Significato e Cultura: L’Illusione del Cinema Italiano

“Quando tutto il resto fallisce, prova col messaggio”. È questa la regola aurea della cultura italiana contemporanea: non importa quanto un prodotto sia mediocre o sciatto, se è imbottito di SIGNIFICATO (e quindi, per proprietà transitiva, di CULTURA), allora è inattaccabile. Il cinema italiano, la serialità televisiva, perfino la narrativa sono ormai infestati da questa mentalità tossica: il pubblico non deve osare dire che il film è noioso, che la sceneggiatura fa acqua, che i dialoghi sembrano scritti da un algoritmo di parrocchia—perché se lo fa, è automaticamente analfabeta funzionale, fascista, elettore di Giorgia Meloni e rovina del paese.

E dire che dovrebbe essere un concetto elementare: non è il tema che fa l’opera. Non è il cosa, ma il come. Si possono ricavare boiate imbarazzanti (La Vita è Bella) e capolavori assoluti (Schindler’s List) dallo stesso argomento. Eppure, oggi, la qualità è un concetto secondario: quello che conta è l’adesione al messaggio giusto, l’allineamento ideologico. Se dici di no, significa che non hai capito.

Quando il Cinema Sapeva Osare

Non è sempre stato così. Il cinema italiano, prima di ridursi a un’accozzaglia di opere pretenziose e piagnone, sapeva osare. Negli anni ‘70, nulla avrebbe impedito a un Lucio Fulci o a un Sergio Martino di girare un horror in cui Lampedusa diventava il teatro di un’apocalisse zombie—con gli zombie che non sono altro che i corpi dei migranti morti durante la traversata. Sarebbe stato un film con un tema potente, ma con una messa in scena capace di generare inquietudine, tensione, magari persino poesia macabra. Sarebbe stato cinema.

Oggi, invece, ci tocca Io Capitano, il tipico prodotto che si annuncia con la solennità del grande evento, con la critica già schierata e il pubblico costretto a dichiarare la propria fedeltà alla narrazione ufficiale. E guai a sollevare perplessità: chi osa criticare questi film non è solo un dissenziente, ma un nemico da eliminare.

Il Trionfo del Capitalismo sul Parassitismo Culturale

Poi arriva un prodotto come Arcane, e tutta questa ipocrisia viene spazzata via.

Fin dall’inizio era chiaro che Arcane sarebbe stato un progetto in perdita. Il livello produttivo era talmente alto che, in termini strettamente televisivi, non avrebbe mai potuto ripagarsi con le sole visualizzazioni. Ma il punto è proprio questo: Arcane non è nato per ripagarsi con le visualizzazioni. È nato per far vendere skin, gadget, nuovi personaggi e per attirare nuovi giocatori su League of Legends.

Il risultato? Un’opera d’arte straordinaria che ha generato profitto in modo intelligente e laterale, dimostrando che nel sistema capitalistico l’arte può prosperare—se sai come funziona il mondo. Il modello è lo stesso di Disney e Pixar nei loro momenti migliori: costruisci un’opera eccellente, fai in modo che il pubblico la desideri, e poi monetizzi con strategie commerciali efficaci.

In Italia, un approccio simile sarebbe considerato blasfemia. Qui l’arte è ancora vista secondo il modello sacerdotale, dove il profitto è sporco e il vero artista è colui che lavora “per la cultura”, possibilmente a spese dello Stato. I film e le serie italiane vivono di finanziamenti pubblici, di fondi europei, di contributi elargiti in base all’aderenza ideologica, non certo alla qualità o al successo commerciale. Se poi il film va in perdita, chissenefrega, tanto lo scopo non era guadagnare, ma rafforzare la propria posizione nel circuito degli intellettuali di riferimento.

E così, mentre da noi il cinema è diventato una catena di montaggio di film inutili che nessuno vede (ma che tutti devono lodare per non essere tacciati di eresia), all’estero nasce Arcane, che non solo è un successo artistico, ma anche un modello di business vincente.

Un’Evoluzione Narrativa Che Non Insulta il Pubblico

Arcane ha un’altra grande qualità: tratta temi complessi con intelligenza e sensibilità, senza trasformarsi in una predica moraleggiante.

