarda caso, proprio questa è la direzione che sta prendendo la Casa Bianca di Trump 2.0. Non a caso, Elon Musk e Marc Andreessen – imprenditori che fino a poco tempo fa flirtavano con i Democratici – ora sostengono apertamente The Donald.
La riunione del 7 marzo sarà il primo vero banco di prova: si deciderà come ristrutturare il mercato finanziario americano per far spazio alle criptovalute. L’obiettivo? Creare un sistema parallelo che permetta agli Stati Uniti di mantenere la supremazia del dollaro senza dipendere dai deficit gemelli.
Ma c’è un problema. Se le stablecoin diventano troppo influenti, le banche centrali straniere potrebbero perdere fiducia nel sistema americano. E cosa succede se, un giorno, smettono di comprare titoli di Stato USA? Un crollo finanziario degno del 1929.
Un azzardo pericoloso
Il piano di Trump per i deficit gemelli è, in fin dei conti, un’operazione spericolata. Invece di affrontare i problemi strutturali dell’economia americana, sta cercando di rimescolare le carte con una nuova finanza digitale senza regole. Se funziona, sarà una rivoluzione. Se fallisce, rischiamo una crisi finanziaria epocale.
Nel frattempo, mentre i miliardari cripto si preparano a festeggiare, il cittadino comune farebbe bene a tenere d’occhio il proprio conto in banca. Perché quando il castello di carte crollerà, a pagare il conto non saranno certo Trump, Musk o Andreessen.
(Emma Nicheli)
Prompt:
Intro: Negli ultimi decenni, gli Stati Uniti hanno affrontato due sfide economiche significative: un costante deficit commerciale e un grande deficit pubblico. Questi due fenomeni, noti come "deficit gemelli", rappresentano una situazione in cui il paese importa molto più di quanto esporti e spende molto più di quanto incassi. Sta per cambiare qualcosa?
Parte 1: Il dollaro americano mantiene il suo ruolo di valuta internazionale. Questo significa che è accettato in tutto il mondo, permettendo, ad esempio, di pagare un caffè a Bali con i dollari. Questo status è in parte dovuto al fatto che gli Stati Uniti inondano il mondo di dollari attraverso le loro importazioni. I dollari spesi all'estero spesso non vengono convertiti in altre valute, ma depositati in conti in dollari, creando una liquidità globale di dollari che viene spesso reinvestita in titoli di Stato americani.
Parte 2: Donald Trump ha cercato di affrontare questi deficit gemelli attraverso politiche economiche specifiche. Ha introdotto dazi per ridurre le importazioni e ha cercato di abbattere la spesa pubblica. Allo stesso tempo, ha voluto mantenere il dollaro come valuta internazionale e ha promosso gli Stati Uniti come capitale delle criptovalute. In particolare, Trump ha sostenuto l'uso delle stablecoin, criptovalute ancorate al valore del dollaro.
Parte 3: Le stablecoin potrebbero giocare un ruolo cruciale nel mantenere la liquidità globale del dollaro anche se i deficit gemelli venissero ridotti. Queste criptovalute, essendo ancorate al dollaro, investono in titoli di Stato americani, fungendo da "dollari sintetici". Questo potrebbe permettere al dollaro di mantenere il suo ruolo internazionale senza la necessità di un grande deficit commerciale.
Parte 4: Le stablecoins, criptovalute ancorate al valore del dollaro, rappresentano una soluzione innovativa per mantenere la liquidità globale del dollaro senza la necessità dei deficit gemelli. Queste criptovalute, essendo legate al dollaro, investono in titoli di Stato americani, fungendo da "dollari sintetici". Questo meccanismo potrebbe permettere al dollaro di mantenere il suo ruolo internazionale senza la necessità di un grande deficit commerciale. In pratica, le stablecoins potrebbero estendere il ruolo mondiale del dollaro, privatizzando la moneta e permettendo a pochi anarcocapitalisti di guadagnare miliardi. Tra questi, figura anche Trump con il suo memecoin.
Parte 5: Per realizzare questa visione, il mercato delle criptovalute deve essere esteso e deregolamentato. Questo è il motivo per cui Trump ha ricevuto il supporto di figure influenti come Elon Musk e Marc Andreessen, che in passato tendevano a sostenere i democratici. La deregolamentazione del mercato cripto è vista come un'opportunità per questi anarcocapitalisti di consolidare il loro potere e aumentare i loro profitti. La riunione del 7 marzo è considerata un passo cruciale in questa direzione, segnando l'inizio di una nuova era per le criptovalute e il ruolo del dollaro a livello globale.
Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5. Approfondisci dove necessario.
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