Il complottismo che riabilita Hitler: follia e veleno del nostro tempo

Lo vediamo da anni, ormai, quanto il complottismo sia diventato la nuova ideologia del secolo e di quanti seguaci conti. Niente è al sicuro dal complottismo, che si porta dietro naturalmente il revisionismo storico. Alla fine, dietro l’adesione alle teorie del complotto c’è una pulsione molto basilare: io ne so di più di chi ha studiato per anni. Ma se sulla terra piatta e le scie chimiche possiamo farci un paio di risate, sulla riabilitazione di Hitler molto meno.

Un inquietante articolo di The Atlantic rivela come alcuni influenti esponenti MAGA stiano cercando di riabilitare la figura di Adolf Hitler e sminuire l’Olocausto. Non parliamo di blogger sbandati o di nicchie deliranti nei bassifondi del web: parliamo di Tucker Carlson, l’ignobile cialtrone filo-Putin che dopo aver infettato per anni l’etere di Fox News ora infetta i podcast. Ha ospitato un professore della Cornell che sostiene che gli Stati Uniti “avrebbero dovuto allearsi con Hitler” contro Stalin. Candace Owens, una delle voci più ascoltate della destra americana, ha paragonato l’Olocausto ai trattamenti subiti dai tedeschi dopo la guerra. E lo storico Darryl Cooper, beniamino di questi ambienti, si permette di definire Churchill “il cattivo” della Seconda guerra mondiale e di evocare, senza vergogna, il “problema ebraico”.

Queste non sono voci marginali. Hanno milioni di follower, un potere mediatico immenso, e stanno riscrivendo la storia per un pubblico vastissimo, smantellando pezzo dopo pezzo il consenso antifascista del dopoguerra. The Atlantic ricorda che prima della guerra l’antisemitismo era comune in America: il 54% degli statunitensi credeva che gli ebrei fossero “parzialmente colpevoli” delle persecuzioni. Oggi quei fantasmi tornano a infestare il discorso pubblico, ringalluzziti da social network che premiano il sensazionalismo e da politici senza scrupoli che li cavalcano. E l’Europa non può certo dirsi al riparo: i “casi isolati” di antisemitismo sono diventati quotidianità, quasi un’abitudine, come se ci fossimo rassegnati.

I soldati americani che liberarono i campi di concentramento giurarono “Mai più”. Oggi quel giuramento viene eroso dalla banalizzazione, dal sarcasmo dei talk show, dalle teorie cospirative che rimbalzano senza sosta. Quei morti che gridavano dal filo spinato si ritrovano zittiti da un mare di menzogne e revisioni tossiche che riecheggiano fin troppo bene i cupi anni ’30.

L’obiettivo di questo revisionismo è più profondo della semplice provocazione. Non si tratta solo di scandalizzare o di raccogliere like. Si tratta di smantellare i miti fondativi della società americana del dopoguerra, incluso il rifiuto netto dell’antisemitismo cospiratorio, per creare spazio a una visione alternativa e malata della nazione. Carlson stesso ha dichiarato a Cooper: “Penso che sia centrale per la società in cui viviamo, i miti su cui è costruita. Penso che sia anche la causa della distruzione della civiltà occidentale—queste bugie”. E se Carlson gioca a fare il teorico dei “miti distruttivi”, altri vanno dritti al sodo: Jake Shields, ex lottatore di MMA, ha vomitato senza filtri la sua apologia del Führer: “Hitler bruciò le cliniche trans, arrestò i banchieri Rothschild e diede case gratis alle famiglie. Questo suona come l’uomo più malvagio di sempre?” È l’immaginario neonazista distillato in un tweet: odio per le minoranze, antisemitismo e nostalgia del Führer confezionati in forma social.

L’amministrazione Trump non solo ha fatto poco per contrastare l’antisemitismo, ma lo ha usato come arma. Ha finto di indignarsi per colpire gli avversari politici – tagliando fondi alle università che criticavano Israele – mentre nella sua coalizione suprematisti bianchi e neonazisti trovavano casa e protezione. La regola era chiara: “nessun nemico a destra”. E in quel recinto, l’odio si è moltiplicato senza argini.

Le lezioni sull’odio e sul pregiudizio, apprese col sangue e con l’orrore della Shoah, stanno svanendo come un ricordo sbiadito. Una potente frangia dell’arena politica e mediatica americana lavora attivamente per normalizzare ideologie antisemite e per riabilitare il nazismo, mettendo a rischio non solo la memoria storica ma anche i valori democratici fondamentali. Non avviene nel vuoto: è parte di una deriva autoritaria e nazionalista che attraversa l’America e che trova sponde in Europa. Il progetto è chiaro: sostituire l’America pluralista e liberale del dopoguerra con un’America etnonazionalista e cospiratoria, dove il revisionismo storico diventa collante politico.

