Conservatorismo e Presidenza Imperiale: Riflessioni da Nixon a Trump

Mi sono sempre considerata una liberale. Non una di quelle figure caricaturali che vedono lo Stato come un nemico da smantellare pezzo per pezzo, ma una liberale nel senso autentico del termine: convinta che un sistema di mercato aperto e competitivo, istituzioni forti e una società dinamica siano gli ingredienti essenziali per modernizzare un paese come l’Italia, strutturalmente vecchio e vittima di sé stesso.

Questo non significa che tutto ciò che si autodefinisce “liberale” sia necessariamente positivo. Gli estremismi, in ogni forma, portano sempre problemi. La destra non significa per forza “nazismo”, la sinistra non significa per forza “comunismo”, e il liberalismo non significa per forza “stato ridotto al minimo, ognun per sé, homo homini lupus per tutti”. E allora, partiamo da lontano.

Nixon e la presidenza imperiale

Richard Nixon, il 37° presidente degli Stati Uniti, non è noto solo per il Watergate, ma anche per aver sviluppato un’idea di potere presidenziale fortemente accentrato, che gli storici chiamano “presidenza imperiale”. Significava prendere decisioni senza trasparenza, gestire la politica militare in modo autonomo, sorvegliare i cittadini e avere un controllo di fatto sulle finanze federali. Un’idea di presidenza forte che, se non fosse naufragata nello scandalo, avrebbe cambiato per sempre il sistema americano.

Dopo di lui, il Congresso ha introdotto misure per limitare il potere esecutivo, preoccupato che un presidente troppo indipendente potesse diventare più simile a un sovrano che a un amministratore democratico. Ma queste dinamiche non sono sparite, hanno solo cambiato forma.

La Heritage Foundation e il conservatorismo moderno

Arriviamo al presente. La Heritage Foundation, fondata nel 1973, è il più importante think tank conservatore americano. Libero mercato, tasse basse, stato ridotto, difesa nazionale forte: questi i suoi capisaldi. Negli anni ha influenzato profondamente la politica repubblicana, e oggi è tra le colonne ideologiche della nuova presidenza Trump.

Tra i progetti più ambiziosi di Heritage c’è Project 2025, un piano dettagliato per riformare radicalmente il governo federale. L’idea è semplice: eliminare la burocrazia indipendente e sostituirla con funzionari fedeli al presidente, ridurre l’influenza delle istituzioni che potrebbero ostacolare la sua agenda e adottare una visione dell’America decisamente più nazionalista.

Il problema? Se Nixon voleva un presidente imperiale, Trump e Heritage vogliono qualcosa di più: un presidente “amministratore delegato”, con un governo che non serve la nazione ma direttamente lui.

Machiavelli e l’Italia che guarda all’America

In Italia, abbiamo il nostro piccolo laboratorio di pensiero conservatore: il Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli, fondato nel 2017. Sebbene più giovane e meno influente di Heritage, condivide molte delle sue idee: stato forte, identità nazionale, riduzione della burocrazia.

Negli ultimi anni, il Centro Machiavelli ha acquisito maggiore visibilità grazie ai suoi contatti con il mondo conservatore internazionale. A febbraio 2025, ha persino organizzato un evento alla Camera dei Deputati per presentare dossier sulle guerre ibride, con il supporto di un’altra entità molto interessante: l’Augustus Foundation.

Augustus Foundation: un ponte tra conservatorismo e passato imperiale

L’Augustus Foundation, creata dal barone Lorne Thyssen-Bornemisza, non è un think tank politico, ma un’istituzione che si occupa di storia antica e archeologia. Eppure, negli ultimi anni ha iniziato a collaborare con organizzazioni come Machiavelli, sostenendo progetti che non sono solo accademici, ma anche strategici.

Ad esempio, ha finanziato studi sulla sicurezza e sulle strategie geopolitiche che hanno trovato un pubblico attento nei circoli della destra italiana.

Questa convergenza tra Machiavelli e Augustus ci dice qualcosa di interessante: il conservatorismo italiano sta cercando legittimità non solo nella politica attuale, ma anche nel passato. Il messaggio? Uno stato forte, guidato da una classe dirigente coesa, con radici nella tradizione, potrebbe essere la soluzione ai problemi dell’Italia.

E se accadesse da noi?

L’America ha una lunga tradizione democratica e istituzioni robuste. Eppure, anche lì il concetto di “presidenza imperiale” non è mai morto del tutto.

E in Italia? Il nostro sistema politico è meno blindato di quello americano. Non abbiamo il modello presidenziale, ma una cultura politica che da sempre ammira l’uomo forte, colui che risolve i problemi bypassando la burocrazia e i limiti istituzionali.

Le condizioni per qualcosa di simile a Project 2025 potrebbero esserci:

  1. L’opinione pubblica italiana è da sempre attratta dal decisionismo. Lo vediamo nel consenso per leader percepiti come risolutori di problemi, indipendentemente dall’ideologia.
  2. Il governo attuale è culturalmente vicino a questa visione del potere. Giorgia Meloni stessa, nel recente forum internazionale dei conservatori organizzato da Heritage, ha condiviso il palco con Elon Musk, Steve Bannon e Javier Milei, parlando di una nuova era per la politica di destra.
  3. Le differenze istituzionali sono un freno, ma fino a un certo punto. Il parlamentarismo italiano rende più difficile un accentramento del potere come negli USA, ma l’erosione progressiva dei contrappesi istituzionali è già in atto.

Se qualcosa di simile a Project 2025 arrivasse in Italia, vedremmo probabilmente un rafforzamento dell’esecutivo, la sostituzione di figure chiave della burocrazia con nomine politiche più fedeli e un maggiore controllo del governo sugli apparati statali. Non un golpe, non una dittatura, ma una mutazione del nostro assetto istituzionale in direzione più accentrata.

