Il vino, le ville e la mafia russa: come la Toscana è diventata il paradiso del crimine “in doppiopetto”

Negli ultimi decenni, la Toscana — terra di colline dorate, cantine secolari e tramonti che fanno sospirare gli influencer — è diventata anche il buen retiro preferito della mafia russa. Ma dimenticatevi i kalashnikov, i tatuaggi nei gulag e gli interrogatori a base di piombo: qui si gioca su un altro piano. La nuova criminalità organizzata post-sovietica si è infilata nei vigneti, nei resort di lusso e nei salotti buoni, normalizzando la propria presenza senza bisogno di una sola goccia di sangue. È la mafia che sorride e brinda col Sassicaia.

“Matrioska” e l’inizio di tutto

Era il 2013 quando la Procura di Firenze decise di sollevare il tappeto persiano e vedere quanta polvere si fosse accumulata sotto. L’indagine, chiamata non a caso “Matrioska”, rivelò una rete di criminalità organizzata che spaziava da Prato a Firenze, da Pistoia a Pisa, con legami diretti con la Solncevskaya Bratva, uno dei gruppi mafiosi più potenti e spietati della Russia.

Non erano bande di balordi a caccia di Rolex nei vicoli, ma raffinati finanzieri del crimine. I soldi sporchi partivano da Cipro e Lettonia — due paradisi dove il concetto di “domicilio fiscale” è stato elevato a forma d’arte — e arrivavano a gonfiare conti correnti italiani, pronti a essere trasformati in investimenti apparentemente innocui: agriturismi, aziende vinicole, immobili di lusso. Una Toscana da cartolina, solo che il fotografo era il riciclaggio internazionale.

Il Chianti, la Maremma e la Versilia come lavanderie di lusso

Tra il 2000 e il 2020, milioni di euro dalla provenienza più nebulosa di un pomeriggio di novembre sono stati investiti strategicamente nei settori-chiave della regione. Il Chianti ha visto l’acquisto di prestigiose aziende vinicole, mentre la Maremma e la Versilia sono diventate teatro di un boom di resort a cinque stelle, spa da sogno e ville da copertina.

Non si sono fermati agli immobili: notai, studi legali e commercialisti sono stati arruolati — talvolta consapevolmente, talvolta con una beata ingenuità che rasenta il complice — per legittimare flussi di denaro che, a un esame più attento, puzzavano di frodi fiscali a distanza di chilometri. E intanto la Direzione Nazionale Antimafia segnalava, quasi come una voce nel deserto, che la Toscana era diventata una delle regioni più attrattive per il riciclaggio internazionale.

Società di comodo e soldi che girano come trottole

Nel 2018, un’altra operazione — meno nota ma altrettanto significativa — svelò un ulteriore strato della Matrioska: società fittizie con sede ad Arezzo e Firenze, intestate a prestanome russi e ucraini, venivano usate per evadere l’IVA e ripulire fondi provenienti da frodi informatiche commesse in Germania e Repubblica Ceca.

Il trucco era semplice quanto geniale: creare imprese di facciata che sembravano condurre affari perfettamente legittimi, mentre sotto sotto movimentavano capitali sporchi da reinvestire. Un flusso di denaro “apparentemente legale” — come l’hanno definito gli inquirenti — che rendeva impossibile distinguere il criminale dallo speculatore. D’altronde, nell’economia moderna, chi non ha una holding alle Seychelles, una LLC nel Delaware e un casale ristrutturato a San Gimignano?

La mafia che sorride e fa cultura

Il vero colpo di genio della mafia russa, però, è stato quello di non cercare mai il confronto, ma l’integrazione. Nessuna intimidazione da film di Scorsese: solo abilità finanziaria e un discreto uso della diplomazia sociale.

Commercialisti, notai e avvocati, che in teoria dovrebbero vigilare sui flussi sospetti, in molti casi si sono limitati a chiudere un occhio. Quando non entrambi. Operazioni “borderline” con società estere a rischio sono passate senza troppe domande, segnalazioni antiriciclaggio mancate più per abitudine che per malafede.

E la politica? Nessuna valigetta piena di contanti scambiata in parcheggi bui. Solo patrocini pubblici a fondazioni culturali “amiche della Russia”, finanziamenti a eventi folkloristici, inviti a viaggi istituzionali nei Paesi dell’ex blocco sovietico. In alcuni casi, sponsorizzazioni indirette a campagne elettorali locali. Il tutto per normalizzare la presenza russa, sfumando sempre più il confine tra economia legale e criminalità organizzata.

