Orchi con famiglie e sogni infranti: Amazon, Tolkien e il welfare dei servi di Sauron

Nel mondo di Tolkien, gli orchi non sono esattamente creature da prendere per mano al tramonto. Nati dalla tortura e dalla corruzione degli Elfi per mano di Melkor (o Morgoth, per chi ama i nomi sinistri), sono esseri violenti e malvagi, plasmati nel dolore e nell’odio. La loro società, se così si può chiamare, è regolata dalla paura, dalla forza bruta e da una gerarchia che farebbe impallidire anche certi ambienti ministeriali. Sono tribù feroci, governate da capi spietati, sempre pronti a farsi la guerra tra loro finché un Sauron qualunque non li mette in riga con frustate e promesse di sangue. Non proprio un ritratto da romanzo rosa, insomma.

Va detto che Tolkien, con buona pace di chi cerca disperatamente chiavi di lettura contemporanee anche sotto i sassi della Contea, ha sempre rappresentato gli orchi come simboli viventi della corruzione assoluta. Non c’è redenzione, non c’è ambiguità morale, non ci sono percorsi di crescita personale: sono semplicemente quello che sono. E va bene così.

Ora, io non sono una tolkieniana ortodossa. Ho letto Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli più volte e li ho amati, anche se non mi sveglio la notte per compulsare le appendici. Non ho letto i tomi genealogici in lingua elfica né ho mai preso un tè immaginario con Tom Bombadil. Prima di scrivere queste righe, ho comunque dato un’occhiata alle fonti, giusto per evitare di confondere un orco con un troll (che per Tolkien sarebbe quasi un’eresia).

Tutto questo per dire che sono una lettrice appassionata, ma non una fanatica. E proprio per questo, probabilmente, ho guardato la prima stagione della serie Amazon con una certa apertura mentale, pronta a cogliere qualche bella idea, un guizzo narrativo, magari un po’ di poesia. Invece mi sono trovata davanti a un pastone narrativo dove anche il più nobile degli elfi sembrava uscito da un casting per una pubblicità di profumi. Dopo la scena in cui un numenoreano (che sembrava uscito da una piazza italiana un venerdì sera) urlava che “gli elfi ci rubano il lavoro”, ho chiuso. Metafora sociale o semplice scivolone nel ridicolo? Onestamente, il confine era troppo labile perché potessi restare.

Ma poi, qualche giorno fa, ho letto una cosa che mi ha fatto pensare: possono davvero essere riusciti a fare peggio? Così ho guardato un estratto della seconda stagione. E lì ho visto l’impensabile: orchi… con famiglie. Con donne e bambini. Uno, in particolare, confidava di aver trovato finalmente un posto dove vivere in pace, lontano dalla guerra. Ma ahimè, l’Oscuro Signore è tornato e li richiama al servizio, strappandoli da quel loro sogno piccolo borghese di una vita tranquilla e forse — chissà — anche una veranda con vista Mordor.

Lo dico con tutta la delicatezza che mi resta: siamo a un passo dal cortometraggio “Orchi nel cuore” prodotto da qualche ONG della Terra di Mezzo. Capisco il desiderio di umanizzare, di problematizzare, di evitare il manicheismo… ma anche no.
Qui non siamo davanti a una rilettura matura, ma a una scivolata nel sentimentalismo da discount.

Siamo nel pieno della retorica terzomondista versione fantasy, dove tutto ciò che è oscuro o violento lo è “per colpa dell’Occidente”, o nel caso specifico, per colpa degli elfi, dei numenoreani, del sistema. Gli orchi diventano così i nuovi dannati della Terra, poveri esseri costretti alla violenza da un ordine superiore che li manipola e li opprime. Sembra quasi di sentire in sottofondo le note tristi di un documentario in bianco e nero con la voce narrante che dice: “E qui vediamo un giovane orco, separato dalla famiglia e costretto a tornare in guerra…”

Capisco il bisogno contemporaneo di trovare sfumature, ma non tutto ha bisogno di essere riscritto in chiave postcoloniale. Tolkien, con i suoi limiti e il suo tempo, ha costruito un mondo con equilibri morali molto chiari. Corruzione, male, bene, luce, ombra. Una mappa etica, non un campo minato di ambiguità ideologiche.

A forza di voler trovare il lato umano di ogni mostro, rischiamo di perdere il senso della narrazione stessa. Gli orchi sono l’orrore della guerra, la degenerazione, la perdita totale di bellezza e compassione. Non sono i disgraziati del quartiere Mordor Est in cerca di riscatto sociale. E se c’è una lezione da imparare, forse è proprio questa: non ogni creatura ha bisogno di essere salvata, capita, giustificata. A volte, il male è solo male. E va raccontato come tale.

Ma temo che, alla terza stagione, ci ritroveremo con un orco che apre una libreria indipendente nella Foresta Nera. O peggio: un reality show su chi sa cucinare meglio tra goblin e hobbit. E lì, davvero, anche Melkor si metterà le mani nei capelli.

(Luisa Bianchi)

Prompt:

Intro: Nel mondo di Tolkien, gli orchi sono creature corrotte e malvagie, create da Melkor (Morgoth) attraverso la tortura e la corruzione degli Elfi catturati. Melkor li ha trasformati in esseri crudeli e violenti, privandoli della loro bontà originaria e infondendo in loro odio e paura. Gli orchi sono quindi predisposti alla malvagità e alla distruzione. La loro organizzazione sociale è piuttosto gerarchica e militarizzata, con una struttura basata sulla forza e la paura. Gli orchi sono organizzati in una rigida gerarchia, dove i più forti e crudeli comandano, e obbediscono ai loro capi per paura di punizioni severe. Questa obbedienza è mantenuta attraverso la violenza e l’intimidazione. Sono spesso divisi in tribù o clan, ciascuno con il proprio capo, e questi gruppi possono entrare in conflitto tra loro, ma si uniscono sotto un leader più potente come Sauron o Saruman. Gli orchi rappresentano una delle razze più temute e odiate della Terra di Mezzo, simbolo della corruzione e della malvagità che Melkor ha portato nel mondo.

parte 1: ho letto più di una volta Lo Hobbit e Il Signore Degli Anelli, apprezzo molto Tolkien sebbene non mi consideri una fan, tantomeno una di quelle che conoscono a memoria le appendici e si vanno a leggere tutti i noiosissimi libri di annali storici sulla Terra di Mezzo. Prima di scrivere questo articolo sono andata a rileggere qualcosa sulle varie fonti online per essere sicura.

parte 2: al di là di una bella messa in scena, la prima stagione della serie tv di Amazon ti era sembrata davvero brutta e sconclusionata. Dopo la scena del "numenoreano leghista" che inveisce contro gli elfi che "ci rubano il lavoro" ho gettato la spugna. Tuttavia ho letto in giro di una cosa persino più stupida, che hai voluto saggiare personalmente.

parte 3: in una scena della seconda stagione vediamo gli orchi con donne e bambini; in particolare un orco sperava di aver finalmente trovato una casa e un luogo dove vivere in pace, ma purtroppo l'Oscuro Signore è tornato e li richiama al suo servizio.

parte 4: questo ragionare di poveri orchi costretti al male riecheggia sinistramente le retoriche terzomondiste per cui è sempre colpa dell'Occidente e i terroristi vanno capiti.

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4; approfondisci dove ritieni necessario.

Assumendo personalità, background e stile di scrittura di Luisa Bianchi, scrivi un articolo come se fossi lei. Usa il suo tono ironico e leggero, col giusto umorismo.


Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento