Benzina, Schermi e Schiavitù Digitale

I grandi progressi della tecnologia. Forse. Ce li raccontano ogni giorno: intelligenza artificiale, automazione, interconnessione. Siamo sempre più smart, sempre più digitali, sempre più “connessi”. Eppure, a volte mi chiedo se non stiamo invece regredendo, costretti a eseguire procedure assurde e inutilmente macchinose per compiere azioni semplici. Un sospetto che si è rafforzato dopo una recente esperienza nel futuristico mondo del rifornimento carburante.

Il Sacro Rito del Maxischermo

Recandomi alla solita stazione di servizio, ero preparato a fare ciò che gli uomini liberi hanno sempre fatto: inserire la carta, selezionare la pompa, pagare e andarmene. Ma no, troppo facile. Di fronte a me si è materializzato un grosso schermo colorato, che invece di lasciarmi pagare, ha pensato bene di propormi una pubblicità, con tanto di musichetta di sottofondo. Evidentemente, mentre riempio il serbatoio, dovrei anche riflettere su nuovi prodotti, magari scaricare un’app, fare shopping online.

Per poter procedere, ho dovuto premere qualcosa – senza sapere bene cosa – per zittire lo spot e tornare alla mia missione originaria: pagare il carburante. La domanda sorge spontanea: perché il mio gesto più frequente in un’operazione di pagamento deve essere rimuovere pubblicità? Ma andiamo avanti.

Il Labirinto Digitale

Dopo l’interruzione pubblicitaria, il maxischermo si è degnato di farmi scegliere tra quattro opzioni. Ho selezionato la prima: Rifornimento. Bene, siamo sulla buona strada. Mi è stato chiesto di scegliere la pompa, e ho optato per la numero 3. Perfetto.

A questo punto, il balletto del pagamento: carta o contanti? Visa o Bancomat? Dopo aver passato la carta sul lettore, il sistema mi ha ordinato di spostare lo sguardo su un altro piccolo schermo, un tastierino LED in bianco e nero, minuscolo e piazzato in una zona difficilmente accessibile. Mentre il grande touch-screen colorato mi guardava, inutile e complice di questo teatrino, io ero costretto a usare un’interfaccia che sembrava uscita da un bancomat degli anni ’80.

Inserisco il PIN. Torno al maxischermo. Attendo. “Connessione in corso, attendere…”. Dopo mezzo minuto, il verdetto: “Connessione col provider in timeout, riprovare più tardi”.

Il Gioco dell’Oca

A questo punto, riprovo. Stessa sequenza, stesso fallimento. Chiamo l’inserviente, un povero cristo che sicuramente aveva già vissuto questa scenetta con altri clienti. Nonostante gli avessi detto che il sistema mi aveva rifiutato due volte, lui, con la rassegnazione di chi sa di dover seguire il protocollo, ha ripetuto il tutto da capo. Magicamente, questa volta la connessione è riuscita.

Tutto a posto? Macché. Ora la macchina mi dice che la pompa 3, la mia, non è più disponibile. Perché? Perché mia moglie aveva già estratto la pistola del carburante. Errore fatale. Per il sistema, la nostra indipendenza di azione era un’eresia: bisognava rimettere tutto a posto e ricominciare daccapo.

La Tecnologia che Non Aiuta

Questa esperienza, purtroppo, non è un caso isolato. La tecnologia, che dovrebbe semplificarci la vita, spesso si trasforma in un ostacolo. Qui abbiamo un sistema dotato di un’interfaccia vocale che ci accoglie con un entusiasta “Benvenuto!”, ma che si rivela totalmente inutile quando qualcosa va storto. Non ti dice dove si trova il lettore, non ti suggerisce cosa fare quando il pagamento fallisce, non ti indica come risolvere l’errore della pompa. Ti accoglie, sì, ma poi ti lascia solo nel caos burocratico digitale.

Eppure, le soluzioni sarebbero semplici: un sistema di pagamento che non si pianti alla prima difficoltà, un’interfaccia più intuitiva, la possibilità di tornare indietro senza dover ricominciare tutto daccapo. Ma no, è troppo semplice. Perché il vero obiettivo non è servire il cliente, ma renderlo un ingranaggio di un sistema che lo controlla.

