Un Piano per le Prossime Pandemie. E Noi Che Facciamo? Ci Asteniamo.

Se c’è una cosa che il Covid-19 avrebbe dovuto insegnarci – e uso il condizionale non a caso – è che la prevenzione non è un lusso, ma una necessità vitale. E che affrontare una pandemia senza un piano è come gettarsi in mare aperto senza saper nuotare.

Eppure, a giudicare da certe scelte politiche recenti, verrebbe da chiedersi: abbiamo davvero imparato qualcosa? O abbiamo solo voltato pagina fingendo che nulla sia successo?

Un Accordo Storico (e necessario)

Il 20 maggio scorso, l’Assemblea Mondiale della Sanità – l’organo legislativo dell’OMS – ha adottato ufficialmente il primo Accordo Pandemico Globale.
È un documento storico, nato dopo tre anni di intensi negoziati tra gli Stati membri. L’obiettivo è ambizioso ma urgente: rafforzare la preparazione, la cooperazione e la risposta globale in vista di future pandemie.
Sì, perché ce ne saranno altre. E non serve l’intelligenza artificiale per prevederlo: basta guardare la storia.

L’accordo punta su alcuni pilastri fondamentali:

  • Condivisione rapida e trasparente delle informazioni sanitarie.
  • Equità nell’accesso ai vaccini, terapie e dispositivi medici.
  • Rafforzamento dei sistemi sanitari nazionali.
  • Coordinamento internazionale nella risposta alle emergenze sanitarie.

In altre parole: più cooperazione, meno caos. Più scienza, meno improvvisazione.

Chi c’era e chi ha alzato la mano (a metà)

Durante il voto in commissione, 124 Paesi hanno detto sì. Nessun voto contrario.
Undici Stati si sono astenuti. Tra questi, purtroppo, anche l’Italia.

Ora, attenzione: non parliamo di un trattato vincolante che impone obblighi rigidi, ma di una cornice strategica pensata per migliorare la nostra risposta collettiva a minacce sanitarie globali. È un invito alla responsabilità, non un diktat.

Sovranità o strategia politica?

Il governo italiano ha motivato la sua astensione sottolineando l’importanza di preservare la sovranità nazionale in materia di salute pubblica.
Un principio legittimo, in astratto. Ma qui non si parla di cedere il controllo delle politiche sanitarie all’OMS. Si parla di collaborare, di prevenire, di non essere di nuovo impreparati.

A essere onesti, il sospetto è un altro.
Che dietro questa astensione ci sia una scelta politica, non tecnica.
Un ammiccamento – nemmeno troppo velato – a una certa galassia ideologica no-vax, no-EU, no-scienza, che ancora oggi influenza una fetta consistente dell’elettorato sovranista.

Il risultato? Un gesto che sa più di propaganda che di responsabilità.

Basta un cartello “NO VIRUS” ai confini?

Forse il governo italiano pensa davvero che basti blindare i confini, alzare qualche voce in TV, e scrivere “vietato l’ingresso ai virus” per fermare la prossima pandemia.
Ma la biologia non conosce barriere politiche. I virus non hanno passaporti. E le pandemie non si fermano con le dichiarazioni d’intenti.

Si fermano con i dati. Con la condivisione delle conoscenze. Con piani chiari e coordinati. Con la scienza.

La posta in gioco è la vita, non il consenso

Se c’è una lezione che non possiamo permetterci di dimenticare è che non si può reagire a una crisi sanitaria con il fiato corto.
La prevenzione richiede lungimiranza. Richiede il coraggio di investire oggi per evitare di piangere domani.

Astenersi da un accordo che ha come unico obiettivo quello di evitare che milioni di persone muoiano come nel 2020 non è prudenza. È miopia.

E allora torniamo alla domanda iniziale: abbiamo davvero imparato qualcosa?
Perché, se la risposta è no, la prossima pandemia – e arriverà – potrebbe trovarci di nuovo in ginocchio.

E questa volta, senza neppure l’alibi dell’impreparazione.

(Giulia Remedi)

Prompt:

Intro: se c'è una cosa che dovremmo aver imparato dal Covid-19 è l'importanza della prevenzione e di aver piani pandemici, visto che siamo stati colti impreparati. Lezione appresa. Forse.

parte 1: il 20 maggio scorso L’Assemblea Mondiale della Sanità, organo legislativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha ufficialmente adottato il primo Accordo Pandemico Globale, un documento storico volto a rafforzare la preparazione e la risposta collettiva della comunità internazionale di fronte a future pandemie.

parte 2: L’accordo è il risultato di tre anni di negoziati, avviati in seguito alle criticità emerse durante la pandemia di COVID-19. Durante il voto in commissione, 124 Paesi si sono espressi a favore, nessuno ha votato contro, mentre 11 si sono astenuti, tra cui l’Italia.

parte 3: Il governo italiano ha motivato l’astensione sottolineando l’importanza della sovranità nazionale nelle decisioni relative alla salute pubblica. In realtà il sospetto è la scelta politica: la galassia no-vax è sovrapponibile quasi interamente a quell'ampia fetta di elettorato sovranista, anti-EU, anti-tutto.

parte 4: forse il governo italiano ha ragione, basta mettere un cartello "no virus" sui confini...

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4. Approfondisci dove necessario, in particolare discutendo il piano dell'OMS.

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