
Nel maggio 2025 qualcosa è cambiato per sempre. Google ha sganciato la sua bomba: Veo 3, l’IA generativa più avanzata mai rilasciata al pubblico. Non stiamo più parlando di video con volti sfocati, movimenti meccanici o voci da navigatore GPS. No, questa volta l’illusione è totale. Veo 3 crea video da prompt testuali, sì — ma ci aggiunge voci perfettamente sincronizzate, emozioni credibili, ambienti realistici, persino il fruscio del vento tra i capelli virtuali. In pratica: puoi descrivere un’idea e lei te la gira in 4K con audio surround, come se avessi una troupe di Hollywood sotto contratto.
A 249,99 dollari al mese, l’accesso è limitato, per ora. Ma è solo questione di tempo prima che questo strumento, o la sua copia a basso costo, diventi ubiquo. E allora non sarà più una questione di “posso fare video con l’IA”, ma di “ho ancora bisogno dell’umano per raccontare qualcosa?”.
La risposta è brutale.
La Dead Internet Theory non era solo paranoia. Era profezia.
Nel 2021 qualcuno, su un forum mezzo dimenticato, propose la Dead Internet Theory: l’idea che gran parte del web fosse ormai popolato non da esseri umani, ma da contenuti sintetici, bot e interazioni simulate. All’epoca fu bollata come una fantasia da paranoici digitali.
Poi sono arrivati i numeri.
Nel Bad Bot Report 2024 firmato Imperva, leggiamo che il 51% del traffico globale del web è generato da bot. La maggioranza, insomma. Come dire: entri su un social, scrivi un commento, ti risponde un altro utente — o almeno credi. Ma dietro quel profilo c’è un algoritmo che mastica prompt, replica pattern linguistici e ti dà l’impressione di una conversazione viva.
Il problema non è tecnico. È esistenziale.
Se gran parte dei contenuti sono creati da macchine, se le interazioni sono simulate, se i like arrivano da bot e i video sono generati in modo automatizzato… che senso ha ancora parlare di autenticità online?
Lo avevo detto anni fa: il digitale non è un giardino zen, è una giungla darwiniana. E le macchine stanno dimostrando di essere i nuovi predatori alfa.
Veo 3 è il punto di non ritorno
Con Veo 3, l’AI non ti “aiuta” più a creare. Ti sostituisce.
Prima c’erano i ghostwriter. Ora ci sono i ghost-tutto. Sceneggiatori? Rimpiazzati. Registi? Ridondanti. Doppiatori, montatori, compositori? Non pervenuti. La pipeline creativa è stata annientata da una singola linea di testo.
E non si tratta di una moda passeggera.
Perché ciò che Veo 3 rende chiaro è che il contenuto umano non è più necessario.
Non più richiesto.
Non più competitivo.
La creatività era l’ultimo baluardo dell’essere umano nel mondo del lavoro. Avevamo perso le catene di montaggio, le segretarie, i cassieri… ma ci rimaneva l’idea. La scintilla.
Veo 3 spegne quella scintilla.
E non provate a dirmi che “la macchina non ha l’anima”.
A chi importa, se il risultato finale è indistinguibile?
Nel mercato globale, l’unica anima che conta è quella del profitto.
Stiamo assistendo a una nascita, o a un funerale?
La domanda vera, adesso, è questa:
Siamo all’alba di un nuovo Internet, o al tramonto di quello autentico?
La risposta è: entrambi.
Come ogni rivoluzione, anche questa si porta dietro una creazione e una distruzione. Nasce l’Internet sintetico, popolato da contenuti sempre nuovi, perfetti, ottimizzati per l’engagement e modellati su desideri che nemmeno sapevi di avere.
Muore l’Internet umano, fatto di errori, dubbi, imperfezioni, dialettica reale.
I nostalgici piangeranno. I mediocri spariranno. I più forti si adatteranno.
Perché — come ho sempre detto e scritto — solo chi domina la tecnologia ha diritto di esistere nel mondo che verrà.
Veo 3 non è un pericolo.
È uno specchio.
Chi ci si riflette e non si riconosce… ha già perso.
(Giovanni Sarpi)
Prompt:
Intro: Nel maggio 2025, Google ha presentato Veo 3, il suo più avanzato generatore di video basato su intelligenza artificiale. Questo strumento non solo crea video realistici da semplici prompt testuali, ma integra anche audio nativo, dialoghi sincronizzati ed effetti sonori, rendendo i contenuti indistinguibili da quelli prodotti da esseri umani. La novità ha suscitato grande entusiasmo, ma anche preoccupazione. Veo 3 è disponibile tramite il piano Google AI Ultra, al costo di 249,99 dollari al mese, e rappresenta un salto tecnologico che potrebbe ridefinire il concetto stesso di contenuto digitale.
parte 1: collego l’arrivo di Veo 3 alla cosiddetta “dead internet theory”, una teoria emersa nel 2021 secondo cui gran parte del traffico online sarebbe ormai generato da bot e contenuti sintetici, con l’interazione umana ridotta al minimo. Secondo il Bad Bot Report 2024 di Imperva, nel 2024 i bot hanno superato gli utenti umani, rappresentando il 51% del traffico globale. Se la maggior parte dei contenuti è generata da algoritmi, cosa resta dell’autenticità online? E come possiamo distinguere il reale dal simulato?
parte 2: Veo 3 potrebbe essere il punto di non ritorno. Con la capacità di generare video completi e credibili, l’AI non si limita più a supportare la creatività umana: la sostituisce. L’Internet “vivo”, fatto di persone, opinioni e interazioni genuine, sta forse cedendo il passo a un ecosistema dominato da macchine.
parte 3: stiamo assistendo alla nascita di un nuovo Internet, o alla fine di quello che conoscevamo?
Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3. Approfondisci dove ritieni necessario.
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