PAPmusic – Il Film che l’Intelligenza Artificiale avrebbe rigettato per decenza (e che invece esiste davvero)

Immaginate un team di animatori 3D ibernato nel 1999, risvegliato nel 2024 e subito messo al lavoro su un lungometraggio senza neanche offrirgli un caffè. Il risultato? Visivamente datato al primo sguardo, “cringe” al secondo e totalmente fuori contesto ai successivi. Benvenuti nel mondo di PAPmusic – Animation for Fashion, un’opera che non doveva esistere, ma che è riuscita a vedere la luce e a reclamare persino un budget milionario. E no, non è uno sketch satirico di Boris 4, purtroppo.

Moda, amore e triangolazioni vocali: benvenuti nel plastico universo di LeiKiè

PAPmusic è un film d’animazione italiano realizzato interamente in CGI 3D, scritto, diretto, doppiato e – si suppone – anche spiritualmente guidato da LeiKiè, una figura a metà tra la cantautrice underground e la regista autodidatta. Uscito nelle sale italiane il 26 settembre 2024, il film racconta le (dis)avventure di una giovane azienda di moda milanese alle prese con la creazione di una nuova collezione.

La trama, almeno sulla carta, prova a incrociare dinamiche lavorative, romanticismi d’ufficio e incomprensioni caratteriali con qualche colpo di scena qua e là. Tra i doppiatori compaiono anche nomi noti come Luca Ward, Rudy Zerbi, Marco Mazzoli e la stessa LeiKiè. Un cast vocalmente competente che però viene risucchiato in un mare di poligoni e texture da PS2.

Dalla filastrocca alla fashion week virtuale: l’universo creativo di LeiKiè

LeiKiè inizia la sua carriera nel 2019 con canzoni per bambini e videoclip dal sapore satirico e nonsense. Un mix di sberleffo popolare e creatività senza controllo che le ha fatto guadagnare un seguito di nicchia. L’idea di PAPmusic nasce nel 2022 con la canzone Baciami Ba…, accompagnata da un video animato in 2D che sembrava una gif animata rimasta incastrata nei meandri di MSN Messenger.

Da lì nasce il “grande salto”. LeiKiè decide di trasformare quell’universo estetico minimale e naïf in un lungometraggio vero e proprio. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: parlare di creatività, moda, relazioni umane, ironia e inclusione. L’obiettivo raggiunto, invece, è una specie di esperimento sociologico da osservare con pinze e popcorn.

Un disastro animato: quando l’estetica The Sims incontra il TEDx di Voghera

La CGI è oggettivamente imbarazzante. Parliamo di una qualità paragonabile a quella dei giochi per PC di inizio anni 2000: personaggi con movimenti innaturali, occhi vitrei, ambienti che sembrano usciti da una mod amatoriale di Second Life e un design dei personaggi che fluttua tra l’inquietante e il parodico.

Il trailer, com’è ovvio, è diventato virale. Non per hype, ma per quel gusto tutto italiano del trash di lusso: una calamita irresistibile per YouTuber, streamer e commentatori seriali. Le critiche sono arrivate a pioggia, spesso anche con un tono canzonatorio. E qui LeiKiè ha perso completamente la misura.

La risposta? Diffide legali, lettere aperte su YouTube in cui definisce i critici “hater”, toni da crociata personale contro l’ingiustizia culturale. La reazione ha generato più meme che compassione. Quando chi critica ha più talento della tua produzione da quattro milioni di euro, forse la colpa non è del “sistema”.

L’opera di un genio incompreso o una sceneggiatura di Report?

Io il film non l’ho visto al cinema, come credo la stragrande maggioranza degli italiani, ma sono riuscito – diciamo – a visionarlo per vie traverse. E posso dire senza esitazioni: è peggio di quanto si dica. Non è solo brutto: è un monumento al delirio artistico autoreferenziale, un incubo plastificato che mette in discussione la funzione stessa del cinema.

Eppure, la parte più assurda non è il prodotto finale, ma il contesto. Un progetto da quattro milioni di euro, distribuito in poche sale e ritirato nel giro di giorni. Voci (da verificare, ma troppo succose per ignorarle) parlano di fondi riciclati, di sogni personali trasformati in business plan, e di un sistema produttivo compiacente o quantomeno distratto. È il tipico caso da “ai posteri l’ardua sentenza”, ma con un retrogusto di evasione fiscale e teatro dell’assurdo.

PAPmusic e il fascino inquietante dei lost media

Se scomparisse domani, PAPmusic diventerebbe una perla perduta da cercare negli angoli oscuri del web. E questo, paradossalmente, gli conferirebbe un’aura affascinante. Il concetto di lost media – opere distribuite brevemente, mai più ripubblicate, oggetto di culto postumo – è qualcosa che ci attrae morbosamente. È l’equivalente digitale delle videocassette misteriose trovate in cantina: roba che fa schifo, ma che devi vedere.

