
Clima ed energia: due argomenti complessi, intrecciati fra loro in una danza delicata che coinvolge anche economia, tecnologia e… purtroppo, ideologia. Oggi più che mai, scienza e buon senso devono lottare contro narrazioni semplificate, infondate o volutamente distorte. Perché quando la politica prende in ostaggio la scienza, il risultato è sempre lo stesso: informazione imprecisa, decisioni sbagliate e sfiducia crescente da parte della cittadinanza.
Parliamone con un caso concreto: lo studio del Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems, pubblicato mesi fa e finanziato – guarda caso – dai produttori di energia solare. Lo studio sostiene che il solare, anche con le batterie, è la fonte di energia più economica. Peccato che, a guardarlo con attenzione, emergano molte più ombre che luci.
Il Solare: Economico, sì. Ma a che prezzo (tecnico)?
Lo studio del Fraunhofer Institute è stato accolto con entusiasmo da molti media, che l’hanno presentato come la prova definitiva della supremazia del solare. Tuttavia, come ogni ricerca scientifica, è fondamentale analizzare le assunzioni alla base del modello. E qui iniziano i problemi.
Per esempio, il fotovoltaico residenziale viene considerato con solo 1 kWh di capacità di accumulo per ogni kW di potenza installata. Cosa significa? Che possiamo stoccare un’ora di energia, a fronte di giornate intere (o stagioni intere) in cui il sole non c’è.
Per il solare su scala industriale o utility scale, lo storage ipotizzato è addirittura ancora più basso. In pratica, si finge di avere una rete stabile e continua, quando in realtà stiamo parlando di un sistema che può funzionare a singhiozzo.
Il punto è semplice: l’intermittenza delle rinnovabili è un problema reale, e sottostimare il bisogno di accumulo energetico è una scorciatoia per far quadrare i conti. Ma la realtà non si piega alla narrazione.
Il Caso Germania: Una Lezione da Studiare (con Calma)
Nel 2023, la Germania – spesso citata come esempio virtuoso nella transizione energetica – ha prodotto circa l’11% del suo fabbisogno elettrico tramite fotovoltaico. Bene? Dipende. Il capacity factor medio (ovvero quanto tempo effettivamente un impianto produce rispetto al suo potenziale) è stato appena del 9%.
Cosa accadrebbe se aggiungessimo 365 ore di storage, cioè circa 15 giorni di energia accumulata? Copriremmo solo il 13% del fabbisogno annuale.
E mentre lo studio tesse le lodi del solare, demonizza il nucleare, dipingendolo come la fonte più costosa e meno affidabile. Viene riportato un capacity factor massimo del 70% e minimo del 22%.
Ma i dati reali raccontano un’altra storia:
- I reattori nucleari in esercizio operano abitualmente oltre il 90% di capacity factor.
- Il record mondiale appartiene a un reattore tedesco PWR (a pressurizzazione), con un impressionante 96%.
Attribuire numeri arbitrari a una tecnologia per squalificarla è una forma subdola – ma efficace – di manipolazione. E dobbiamo imparare a riconoscerla.
Clima e Scelte Responsabili: Non Basta Sognare, Serve Decidere
Siamo tutti d’accordo: dobbiamo ridurre l’impatto climatico e passare a fonti energetiche meno inquinanti. Ma per affrontare davvero la sfida della transizione energetica serve realismo.
Serve una valutazione completa delle opzioni disponibili. E no, non possiamo affidarci solo alle rinnovabili.
Il solare e l’eolico sono fondamentali, ma da soli non garantiscono la continuità, la scalabilità e l’affidabilità che un sistema energetico moderno richiede. Il backup tramite batterie, se pensato per più di qualche ora, è ancora troppo costoso e poco efficiente.
Il nucleare, invece, offre una densità energetica elevata, un basso impatto di CO₂ e, se ben gestito, un eccellente profilo di sicurezza. Non è perfetto – nessuna tecnologia lo è – ma ignorarlo per ragioni ideologiche è irresponsabile.
La Scienza Non È un’Arma: È una Bussola
Quando parliamo di clima ed energia, la posta in gioco non è solo ambientale. È sociale, economica, culturale. È il futuro delle nostre comunità.
E in un momento storico in cui la fiducia nella scienza è fragile, abbiamo il dovere di essere onesti, rigorosi, trasparenti.
Sì, anche (e soprattutto) quando i risultati non piacciono alle lobby – qualunque esse siano.
La prossima volta che qualcuno vi cita lo studio del Fraunhofer come prova dell’infallibilità del solare, fate domande. Pretendete numeri. Contestualizzate i dati. Perché la buona scienza non teme il confronto.
Le narrazioni ideologiche, invece, sì.
(Giulia Remedi)
Prompt:
Intro: clima ed energia sono argomenti complessi e strettamente intrecciati, fra di loro e non solo, visto che politica ed ideologia li cavalcano, spesso con alterne fortune, quasi sempre in malafede.
parte 1: mesi fa è uscito uno studio del Fraunhofer Institute for Solar Energy, finanziato dai produttori di energia solare, accusandolo di essere una lobby. Lo studio sostiene che l'energia solare, anche con l'aggiunta di batterie, è la più economica tra le fonti energetiche. Tuttavia,sono discutibili le assunzioni dello studio, evidenziando che la capacità di storage considerata è insufficiente per garantire una fornitura continua di energia. Ad esempio, per il fotovoltaico residenziale, si assume 1 kWh di capacità di storage per ogni kW di potenza installata, traducendosi in un'ora di energia stoccata, mentre per il fotovoltaico industriale e utility scale, le capacità di storage sono ancora minori.
parte 2: Nel 2023, la Germania ha prodotto l'11% del suo fabbisogno energetico con il fotovoltaico, ma con un capacity factor del 9%. Aggiungendo 365 ore di storage, si arriverebbe a coprire solo il 13% del fabbisogno annuale. lo studio presenta il solare come una soluzione energetica credibile e dipinge il nucleare come la fonte più costosa, con un capacity factor massimo del 70% e minimo del 22%. I reattori nucleari operano generalmente con un capacity factor superiore al 90%, e il record di operatività per un reattore PWR appartiene a un reattore tedesco con il 96%. Lo studio ha manipolato i dati per ottenere i risultati desiderati; si invitano i lettori a rispondere di conseguenza quando verrà citato.
parte 3: nell'ottica di ridurre l'impatto della CO2 e di passare a fonti energetiche meno inquinanti, dobbiamo considerare tutte le alternative; per ottenere la stessa energia ma con un impatto di CO2 inferiore, non possiamo basarci sulle rinnovabili, e non possiamo permetterci di trascurare il nucleare.
Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3. Approfondisci dove necessario.
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