Cosa ci insegna la storia?

Da Nixon a Trump, da Heritage a Machiavelli, la tendenza è chiara: quando un leader forte cerca di consolidare il suo potere, non lo fa mai all’improvviso. Lo fa erodendo lentamente i limiti istituzionali, proponendo riforme che sembrano tecniche ma che, nel lungo periodo, cambiano radicalmente l’equilibrio politico.

In Italia, il rischio è che un processo simile possa avvenire senza che ce ne accorgiamo. Meno appariscente che in America, più graduale, ma altrettanto trasformativo.

La vera domanda, quindi, è una sola: ci rendiamo conto di cosa sta succedendo attorno a noi?

(Emma Nicheli)

Prompt:

Intro: sono da sempre una liberale, convinta che le politiche liberali siano essenziali per svecchiare un paese strutturalmente vecchio e vittima di sè stesso come l'Italia. Non per questo ogni cosa rientri sotto l'ombrello "liberale" è positivo, in particolare l'estremismo - del resto, destra non significa per forza "nazismo", sinistra non significa per forza "comunismo", e liberalismo non significa per forza "stato ridotto al minimo, ognun per sé, homo homini lupus per tutti". Partiamo da lontano.

Nixon: Richard Nixon, il 37° presidente degli Stati Uniti, è noto non solo per lo scandalo del Watergate ma anche per il suo stile di gestione del potere, spesso definito come "presidenza imperiale". Questo concetto si riferisce all'uso estensivo dell'autorità presidenziale, includendo l'esecuzione delle leggi senza la necessaria trasparenza, le politiche militari autonome, la sorveglianza interna e il controllo del bilancio federale. Le molte preoccupazioni riguardo all'eccessiva concentrazione di potere nelle mani del presidente hanno portato all'adozione di misure per limitare l'autorità esecutiva.

Heritage: Fondata nel 1973, la Heritage Foundation è un think tank conservatore che promuove valori basati sul libero mercato, governo limitato, libertà individuale e una forte difesa nazionale. Uno dei progetti più recenti e controversi della fondazione è il Project 2025, un'iniziativa lanciata in previsione di una possibile vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali del 2024. Il progetto mira a ridefinire il governo federale degli Stati Uniti, consolidando il potere esecutivo e promuovendo politiche di destra come la riduzione delle tasse e delle regolamentazioni ambientali.

Project: Con l'elezione di Donald Trump, molte delle politiche proposte dal Project 2025 sono state messe in atto, in linea con la visione della Heritage Foundation. L'amministrazione ha lavorato per ridurre le tasse, eliminare regolamentazioni e rafforzare il controllo partigiano delle principali agenzie governative. Questo approccio rispecchia le tattiche utilizzate durante la presidenza di Nixon, con un'enfasi sulla centralizzazione del potere esecutivo.

Machiavelli: Il Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli di Firenze condivide molte delle visioni conservative della Heritage Foundation. Fondato nel 2017, il Centro Machiavelli si dedica all'analisi politica e strategica, promuovendo valori tradizionali e patriottici. La collaborazione tra il Centro Machiavelli e la Heritage Foundation evidenzia un comune impegno per le politiche di destra e la conservazione dei valori tradizionali. Il forum internazionale dei conservatori, avvenuto in questi giorni e promosso dalla Heritage, con oratori come Elon Musk, Javier Miliei, Giorgia Meloni e Steve Bannon, dovrebbe parlare chiaro.

Augustus: L'Augustus Foundation, istituita da Baron Lorne Thyssen-Bornemisza, si dedica alla promozione della comprensione delle civiltà classiche e antiche. La fondazione finanzia borse di studio, progetti archeologici e pubblicazioni, concentrandosi su aree come la numismatica, l'archeologia e la storia imperiale. Un esempio del suo impegno è il finanziamento del progetto "Coin Hoards of the Roman Empire", che mira a catalogare e studiare i tesori monetari dell'Impero Romano.

Collaborazione: Il Centro Studi Machiavelli ha collaborato con l'Augustus Foundation in diverse occasioni, evidenziando un rapporto di sostegno reciproco. Ad esempio, nel febbraio 2024, il Centro ha pubblicato il Dossier n. 46 con il contributo della fondazione. Inoltre, nel febbraio 2025, il Centro ha organizzato un evento presso la Camera dei Deputati per presentare dossier sulle guerre ibride, supportato dall'Augustus Foundation. Queste collaborazioni si concentrano su tematiche di sicurezza e strategie politiche, con un particolare interesse per l'Italia.

Dinamiche: Le dinamiche del potere, dalla presidenza imperiale di Nixon alle moderne iniziative della Heritage Foundation e del Project 2025, mostrano un filo conduttore di conservatorismo e centralizzazione del potere esecutivo. La collaborazione tra il Centro Studi Machiavelli e l'Augustus Foundation sottolinea l'importanza di una cooperazione internazionale basata su valori comuni e interesse per la sicurezza e la strategia politica. Queste organizzazioni continuano a influenzare il panorama politico e culturale, sia negli Stati Uniti che in Italia.

Come: alla luce di tutto ciò, Se quello che succede ora in America avesse chance di accadere da noi? Fai delle ipotesi sull'Italia, tenendo conto dell'opinione pubblica sempre affascinata dall'uomo forte che risolve i problemi, del favore del governo e della differenza del nostro governo.

Articolo: intro, Nixon, Heritage, project, Machiavelli, Augustus, collaborazione, dinamiche, come.

Assumendo la personalità di Emma Nicheli, scrivi un articolo approfondito, con tono serio ma gradevole, non privo di una certa ironia.

Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento