
La pubblicazione della National Security Strategy (NSS) 2025 dell’amministrazione Trump non può essere liquidata come un noioso aggiornamento tecnico. Non lo è. È una dichiarazione di guerra — non militare, ma politica, culturale, narrativa — rivolta non ai nemici degli Stati Uniti, ma ai loro alleati storici e allo stesso establishment americano. È un documento che, a una lettura appena più attenta, sembra strappato direttamente dai manuali dell’ideologo russo Aleksandr Dugin, con una spruzzata di retorica complottista da subreddit MAGA e un tono da televendita da palcoscenico.
Altro che “visione strategica”: ci troviamo davanti a un testo calibrato per un pubblico di filorussi, trumpiani hardcore e consumatori compulsivi di fandonie politiche. Un manifesto identitario, non una dottrina di sicurezza.
Una strategia? No, un comizio interno per il pubblico dei complotti
Il primo dato da comprendere è che la NSS 2025 stravolge totalmente la funzione del documento. Tradizionalmente, la National Security Strategy è un testo tecnico, bipartisan, pensato per fornire coerenza alle agenzie governative e alle forze armate. Questa versione invece è un proclama politico rivolto al pubblico domestico, infarcito di slogan da campagna elettorale, ossessioni anti-immigrazione e interpretazioni fantasiose dei rapporti di forza globali.
La parte più grottesca è la copia-incolla quasi servile dei tropi del Cremlino. L’Europa come “progetto fallito”, descritta con la stessa terminologia prediletta dagli apparatchik russi. L’idea che Bruxelles sia una sorta di macchina burocratica creata in mala fede per sottomettere la volontà popolare. Persino l’elogio non richiesto della “superiorità nucleare tattica russa”, un mantra ridicolo che i militari americani considerano propaganda, viene riciclato nel documento come se fosse una rivelazione mistica.
Leggendolo, ci si chiede se alla Casa Bianca qualcuno abbia iniziato a usare Russia Today come fonte primaria.
Non una critica all’Europa: un tentativo di distruggerla
Il documento non si limita a criticare l’Unione Europea. Sarebbe normale. No: la NSS 2025 nega il valore stesso della sua esistenza. Annuncia apertamente il desiderio di vederla collassare, dissolta in una collezione di staterelli concorrenti — un sogno erotico di Putin dai tempi della guerra in Georgia.
Perché?
Perché una UE coerente, con una politica estera, energetica e tecnologica integrata, è un attore geopolitico autonomo. Troppo ingombrante. Troppo indipendente. Troppo fedele all’Ucraina, soprattutto.
E cancellare questa fedeltà è l’obiettivo: senza il sostegno europeo, Kiev si ritroverebbe schiacciata nelle trattative di una “pace” imposta da Mosca e Washington, in un patetico teatro diplomatico che premia l’aggressore e calpesta la sovranità ucraina.
La NSS 2025 non è filostatunitense. È filorussa. E lo è per disegno, non per ignoranza.
La vera bomba esplode dentro l’America
Ma l’aspetto più detonante del documento non riguarda l’Europa. Riguarda gli Stati Uniti stessi.
La NSS 2025 manda in frantumi l’intera architettura di sicurezza nazionale americana costruita dal 1945 a oggi.
Addio dottrina transatlantica.
Addio NATO.
Addio definizione della Russia come avversario strategico.
Addio ordine internazionale liberale.
È come se un governo decidesse di riscrivere la Costituzione non cambiando gli articoli, ma cambiando il significato delle parole. Una rivoluzione semantica che produce un cortocircuito istituzionale.
Pentagono, CIA, Dipartimento di Stato: tutti costruiti su una visione del mondo che la NSS 2025 rovescia come un tavolo da poker. E lo fa con la leggerezza irresponsabile di chi non deve rispondere né ai militari né alla logica.
Una frattura insanabile: due Americhe che non parlano più la stessa lingua
Il risultato? Uno scontro dottrinario senza precedenti dentro lo Stato americano.
Generali e diplomatici formati nella tradizione atlantica entrano inevitabilmente in collisione con una Casa Bianca che parla la grammatica politica del sovranismo identitario.
La politica interna ne uscirà devastata:
– Democratici che leggono la NSS come un tradimento storico;
– Repubblicani spaccati tra trumpiani e conservatori reaganiani;
– Stati federati che oppongono resistenza legale e amministrativa;
– una polarizzazione che non è più un conflitto politico, ma costituente, strutturale.