Schiavi delle Macchine

Ed eccoci al punto centrale: non siamo più utenti, siamo servitori non pagati delle macchine.

Un tempo, l’inserviente alla pompa si occupava di tutto. Oggi, grazie alla “tecnologia”, siamo noi a dover fare il lavoro: premere pulsanti, schivare pubblicità, digitare codici, interpretare messaggi d’errore, cercare soluzioni a problemi che non dovrebbero esistere. Tutto questo senza risparmiare tempo, ma anzi complicando operazioni un tempo immediate.

Certo, potremmo sperare che gli “agenti intelligenti” di domani migliorino la situazione, che le IA diventino davvero capaci di semplificarci la vita. Ma per ora, il progresso tecnologico sembra un incubo burocratico mascherato da innovazione.

E così, mentre la pompa finalmente eroga benzina e il grande schermo torna a trasmettere pubblicità, mi chiedo: siamo davvero più liberi, o stiamo solo diventando schiavi di una nuova forma di servitù digitale?

(Francesco Cozzolino)

Prompt:

Intro: i grandi progressi della tecnologia. Forse. Una recente esperienza, facendo benzina, mi spunto ad alcune riflessioni.

parte 1: Recandomi alla solita stazione di servizio, mi sono trovato di fronte a un grosso schermo colorato, che al posto del tradizionale pagamento mostrava una pubblicità con musica di sottofondo. Per poter procedere, era necessario premere qualcosa per far sparire l'annuncio, il quale probabilmente conteneva anche un link al sito del produttore, magari per effettuare un acquisto mentre gli altri aspettavano in fila.

parte 2: Successivamente, è apparsa un'altra schermata con quattro opzioni, ho selezionato la prima: Rifornimento. Dopo aver scelto la pompa numero 3, è iniziato il balletto del pagamento: carta o contanti? Visa o Bancomat? Dopo aver passato la carta sul lettore, mi è stato detto di seguire le istruzioni sul piccolo schermo con tastierino LED in bianco e nero, nascosto in una zona poco accessibile. Sebbene ci fosse uno schermo touch-sensitive di grandi dimensioni, dovevo usare un minuscolo tastierino a pulsanti, nemmeno illuminato. Ho inserito il PIN e sono tornato al maxischermo, che mostrava "Connessione in corso, attendere...". Dopo mezzo minuto di attesa, è apparso il messaggio "Connessione col provider in timeout, riprovare più tardi".

parte 3: Ho ripetuto tutta la trafila, ottenendo lo stesso esito. Ho quindi chiamato l'inserviente per segnalare il problema. Nonostante gli avessi detto di aver già provato due volte, ha voluto inserire la carta nuovamente. Stavolta la connessione è riuscita e mi ha chiesto quale pompa usare, nonostante l'avesse già fatto prima. Mostrava solo la pompa numero 4 disponibile, perché mia moglie aveva già estratto la pistola per iniziare il rifornimento. Abbiamo dovuto rimetterla a posto e ricominciare.

parte 4: la tecnologia, anziché semplificare la vita quotidiana, possa a volte renderla più complicata e frustrante. L'interfaccia è dotata anche di un lettore vocale che accoglie l'utente con "Benvenuto", ma non fornisce assistenza quando il servizio si blocca. Questo evidenzia la mancanza di integrazione tra i sistemi di servizio alla pompa e quelli di pagamento.

parte 5: adesso gli utenti sono stati trasformati in servitori non pagati delle macchine, sostituendo gli inservienti umani di un tempo. Ora spero che con l'introduzione degli agenti intelligenti, la situazione possa migliorare. Tuttavia, al momento, sembra che siamo sempre più soggetti a una forma di "schiavitù digitale" imposta dal progresso tecnologico.

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5. Approfondisci dove ritieni necessario.

Assumendo l'identità di Francesco Cozzolino descritta sopra, scrivi un Articolo; usa un tono irriverente.


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