
Le serie tv e i film sulle droghe sintetiche “fatte in casa” ci hanno dato grandi soddisfazioni, inutile negarlo. Breaking Bad ha segnato un’epoca, trasformando un mite professore di chimica in un re del narcotraffico, e l’italianissimo trittico di Smetto Quando Voglio ha dimostrato che anche i cervelloni di casa nostra possono sporcarsi le mani in laboratorio — e non solo per un esame di biochimica. Ma c’è un dettaglio curioso in tutta questa faccenda: guardando queste storie, siamo sempre convinti che certe cose succedano solo in America, o comunque sullo schermo. Insomma, la nostra mentalità da spettatori ci fa pensare che da noi al massimo si spaccia nei parchi, non si costruisce un cartello tra il salotto e la mansarda.
E invece, Novara ci smentisce. Con eleganza, direi. E un pizzico di inquietante genialità.
Il professore non c’è, ma lo studente sì
Il protagonista è un ragazzo di 22 anni, studente universitario a Novara. Uno come tanti, verrebbe da pensare. E invece no: questo giovane italiano aveva trasformato la sua abitazione in quello che gli inquirenti hanno definito “uno dei più grandi e sofisticati laboratori clandestini di droghe sintetiche mai scoperti in Italia”.
Altro che coinquilini rumorosi e bollette non pagate: al piano terra c’era un impianto di distillazione chimica degno di una startup farmaceutica. In mansarda, invece, la zona di miscelazione, ordinata e precisa come una cucina molecolare. Solo che invece dei sifoni per la spuma c’erano beute, reagenti e capsule gel.
Il tutto, pare, ispirato proprio dalla serie Breaking Bad. E d’altronde, se Walter White ha trasformato l’alchimia in business, perché non potrebbe farlo anche un ventiduenne con un po’ di cervello, una laurea a metà e tanto tempo libero?
Metanfetamina, MDMA, LSD: il supermercato delle sostanze sintetiche
Il laboratorio era un vero e proprio emporio chimico del secolo XXI. Non solo metanfetamina, ma anche MDMA, LSD, e i celeberrimi “francobolli allucinogeni”, quei piccoli quadratini di carta imbevuti di sostanze psichedeliche che sembrano usciti da un festival rave del 1996.
L’intera produzione era realizzata in casa, con competenze tecniche da far impallidire alcuni corsi di farmacia. L’odore pungente di solventi e composti chimici, però, è stato anche il suo tallone d’Achille: i vicini, preoccupati, hanno avvertito le forze dell’ordine. Dopo mesi di indagini, appostamenti e rilevamenti, la polizia ha fatto irruzione, trovando un laboratorio così avanzato da sembrare quasi un set cinematografico.
Solo che non c’erano attori. E le droghe erano vere.
Genio e sregolatezza (e reato penale)
Il giovane è stato arrestato per produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Ma non prima di aver lasciato dietro di sé un’impressionante quantità di materiale chimico, documentazione, formule annotate, e addirittura dei prototipi per migliorare l’efficienza del processo produttivo.
Un Walter White in erba, insomma. Solo senza la calvizie, la barba e l’onorevole scusa di un cancro terminale. Qui siamo davanti a un brillante — e al tempo stesso pericolosissimo — esempio di come l’intelligenza, se sprovvista di qualsiasi bussola etica, possa diventare un’arma.
E che dire della passione dichiarata per Breaking Bad? Gli inquirenti riferiscono che il ragazzo non solo ammirava la serie, ma pare la vedesse come un modello di riferimento. Al punto da replicarne i processi, l’organizzazione e, in parte, perfino la mentalità imprenditoriale. Quando la fiction plasma la realtà, il risultato non è sempre Netflix & chill: a volte è un blitz della polizia e l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti.
Un caso isolato o la punta dell’iceberg?
Al netto dell’ironia e della cinematografia, il caso di Novara ci interroga su un problema più ampio: quanto sottovalutiamo la capacità tecnica, scientifica e organizzativa di certi individui fuori dal radar delle cronache?
Siamo abituati a pensare alla droga come qualcosa che arriva da fuori — Sud America, Balcani, darknet — e invece potrebbe essere prodotta proprio accanto a noi, nella villetta a schiera con le tapparelle abbassate e la Fiat Panda parcheggiata davanti.
Forse, più che sventolare le solite campagne moralistiche, bisognerebbe iniziare a considerare anche l’aspetto educativo, sociale e culturale di questi fenomeni. Perché se un ragazzo di ventidue anni, invece di investire il suo talento in un laboratorio legale o in un progetto di ricerca, decide di produrre LSD nella mansarda, è evidente che qualcosa, da qualche parte, si è rotto.
Il talento sprecato e l’epica del crimine
Il caso di Novara è affascinante quanto tragico. È la prova vivente che la realtà ha imparato a imitare la fiction con una precisione inquietante. Il protagonista non è un mostro, ma nemmeno un eroe. È il prodotto perfetto di una società che esalta il successo a ogni costo, anche quello etico e legale, e che troppo spesso confonde il talento con l’astuzia.
Il rischio è che un giorno si parli di lui non per quello che ha fatto, ma per quanto fosse “bravo a farlo”.
E che qualcuno, guardando questa storia, dica: “Quasi quasi ci provo anch’io.”
(Giancarlo Salvetti)
Prompt:
Intro: le serie tv o film sulle droghe sintetiche fatte in casa ci hanno dato notevoli soddisfazioni, basta vedere l'incredibile Breaking Bad o il brillante trittico italiano di Smetto Quando Voglio. Ma, chissà perché, siamo sempre convinti che queste cose avvengano in America o al cinema. Invece Novara ci smentisce.
parte 2: Un caso recente ha visto protagonista un 22enne italiano, studente universitario a Novara, che aveva trasformato la sua abitazione in uno dei più grandi laboratori clandestini di metanfetamine e altre droghe sintetiche in Italia. Ispirato dalla serie televisiva Breaking Bad, il giovane aveva allestito un sofisticato impianto di distillazione al piano terra e una zona di miscelazione nella mansarda. La polizia ha scoperto il laboratorio dopo mesi di indagini, attirata dall'odore chimico che fuoriusciva dall'appartamento.
parte 3: Tra le sostanze prodotte c'erano metanfetamina, MDMA, LSD e altre droghe sintetiche, inclusi i cosiddetti "francobolli allucinogeni". Il giovane è stato arrestato per produzione di sostanze stupefacenti, e il laboratorio è stato descritto come uno dei più avanzati nel suo genere.
parte 4: il brillante giovane peraltro era appassionato di Breaking Bad e pare che abbia tratto ispirazione proprio da lì.
Articolo: intro, bio1, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4. Approfondisci dove necessario.
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