  • Lotta di classe senza banalità
    La serie esplora il conflitto tra ricchi e poveri senza cadere nella solita retorica del “i ricchi sono il male assoluto e i poveri santi martiri”. La città di Piltover e il sottosuolo di Zaun sono ambienti vivi, sfaccettati, pieni di personaggi con motivazioni credibili, senza bisogno di semplificazioni ideologiche.
  • Personaggi con sfumature, non figurine propagandistiche
    Vi e Jinx non sono “donne forti” nel senso moderno, ovvero figure di cartone imbattibili e prive di difetti. Sono personaggi umani, con traumi, debolezze, errori. Jayce non è il solito riccone oppressore, ma un uomo con dubbi, contraddizioni, ambizioni e fallimenti.
  • La tecnologia come progresso e pericolo
    A differenza della narrativa woke, che demonizza la tecnologia come strumento di oppressione, Arcane mostra la sua ambivalenza: è un mezzo di crescita, ma anche di potenziale distruzione. Non è la tecnologia in sé il problema, ma chi la usa e come.
  • La politica senza infantilismi
    Niente governanti stereotipati che complottano nell’ombra, niente “sistema corrotto” contro “puri di cuore”. In Arcane, chi ha potere lo esercita con pragmatismo, facendo scelte difficili, cercando compromessi, sbagliando. È una visione adulta e realistica della politica, cosa che nei prodotti italiani sembra ormai un’eresia.

Arcane Dimostra Che il Merito Vince Sempre

Alla fine, Arcane è la prova definitiva che il talento, il merito e la visione possono ancora vincere. Che il sistema capitalistico, con tutti i suoi difetti, premia chi sa creare valore, invece di ricompensare l’ennesimo film di propaganda incapace di sostenersi senza fondi pubblici.

In Italia, un progetto del genere sarebbe impossibile. Perché il nostro cinema e la nostra serialità non sono pensati per il pubblico, ma per una nicchia di intellettuali autoreferenziali. Non contano le vendite, la qualità, l’impatto culturale: conta solo il MESSAGGIO.

Ecco perché l’Italia è condannata alla mediocrità culturale. Ecco perché Arcane trionfa. Perché il talento non ha bisogno di scuse. Ha solo bisogno di spazio per esprimersi.

(Giovanni Sarpi)

Prompt:

Intro: "quando tutto il resto fallisce, prova col messaggio". E' questa la regola aurea della cultura italiana: proporre prodotti mediocri o peggio, ma intrisi di MESSAGGIO, di SIGNIFICATO (e di conseguenza di CULTURA). Se voi del pubblico osate balbettare che magari il film in questione non è proprio il massimo, ecco che siete analfabeti funzionali, fascisti, votate Giorgia Meloni e siete pure la rovina del paese. E dire che dovrebbe essere ovvio: non è il tema che fa l'opera, non è il cosa, ma il come, e dallo stesso tema si possono ricavare boiate ("La Vita è Bella") e capolavori ("Schindler's List").

In passato: non è sempre stato così. Non è impensabile immaginare, negli anni '70, un film di Lucio Fulci o Sergio Martino in cui Lampedusa diventa il teatro di un'apocalisse zombie - in cui gli zombie sono i corpi dei migranti morti durante la traversata. In quei tempi mancava il fenomeno della migrazione, in questi i produttori (privati) e tutta una serie di professioni e artigiani. Ci tocca "Io Capitano".

Arcane: Arcane è una serie TV così costosa che, fin dall'inizio, si sapeva che razionalmente sarebbe stata un prodotto in perdita, indipendentemente dalle visualizzazioni che avrebbe ottenuto. Tuttavia, il suo successo commerciale deriva dal fatto che è basata su un videogioco molto popolare, e quindi, pur avendo introiti diretti in perdita, ha generato guadagni significativi attraverso vendite di skin, nuovi giocatori e un'enorme quantità di gadget. Arcane è considerata un'opera d'arte straordinaria che prospera in modo indiretto e rappresenta un trionfo del sistema capitalista, dimostrando che con l'arte si può guadagnare, basta capire come funziona il mondo. In Italia, un approccio simile sarebbe visto come un'offesa, poiché l'arte è considerata esclusivamente secondo un modello sacerdotale, e chiunque tenti di renderla profittevole con pensiero laterale è considerato un traditore. Nel paese, i profitti derivano da film e serie TV che sono regolarmente in perdita, con l'importante obiettivo di ottenere fondi statali o finanziamenti da partiti e intellettuali per il loro valore propagandistico.

Temi: fai un excursus su i vari temi trattati, con intelligenza e sensibilità, da Arcane.

Articolo: intro, in passato, Arcane, temi. Prosegui l'articolo logicamente da quanto elaborato.

Assumendo personalità, background e stile di scrittura di Giovanni Sarpi,  scrivi un Articolo; usa un tono brillante.

Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento