
I russi, bisogna dargliene atto, hanno portato l’arte della disinformazione a vette che farebbero impallidire anche i più consumati illusionisti. In fatto di manipolazione, propaganda e narrazione alternativa – mettiamola così – non temono rivali. Ma se pensavate che la loro influenza si fermasse ai social, agli opinionisti in TV o ai meme con Putin a torso nudo, preparatevi a qualcosa di più sottile e, per certi versi, inquietante: i manuali scolastici italiani. Sì, proprio quelli su cui i nostri studenti imparano (si spera) a distinguere la storia dalla leggenda.
Il dossier che non ti aspetti
A svelare la faccenda è un rapporto pubblicato dall’Istituto Germani di Roma, centro studi specializzato in sicurezza e geopolitica. Il dossier – redatto con un certosino lavoro d’archivio che ha messo sotto la lente decine di manuali di storia e geografia delle scuole italiane – analizza la presenza di narrazioni sorprendentemente… amichevoli nei confronti della Russia.
Alcuni testi descrivono l’annessione della Crimea come un “ritorno alla madrepatria” – come se si trattasse del rientro di un figlio pentito dopo un Erasmus troppo lungo. In altri, la guerra del Donbass è raccontata come una generica “guerra civile” ucraina, senza nemmeno menzionare l’intervento armato russo. Dimenticanze? Errori in buona fede? O forse qualcosa di più strutturato?
Il rapporto parte dalle segnalazioni di insegnanti e attivisti, e solleva una domanda importante: perché queste versioni così compiacenti della narrativa del Cremlino si trovano nei libri usati da milioni di ragazzi italiani?
Quando la scuola fa propaganda (senza saperlo)
L’elemento più preoccupante, secondo gli autori del dossier, non è solo ciò che viene scritto, ma ciò che non viene detto. La mancanza di contesto – storico, geopolitico e culturale – trasforma il racconto scolastico in un terreno fertile per la disinformazione. La storia dell’Ucraina, nazione con una propria identità ben distinta e spesso sofferta, viene sminuita, appiattita, o addirittura ignorata, come se fosse solo un’appendice capricciosa della Grande Russia.
In questo modo, spiegano i ricercatori, si finisce col veicolare nelle aule scolastiche una visione del mondo che fa il gioco delle strategie comunicative del Cremlino. E tutto ciò mentre pensavamo che il massimo della propaganda scolastica si fosse fermato ai vecchi sussidiari con le foto patinate della famiglia italiana felice accanto alla Fiat Panda.
Correggere è (molto) difficile
Il dossier non si limita alla denuncia. Tra le proposte per arginare il fenomeno c’è la formazione specifica degli insegnanti per riconoscere e contrastare i segnali di disinformazione, e un’accurata revisione critica dei contenuti scolastici.
Alcune case editrici hanno già iniziato a correggere le versioni digitali dei manuali, un po’ come chi cerca di riparare una barca mentre affonda. Ma rimane il problema delle copie cartacee: milioni di libri già distribuiti, conservati nelle aule, nelle case, nei magazzini polverosi delle scuole, e ancora utilizzati.
Insomma, non si tratta solo di aggiornare due paragrafi e aggiungere una didascalia: serve una vera strategia culturale. Come difendere un’intera generazione di studenti dalle trappole narrative di un apparato di propaganda straniero, senza cadere nella censura o nella paranoia? È una sfida tanto pedagogica quanto politica.
Una questione sottile, ma fondamentale
Il bello – si fa per dire – è che tutto questo può sembrare irrilevante. Un dettaglio editoriale. Una sfumatura. Ma è proprio qui che la disinformazione dà il meglio di sé: nei non detti, nei sottintesi, nelle mezze verità. E la scuola, volente o nolente, diventa l’anello debole di un sistema che pretende di essere democratico, ma che spesso si dimentica di vigilare sui propri contenuti più delicati.
Non si tratta di lanciare crociate contro la Russia o contro gli editori disattenti. Ma di prendere sul serio il fatto che, se racconti male la Crimea a un dodicenne, magari da grande finirà col credere che la Storia sia un’opinione come le altre.
(Luisa Bianchi)
Prompt:
Intro: i Russi sono forse i più grandi disinformatori del mondo, con un'esperienza imbattuta. Un'ulteriore prova viene da un dossier che ci svela la profondità dell'influenza russa su un paese, il nostro, già ampiamente vulnerabile per tutta una serie di motivi storici e culturali.
parte 1: Il dossier pubblicato dall’Istituto Germani di Roma (fai una panoramica su di esso) analizza la presenza di narrazioni filo-russe nei manuali scolastici italiani di geografia e storia. L'indagine, avviata dalle segnalazioni di attivisti e studiosi, ha rivelato che molti testi riportano versioni alterate di eventi storici riguardanti l'Ucraina, presentando l'annessione della Crimea come un ritorno legittimo alla Russia e descrivendo la guerra nel Donbass come un conflitto civile, omettendo l'intervento russo.
parte 2: Il rapporto evidenzia come la mancanza di contesto storico possa influenzare la percezione degli studenti italiani sulla reale identità nazionale ucraina, collegando la narrazione scolastica alle strategie di propaganda del Cremlino. Gli autori del dossier sottolineano il ruolo dei manuali scolastici come strumenti di manipolazione culturale e propongono misure per garantire maggiore trasparenza e controllo sui contenuti educativi.
parte 3: Tra le soluzioni suggerite vi sono la formazione degli insegnanti sulla disinformazione e la revisione critica dei testi scolastici. Alcune case editrici hanno già iniziato a correggere digitalmente i manuali, ma resta il problema delle copie cartacee distribuite. Il dossier invita a una strategia culturale per difendere la libertà di informazione e la qualità dell'istruzione.
parte 4: si tratta di una questione estremamente delicata, facile da sottovalutare, ma in realtà cruciale.
Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4; approfondisci dove ritieni necessario.
Assumendo personalità, background e stile di scrittura di Luisa Bianchi, scrivi un articolo come se fossi lei. Usa il suo tono ironico e leggero, col giusto umorismo.
Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.