È la fotografia di un Paese che non sta scegliendo una strategia, ma una identità alternativa.
Coordinamento russo-americano: ormai non è nemmeno nascosto
C’è chi pensa che il sospetto di un coordinamento con Mosca sia un’iperbole giornalistica. Peccato che lo stesso circolo di oligarchi russi sembri voler togliere ogni dubbio.
Kirill Dmitriev, capo del fondo sovrano russo e uomo-ombra del Cremlino, diffonde quotidianamente contenuti perfettamente sincronizzati con la retorica MAGA.
Il suo interlocutore privilegiato, Steve Witkoff, uomo vicino a Trump, funge da condotto discreto ma evidente.
È un canale parallelo. Una diplomazia non ufficiale che serve a costruire un’asse autoritario fondato non sul diritto internazionale, ma sulle sfere di influenza.
Che si tratti dell’Europa, dell’Ucraina o del Medio Oriente, la logica è sempre la stessa: sacrificare alleanze storiche in favore di accordi opportunistici con potenze che condividono un modello illiberale.
Un’arma politica contro l’Europa e contro l’America stessa
La NSS 2025 non è una strategia.
È un’arma politica.
Un ordigno a doppia lama: recide i legami transatlantici e lacera contemporaneamente il tessuto interno americano.
Per l’Europa, il messaggio è brutale nella sua chiarezza:
l’era della dipendenza dagli Stati Uniti è finita. Per scelta americana.
E qui c’è il punto: non c’è più tempo per giochetti diplomatici, vertici di emergenza, cene bilaterali e comunicati rassicuranti.
Serve un “whatever it takes” europeo, stavolta non per salvare l’euro, ma per salvare l’Europa stessa come attore politico.
Difesa comune.
Autonomia tecnologica.
Industria armata condivisa.
Politica estera unificata.
L’alternativa è una UE relegata al ruolo di mercato, non di potenza.
Una UE debole.
Una UE irrilevante.
Una UE come vuole Mosca — e come, oggi, inspiegabilmente, sembra volere anche Washington.
Epìlogo
La NSS 2025 sarà ricordata come il primo documento di sicurezza nazionale scritto per fare contenti tre gruppi:
– i troll filorussi,
– gli influencer complottisti,
– e gli americani convinti che la geopolitica sia una trama di Netflix.
Il problema è che non è fiction.
E noi, qui in Europa, non possiamo più permetterci di comportarci come spettatori.
(Serena Russo)
Prompt:
Intro: La pubblicazione del documento di "National Security Strategy" (NSS) 2025 dall'amministrazione Trump non può essere letta semplicemente come un aggiornamento dottrinale. Essa rappresenta, a un'analisi attenta, un atto di rottura sistemico che va ben oltre la politica estera. Il documento è intriso di una visione del mondo che, in modo sorprendente e preoccupante, non si limita a criticare l'Unione Europea ma sposa subdolamente le narrazioni e gli obiettivi strategici della Russia putiniana. Non è un piano di sicurezza nazionale; è un veicolo per una guerra politica ibrida condotta da Washington contro i propri alleati storici e, paradossalmente, contro il proprio establishment.
parte 1: Il primo elemento da sottolineare è la natura stessa del documento. Esso si discosta radicalmente dalla tradizione tecnica e bipartisan dei suoi predecessori, trasformandosi in un manifesto politico interno. Affronta temi come l'immigrazione in modo da servire una narrazione domestica, svincolandosi da una valutazione realistica delle minacce geopolitiche attuali. Questo scollamento dalla realtà è evidente nell'adozione acritica di tropi propagandistici russi. L'idea che l'Europa sia una costruzione destinata al fallimento per cause interne, o che sia stata fondata in mala fede, riecheggia direttamente le teorie dell'ideologo Aleksandr Dugin, padre spirituale dell'espansionismo russo contemporaneo. Persino l'enfasi ossessiva sulla superiorità nucleare tattica russa, strategicamente superata dalla triade di vettori occidentali, sembra copiata dai titoli dei giornali di Mosca, servendo più al terrorismo psicologico che a un'analisi militare seria.