Dalle banche alle cripto, evoluzione naturale della specie

Negli ultimi anni, con l’esplosione delle criptovalute, la mafia russa ha trovato un alleato perfetto. I fondi transitano attraverso banche di Malta, Cipro e Lituania, per poi sparire magicamente nel cyberspazio delle monete virtuali. Europol e Interpol hanno individuato reti di riciclaggio che usano Bitcoin e monete minori per muovere milioni senza lasciare tracce immediate.

In pratica: perché sudare a intestarsi una villa nel Chianti, se puoi comprare un impero digitale seduto sulla tua chaise longue a Monte Carlo?

Brindiamo (ma con cautela)

La Toscana continua a vendersi al mondo come terra di cultura, buon vino e stile di vita invidiabile. Ma sotto il tappeto, i soldi sporchi hanno messo radici profonde.

Così, mentre brindiamo con un calice di Chianti alla bellezza eterna di questa terra, forse dovremmo chiederci: quel casale perfettamente ristrutturato che domina le colline… a chi appartiene davvero?

(Giancarlo Salvetti)

Prompt:

Intro: Negli ultimi decenni, la Toscana è diventata una terra di investimento per la mafia russa. Lontana dall'immaginario fatto di kalashnikov e tatuaggi nei gulag, questa criminalità organizzata ha scelto una strategia più discreta: investimenti in vigneti, resort di lusso, ville e attività economiche, normalizzando la propria presenza senza ricorrere alla violenza.

parte 1: Nel 2013, la Procura di Firenze avviò un’indagine denominata “Matrioska”, rivelando una rete di criminalità attiva tra Prato, Firenze, Pistoia e Pisa. I legami emersi conducevano a gruppi mafiosi come la potente Solncevskaya Bratva, coinvolti in operazioni di riciclaggio e frodi fiscali. Il denaro, proveniente da Cipro e Lettonia, transitava per banche italiane e veniva investito in immobili e attività turistiche.

parte 2: Tra il 2000 e il 2020, decine di milioni di euro di origine sospetta sono stati destinati a settori chiave della Toscana: Aziende vinicole nel Chianti, Resort di lusso in Maremma e Versilia, Ville e casali ristrutturati tra Firenze e Siena, Studi legali e notarili, utilizzati per legittimare i flussi finanziari
Secondo la Direzione Nazionale Antimafia, la Toscana è stata attrattiva per investitori esteri sospettati di riciclaggio, complice la forte espansione immobiliare e turistica della regione.

parte 3: Nel 2018, un’altra operazione rivelò l’uso di società fittizie con sedi ad Arezzo e Firenze. Queste strutture finanziarie, intestate a prestanome russi e ucraini, servivano a eludere l’IVA e a riciclare fondi derivanti da frodi informatiche in Germania e Repubblica Ceca. Gli investigatori definirono il flusso di denaro come “apparentemente legale”, ma finalizzato al reimpiego di capitali illeciti.

parte 4: La mafia russa non usa la forza, ma l’abilità finanziaria. Notai, commercialisti e avvocati hanno agevolato transazioni sospette, talvolta senza segnalazioni antiriciclaggio. Studi professionali sono stati oggetto di accertamenti amministrativi per operazioni con società estere a rischio, dimostrando come il sistema criminale si integrasse perfettamente nel tessuto economico locale. Il rapporto tra mafia russa e politica toscana non passa per la corruzione, ma per la normalizzazione. Fondazioni culturali e associazioni filo-russe hanno ottenuto patrocini pubblici, finanziato eventi e coinvolto politici in viaggi nei Paesi dell’ex blocco sovietico. Sponsorizzazioni indirette hanno toccato campagne elettorali e liste civiche, rendendo sempre più sfumato il confine tra investimenti legali e finanziamenti criminali.

parte 5: Negli ultimi anni, il sistema bancario e le criptovalute hanno ampliato le possibilità di riciclaggio. Monete virtuali vengono convertite e spostate tramite circuiti ombra, con fondi transitati da banche di Malta, Cipro e Lituania. Europol e Interpol hanno tracciato operazioni riconducibili a gang russe coinvolte in frodi online.

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5. Approfondisci dove necessario.

Assumendo la personalità di Giancarlo Salvetti, scrivi un approfondito articolo dal tono tagliente, ironico e brillante.

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