Cracco, Ultima Generazione e il lusso a Milano: chi ha rubato il pane?

Ieri sei attivisti di Ultima Generazione hanno deciso che era il momento di far sentire la loro voce nel ristorante di Carlo Cracco a Milano. Una scelta simbolica per sottolineare un problema reale: mentre quasi due terzi degli italiani fanno i salti mortali per arrivare a fine mese, c’è chi si può permettere un risotto stellato senza battere ciglio. La protesta si inserisce nella campagna Il giusto prezzo, che punta il dito contro le disuguaglianze economiche, e non a torto. Milano, città che un tempo brillava per accoglienza e solidarietà, oggi è diventata il trionfo del lusso e dell’esclusività.

Il problema non è il risotto di Cracco

Da milanese—va bene, dell’hinterland, ma sempre milanese nel cuore—non posso che concordare con la valutazione di fondo: le disuguaglianze a Milano sono reali, tangibili e in crescita. Ma la prospettiva degli attivisti mi lascia perplessa. Se c’è un problema strutturale nella distribuzione della ricchezza, non è certo colpa dei ristoranti di lusso. Il punto non è il risotto a 500 euro, ma il fatto che per troppe persone anche una pizza da asporto sia diventata un lusso.

Il solito circo delle polemiche

E come sempre, il dibattito è degenerato alla velocità della luce. Da un lato i difensori di Cracco, paladini della meritocrazia, pronti a ricordare che lo chef ha sgobbato per arrivare dov’è. Dall’altro, quelli che attaccano i ragazzi di Ultima Generazione per aver disturbato la sacra liturgia della cena gourmet, con il solito argomento che “così si fanno solo odiare”. E poi ci sono gli immancabili “andate a lavorare”, con variante “perché non protestate davanti alla Ferrari a Maranello?”.

Ecco il problema: appena si solleva una questione sociale, si passa immediatamente all’attacco personale. Chi protesta diventa il nemico, il problema si sfuma, e alla fine tutto si riduce a una rissa mediatica in cui ognuno difende la propria posizione a prescindere.

Milano: capitale della disuguaglianza

Eppure, se si abbassa il volume delle polemiche, i dati parlano chiaro. Milano è una delle città più diseguali d’Italia. Tra il 2017 e il 2019, le famiglie a rischio povertà sono aumentate del 2,5%, e anche se i redditi sono cresciuti del 6,5% tra il 2015 e il 2018, il costo della vita ha galoppato molto più velocemente: +21,6% solo tra il 2017 e il 2019.

Vuol dire che l’aumento degli stipendi non è stato minimamente in grado di compensare il caro-vita. Per capirci, il costo medio di un paniere di beni essenziali a Milano è del 47% più alto rispetto a Napoli. E anche i servizi di base, come parrucchieri e visite mediche, costano di più rispetto ad altre città italiane.

Il divario tra centro e periferie

Questa polarizzazione si riflette anche nella geografia della città. Il centro di Milano è un universo parallelo fatto di ristoranti stellati, boutique esclusive e aperitivi da 15 euro. Le periferie, invece, sono sempre più tagliate fuori: meno trasporti, meno servizi, meno opportunità. Se sei ricco a Milano, vivi in una bolla di efficienza e bellezza; se sei povero, lotti ogni giorno per non essere risucchiato ai margini.

C’è chi prova a fare qualcosa

Il progetto CITILab ha provato a intervenire, mappando le politiche locali che cercano di ridurre queste disuguaglianze. Il focus è sulle fasce più vulnerabili—donne, persone con disabilità, disoccupati di lungo periodo—e su misure che incentivano il lavoro e il bilanciamento tra vita privata e professionale. Ci sono anche agevolazioni per le famiglie, ma il problema di fondo resta: senza un intervento più strutturale, queste misure sono solo palliativi.

L’importante è il pane, non l’aragosta

Alla fine della fiera, la questione è molto semplice: il problema non è il lusso, ma la povertà. Non è uno scandalo che qualcuno voglia cenare da Cracco, ma è inaccettabile che qualcuno non possa permettersi nemmeno un pasto decente. Se il dibattito fosse meno tossico, forse ci accorgeremmo che il vero obiettivo dovrebbe essere garantire a tutti una base dignitosa. Poi, chi vuole concedersi aragosta e caviale faccia pure—basta che nessuno resti senza pane.

(Luisa Bianchi)

Prompt:

Intro: ieri sei attivisti di Ultima Generazione hanno occupato il piano terra del ristorante di Carlo Cracco a Milano. La protesta fa parte della campagna 'Il giusto prezzo' e mira a sottolineare che, mentre quasi due terzi degli italiani hanno difficoltà a arrivare alla fine del mese, alcuni possono permettersi di scegliere tra un risotto d'autore e pasti normali. Gli attivisti evidenziano che Milano, storicamente una città solidale e accogliente, oggi nasconde questa tradizione sotto strati di lusso, eccessi e disuguaglianze estreme.

parte 1: da milanese (beh quasi: in realtà sei pur sempre una dell'hinterland), concordi con la valutazione dei giovani attivisti. Non concordi però con la prospettiva: il problema non sono certo i ristoranti di lusso.

parte 2: come sempre, il discorso si fa subito tossico. Fra chi difende Cracco che s'è fatto il culo per arrivare dov'è, fra chi contesta i ragazzi che impediscono alla gente di farsi la sua bella cenetta e quindi la manifestazione è controproducente e chi infine invita i ragazzi di Ultima Generazione ad andare a lavorare o protestare pure alla fabbrica della Ferrari a Maranello, l'attacco alla persona fa sparire il problema sotto la raffica delle polemiche.

parte 3: i dati segnalano che Milano è una delle città più diseguali e polarizzate d'Italia. Tra il 2017 e il 2019, le famiglie a rischio di povertà sono cresciute di 2,5 punti percentuali, e l'aumento dei redditi (+6,5 punti percentuali tra il 2015 e il 2018) non è stato in grado di pareggiare la crescita del costo della vita (+21,6 punti percentuali dal 2017 al 2019). Il costo medio per un paniere di beni essenziali è del 47% superiore rispetto a Napoli, e i servizi come parrucchieri e visite mediche sono più costosi rispetto ad altre città italiane.

parte 4: Milano è anche una delle città più diseguali e polarizzate d'Italia. Tra il 2017 e il 2019, le famiglie a rischio di povertà sono cresciute di 2,5 punti percentuali, e l'aumento dei redditi non è stato in grado di pareggiare la crescita del costo della vita. Le disuguaglianze sono particolarmente evidenti tra il centro e le periferie, con una distribuzione ineguale di trasporti, sanità e istruzione.

parte 5: Il progetto CITILab ha mappato le politiche locali e le iniziative volte a garantire un effettivo supporto e un miglioramento delle condizioni occupazionali per le donne, le persone con disabilità e i disoccupati di lungo periodo. Questi gruppi vulnerabili affrontano sfide significative nel mercato del lavoro, e le politiche mirate cercano di incentivare la conciliazione vita-lavoro e di offrire agevolazioni per le famiglie.

parte 6: la cosa realmente fondamentale è che a nessuno manchi il pane, poi chi vuole pasteggi pure con aragosta e caviale faccia pure.

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5, parte 6; approfondisci dove ritieni necessario.

Assumendo personalità, background e stile di scrittura di Luisa Bianchi, scrivi un articolo come se fossi lei. Usa il suo tono ironico e leggero, col giusto umorismo. Non usare la domanda retorica.


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