
Il recente volo suborbitale realizzato dalla compagnia aerospaziale Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, ha portato nello spazio — o per meglio dire appena oltre l’atmosfera — sei donne. Tra queste, la sua futura moglie Lauren Sánchez e la cantante Katy Perry. Dieci minuti di volo, con qualche minuto in microgravità, abbastanza per vedere la curvatura della Terra e postare una foto spettacolare al rientro.
Ma più del lancio, a decollare sono state le critiche. Un fuoco incrociato da destra e da sinistra, con toni che vanno dal populismo economico al complottismo cosmico, passando per l’ecologismo à la carte. È il caso di fare un po’ di chiarezza, con i piedi per terra e la testa tra le stelle.
Soldi pubblici? No, grazie: questo viaggio è stato pagato in contanti (e privati)
La prima obiezione più gettonata — e a dire il vero, anche la più stanca — è quella secondo cui questi voli spaziali rappresenterebbero uno spreco di risorse in un mondo con tanti problemi ancora irrisolti. Un’argomentazione tanto nobile quanto fuorviante.
Il volo non è stato finanziato con soldi pubblici. Nessuna agenzia statale ha pagato il biglietto a Katy Perry o a Lauren Sánchez. Ogni passeggero ha coperto il proprio posto con cifre stimate tra i 500.000 e 1 milione di dollari, come si farebbe con un jet privato, una villa sul lago di Como o — per restare in tema — l’acquisto di una squadra di calcio.
Blue Origin vende questi lanci come servizio commerciale, in un settore che si sta aprendo a nuove frontiere: turismo spaziale, test di microgravità, esperimenti scientifici, comunicazioni satellitari. Criticarlo in nome del bene collettivo è come inveire contro i concerti di Beyoncé perché i biglietti costano troppo.
E l’ambiente? Meglio di un volo intercontinentale
Altro bersaglio preferito: l’impatto ambientale. È qui che la scienza, se conosciuta, dovrebbe parlare chiaro.
Il razzo New Shepard utilizza idrogeno e ossigeno liquidi come propellenti. Il risultato? La reazione chimica produce quasi esclusivamente vapore acqueo, niente CO₂, niente polveri sottili.
Certo, l’idrogeno non cade dal cielo. Ma se viene prodotto da fonti rinnovabili — ed è questa la direzione in cui si sta muovendo l’intera industria, spinta anche dagli investimenti per l’idrogeno verde —, l’impatto ambientale si riduce ulteriormente.
In parole semplici: un volo suborbitale come questo inquina meno di un volo Roma-New York in classe business. E non mi pare che chi protesta per Blue Origin abbia mai rinunciato alle vacanze oltreoceano.
La Terra è piatta, lo spazio è finto e i razzi sono pupazzi
E infine, la perla. Ogni volta che si parla di viaggi nello spazio, riemergono le teorie complottiste. Che siano messinscene, che la NASA ci inganni da decenni, che i razzi siano in realtà scenografie di Hollywood.
No, non sto scherzando. C’è chi davvero pensa che l’intero programma spaziale sia una cospirazione globale che coinvolge USA, Russia, Cina, India, Europa, Giappone, Israele e pure le aziende private — tutti perfettamente coordinati, da oltre sessant’anni, senza nemmeno una fuga di notizie.
Ora, a parte che non riusciamo a tenere nascosto nemmeno un bonus edilizio mal gestito, pensare che centinaia di migliaia di persone abbiano inscenato lo spazio per decenni è più materiale da analisi psichiatrica che da dibattito pubblico.
Invidia, ignoranza e retorica: quando la scienza è solo un bersaglio comodo
In definitiva, le critiche a questi voli — che siano tecnofobiche, moraliste o anti-élite — raccontano più delle nostre paure che dei fatti stessi.
Si teme un mondo che cambia troppo in fretta, si odiano i simboli del successo economico, si ignora la scienza e si cerca conforto in narrazioni semplici. È un mix perfetto di invidia sociale, ignoranza scientifica e populismo culturale.
Ma non sarà certo disprezzando chi guarda le stelle che miglioreremo la vita sulla Terra. Al contrario: la ricerca, l’esplorazione e l’innovazione sono sempre state il motore del progresso umano. Anche quando portano in orbita una cantante pop.
(Giulia Remedi)
Prompt:
Intro: il recente volo suborbitale di dieci minuti realizzato dalla compagnia aerospaziale Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, con a bordo sei donne, tra cui la sua futura moglie e la cantante Katy Perry, è un buono spunto per commentare le critiche mosse da parte dell’opinione pubblica e da segmenti ideologizzati di destra e sinistra, definiti uniti da invidia sociale, ignoranza scientifica e populismo culturale.
parte 1: Il primo chiarimento riguarda i costi: il volo non è stato finanziato dallo Stato, ma interamente da fondi privati. Blue Origin vende questi lanci come servizio commerciale e il prezzo per ogni passeggero si stima tra i 500.000 e 1 milione di dollari, coperti dagli stessi partecipanti. Non si tratta dunque di fondi pubblici "sprecati", ma di scelte private comparabili ad altri lussi come l’acquisto di squadre sportive.
parte 2: il razzo New Shepard usa idrogeno e ossigeno liquidi come propellenti, producendo in gran parte vapore acqueo come scarto. Anche la produzione dell’idrogeno, se ottenuto da fonti rinnovabili, non comporta inquinamento: si parla in tal caso di idrogeno verde, la cui produzione è in espansione.
parte 3: non mancano le teorie complottiste, secondo cui i viaggi spaziali sarebbero una messa in scena globale: l’autore liquida l’idea come insensata e degna più di uno studio psicologico che di un dibattito razionale, visto che coinvolgerebbe complotti tra USA, Russia, Cina e aziende private per oltre sessant’anni senza alcuna fuga di notizie.
Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3. Approfondisci dove necessario.
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