E PAPmusic è perfetto in questo. È così sbagliato da diventare mitico. In un’epoca dove tutto è lucidato e confezionato a dovere, un disastro autentico come questo è quasi rinfrescante. Come guardare un incidente al rallentatore: sai che è tremendo, ma non riesci a distogliere lo sguardo.

E ora, il sequel: PAPmusic 2 – Il lancio di produzione (verso l’abisso)

Ed eccoci all’epilogo tragicomico: PAPmusic 2 è in lavorazione. Budget: 5,5 milioni di euro, con due milioni in tax credit gentilmente offerti dallo Stato italiano tramite Not Just Music, la casa di produzione (ovviamente) di proprietà di LeiKiè.

Nessun commento. Davvero. Perché quando la realtà supera la satira, ogni parola diventa superflua.

PAPmusic è il tipo di progetto che ti fa dubitare dell’intero ecosistema culturale che lo ha permesso. Ma è anche una finestra su ciò che accade quando il sistema non ha più filtri né anticorpi. Il fatto che sia stato realizzato, distribuito, finanziato e ora anche sequelizzato è uno schiaffo alla meritocrazia, un monumento al fallimento estetico premiato dai meccanismi sbagliati.

Eppure, in tutta la sua tragica assurdità, PAPmusic è anche uno specchio. E a guardarlo bene, il riflesso che restituisce non è solo quello di LeiKiè. Ma di un’intera industria che si è dimenticata come si riconosce il talento.

Bentornati nel 1999.

(Giovanni Sarpi)

Prompt:

Intro: immaginate un team di animatori 3D ibernato nel 1999 e risvegliato nel 2024 che si mette subito all'opera come se niente fosse; il risultato risulterebbe datato al primo sguardo, "cringe" al secondo, e totalmente assurdo e fuori contesto ai successivi.

parte 1: "PAPmusic – Animation for Fashion" è un film d'animazione italiano scritto e diretto da LeiKiè, "nota" per il suo lavoro come cantautrice, regista e attrice. Il film, realizzato in CGI 3D, ha debuttato nelle sale italiane il 26 settembre 2024. La storia si concentra su una giovane azienda di moda milanese e il team che sta per lanciare una nuova collezione, intrecciando amori, contrasti caratteriali e dinamiche lavorative con colpi di scena che mantengono alta l'attenzione. Tra i doppiatori ci sono nomi noti come Luca Ward, Rudy Zerbi, Marco Mazzoli e la stessa LeiKiè.

parte 2: LeiKiè ha iniziato la sua carriera nel 2019 con canzoni per bambini e video musicali che combinano elementi di satira e non-sense. L'idea per PAPmusic è nata dalla canzone del 2022 "Baciami Ba…", il cui video musicale era stato realizzato con animazioni 2D rudimentali. LeiKiè ha voluto espandere questo concetto in un progetto più ambizioso. Il film affronta tematiche come la moda e la creatività, le relazioni interpersonali, le sfide professionali, l'ironia e la satira, e la diversità e l'inclusione.

parte 3: Davvero bassa la qualità dell'animazione, paragonabile a quella dei primi anni 2000 e a videogiochi come The Sims. Il trailer è diventato virale online, suscitando curiosità e discussioni sui social media, grazie al classico "è talmente brutto che va visto". LeiKiè ha inviato diffide ai creator che hanno criticato il film, definendoli "hater" in una lettera aperta pubblicata sul suo canale YouTube, generando ulteriori polemiche e discussioni sulla sua reazione alle critiche.

parte 4: non sono riuscito a vederlo al cinema, purtroppo, ma sono riuscito per vie traverse ad averne una copia. E' peggio che imbarazzante. L'intera vicenda è spassosissima: il progetto da 4 milioni di euro che orrendo e inguardabile e non arriva che in pochi cinema e subito sparisce di giro, le querele, le voci su LeiKiè che avrebbe unito l'utile al dilettevole riciclando un sacco di soldi grazie alla realizzazione del suo sogno nel cassetto... ai posteri l'ardua sentenza.

parte 5: PAPMusic e i lost media (spiegazione del concetto) e il loro fascino un po' inquietante.

parte 6: "PAPmusic 2 - Il lancio di produzione" è in lavorazione con un budget di 5,5 milioni di euro. Not Just Music, la società di produzione di proprietà di LeiKiè, ha ottenuto un tex credit di due milioni. No comment.

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5. Approfondisci dove ritieni necessario.

Assumendo personalità, background e stile di scrittura di Giovanni Sarpi, descritte sopra nella chat, scrivi un Articolo; usa un tono brillante.


Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Un commento

Lascia un commento