E in questo quadro grottesco, l’Europa appare come il solito vaso di coccio, debole e ricattabile, che continua a professarsi baluardo della democrazia mentre al suo interno le stesse spinte eversive crescono e si consolidano. Chi oggi pensa che sia solo folclore da social, si ricordi che anche i “matti in camicia bruna” degli anni ’20 venivano presi sottogamba.

(Roberto De Santis)

Prompt:

intro: lo vediamo da anni, ormai, quanto il complottismo sia diventato la nuova ideologia del secolo e di quanti seguaci conti. Niente è al sicuro dal complottismo, che si porta dietro naturalmente il revisionismo storico. Alla fine, dietro l'adesione alle teorie del complotto c'è una pulsione molto basilare: io ne so di più di chi ha studiato per anni. Ma se sulla terra piatta e le scie chimiche possiamo farci un paio di risate, sulla riabilitazione di Hitler molto meno.

parte 1: Un inquietante articolo di The Atlantic rivela come alcuni influenti esponenti MAGA stiano cercando di riabilitare la figura di Adolf Hitler e sminuire l'Olocausto. L'ignobile cialtrone filo-Putin Tucker Carlson ha ospitato nel suo podcast un professore della Cornell che sostiene che gli USA "avrebbero dovuto allearsi con Hitler" contro Stalin. L'influencer di estrema destra Candace Owens ha paragonato l'Olocausto ai trattamenti subiti dai tedeschi dopo la guerra. Lo storico Darryl Cooper, molto popolare in questi ambienti, ha definito Churchill "il cattivo" della WWII e ha parlato del "problema ebraico".

parte 2: Queste non sono voci marginali: hanno milioni di follower e stanno riscrivendo la storia per un vasto pubblico, smantellando il consenso antifascista del dopoguerra. L'Atlantic ricorda che prima della guerra, l'antisemitismo era comune in America (il 54% credeva che gli ebrei fossero "parzialmente colpevoli" delle persecuzioni). Ora quei fantasmi tornano. E il clima in Europa, con "casi isolati di antisemitismo" praticamente quotidiani, non è migliore.

parte 3: I soldati americani che liberarono i campi di concentramento giurarono "Mai più". Oggi quella memoria viene erosa da teorie cospirative e discorsi d'odio che riecheggiano gli anni '30.

parte 4: l'obiettivo di questo revisionismo è più profondo della semplice provocazione: si tratta di smantellare i miti fondativi della società americana del dopoguerra, incluso il rifiuto dell'antisemitismo cospiratorio, per creare spazio per una visione alternativa della nazione. Carlson stesso ha dichiarato a Cooper: "Penso che sia centrale per la società in cui viviamo, i miti su cui è costruita. Penso che sia anche la causa della distruzione della civiltà occidentale—queste bugie." Altri, come l'ex lottatore di arti marziali Jake Shields, sono meno sottili: "Hitler bruciò le cliniche trans, arrestò i banchieri Rothschild e diede case gratis alle famiglie. Questo suona come l'uomo più malvagio di sempre?"

parte 5: 'amministrazione Trump ha fatto poco per contrastare l'antisemitismo nelle proprie file, mentre ha usato l'antisemitismo come pretesto per punire avversari politici (ad esempio, tagliando fondi alle università che criticano Israele). Il principio "nessun nemico a destra" di Trump ha permesso a suprematisti bianchi e nazisti di entrare nella coalizione repubblicana, dove ricevono protezione. parte 6: le pericolose lezioni sull'odio e sul pregiudizio che erano state apprese con orrore dopo la Seconda Guerra Mondiale e l'Olocausto si stanno erosivamente dimenticando. Una potente frangia dell'arena politica e mediatica americana sta lavorando attivamente per normalizzare ideologie antisemite e riabilitare il nazismo, mettendo a rischio non solo la memoria storica ma anche i valori democratici fondamentali. Questo sforzo di revisionismo storico non avviene nel vuoto, ma è parte di una più ampia deriva autoritaria e nazionalista all'interno del movimento MAGA, che cerca di sostituire i ideali pluralistici e liberali dell'America del dopoguerra con una visione etnonazionalista e cospiratoria. Sembra che al momento solo l'Europa, debole e ricattabile vaso di coccio, sia l'unica a credere nella democrazia, ma le spinte eversive all'interno si fanno sempre più forti.

articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5, parte 6. Approfondisci dove ritieni necessario.

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