parte 2: L'effetto più immediato e intenzionale di questa strategia è lo smembramento politico e morale dell'Unione Europea. Il documento non critica le politiche europee; nega il valore stesso del progetto europeo, augurandone esplicitamente lo scioglimento. Questo non è un errore, ma un obiettivo preciso. Un'Europa debole, frammentata in stati-nazione in competizione tra loro, cesserebbe di essere un attore geopolitico autonomo e diventerebbe, nelle parole del testo, un semplice "mercato" per prodotti americani. Soprattutto, priverebbe l'Ucraina del suo sostenitore più determinato, aprendo la strada a una "pace" imposta da Mosca e Washington sulle ceneri della sovranità ucraina. L'amministrazione Trump, in questa lettura, non è un mediatore, ma un co-belligerante sul fronte informativo di Putin.
parte 3: Tuttavia, la portata più dirompente della NSS 2025 potrebbe non essere in Europa, ma all'interno degli Stati Uniti stessi. Il documento non segna una semplice divergenza politica; scatena una vera e propria crisi costituente per l'identità americana post-1945. La dottrina rovescia i pilastri su cui si è costruito per 70 anni l'establishment di sicurezza nazionale (Pentagono, CIA, Dipartimento di Stato): l'alleanza transatlantica come architrave, la NATO come garante, la Russia come avversario strutturale, l'ordine liberale internazionale come interesse nazionale.
parte 4: Questo crea uno scontro dottrinario insanabile all'interno dello Stato americano. Generali, diplomatici e analisti formatisi in quella tradizione si troveranno in conflitto ideologico e operativo con la Casa Bianca. La politica interna ne uscirà ulteriormente polarizzata: i Democratici vedranno il documento come un tradimento storico; i Repubblicani si spaccheranno tra falchi trumpiani e conservatori tradizionali legati all'eredità di Reagan e della NATO. Gli stati a guida democratica, economicamente integrati nella globalizzazione, intensificheranno la loro opposizione legale e politica, accelerando la percezione di "due Americhe" inconciliabili: una nazionalista e sovranista, l'altra globalista e liberale.
parte 5: La tesi di un coordinamento russo-americano non resta nel regno della speculazione. Viene suffragata dall'attivismo pubblico di figure come Kirill Dmitriev, capo del fondo sovrano russo e uomo di fiducia di Putin, che sui social diffonde in perfetta sincronia il catechismo MAGA e le rivendicazioni del Cremlino. Il suo interlocutore designato, Steve Witkoff, agisce come facilitatore di questo dialogo, rendendo evidente un canale diretto tra oligarchi putiniani e l'entourage di Trump. Questo asse autoritario, che bypassa le diplomazie tradizionali, lavora per un riordino del mondo in sfere di influenza, dove le democrazie liberali cedono il passo a regimi nazionalisti. La stessa indifferenza strumentale mostrata verso l'Europa viene applicata ad altri scenari, come il Medio Oriente, dove gli interessi economici con gli stati petroliferi sembrano prevalere su alleanze storiche come quella con Israele.
parte 6: la NSS 2025 non è un documento di sicurezza. È un'arma politica a doppio taglio: taglia i legami transatlantici e, nel contempo, lacera il tessuto istituzionale e sociale americano. Per l'Europa, il messaggio non potrebbe essere più chiaro: l'era della dipendenza strategica dagli Stati Uniti è giunta a una fine brusca e voluta. La risposta non può essere il panico o la supplica, ma una mobilitazione senza precedenti. Diventa imperativo accelerare l'autonomia strategica, integrare la difesa, coordinare una politica estera comune e costruire una base industriale e tecnologica resiliente. La posta in gioco non è più solo la sicurezza regionale, ma la sopravvivenza stessa dell'Unione Europea come progetto politico e dei valori democratici liberali che, paradossalmente, una parte dell'America di Trump sembra ora voler abbandonare. Il momento chiede il coraggio di un "whatever it takes" europeo, perché la certezza del passato – che Washington fosse l'ancora dell'Occidente – è stata definitivamente meno.
articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5, parte 6 ; approfondisco dove necessario. Spiega come, dietro tutta la retorica e le falsità scritte nel documento, a partire dalle millemila guerre fatte finire da Trump, il documento sembra scritto per un pubblico di complottisti, filorussi e dementi.
Scrivi un approfondito articolo, assumendo il ruolo di Serena Russo, tagliente, graffiante, ironico. Rendilo immersivo.
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