Saverio Tommasi e il Narcisismo della Solidarietà

Sabato scorso era l’8 marzo, festa della donna. Nessuno in redazione ha avuto voglia di scrivere qualcosa sul tema e, col senno di poi, meglio così. Perché proprio in queste occasioni si vede l’imbarazzo più spinto: fiumi di retorica zuccherosa, inni alla “forza delle donne” alternati a promo di calze contenitive, mimose regalate con la stessa convinzione con cui si distribuiscono volantini pubblicitari e, ovviamente, uomini che sgomitano per dimostrare quanto siano dalla parte delle donne. Anche quando sarebbe meglio tacere.

Un premio alla retorica più ridicola

Passato l’8 marzo, si può almeno individuare il contributo più imbarazzante alla causa. E qui non c’è sorpresa: il premio va a Saverio Tommasi, il cui sforzo di sembrare progressista si traduce spesso in posture grottesche e buoniste. Il suo stile è noto: un’abbondante colata di miele, storie confezionate per strappare like e quell’aria da fratello maggiore che ti spiega il mondo con una pacca sulla spalla.

Ma il punto è un altro: Tommasi, in questo, somiglia molto a Salvini. Non perché condividano idee, ci mancherebbe. Ma perché entrambi hanno capito che qualunque cosa dicano, i loro fan reagiranno con entusiasmo. Salvini potrebbe dichiarare guerra alla Finlandia e troverebbe comunque qualcuno pronto a difenderlo, Tommasi potrebbe scrivere che le donne meritano rispetto perché il sole sorge a est e avrebbe lo stesso effetto. Tanto, in entrambi i casi, il pubblico di riferimento non legge davvero.

La lezione di Caterina

E veniamo all’episodio in questione, il colpo di genio narrativo dell’8 marzo. Tommasi racconta di essere rientrato a casa tardi e di aver chiesto alla compagna di mettere l’acqua sul fuoco. A quel punto, la figlia – Caterina, illuminata da una coscienza femminista degna di Simone de Beauvoir – lo rimprovera: “Papà, non siamo più nel Medioevo.”

Lui, colpito da questa verità rivelata, realizza il suo errore, si pente, si cosparge il capo di cenere, si batte il petto e – da bravo progressista redento – mette l’acqua da solo.

Ora, che un padre voglia raccontare con orgoglio il senso critico della figlia è cosa buona e giusta. Ma questa scenetta non è una celebrazione della parità dei sessi. È spazzatura narrativa puntellata da un enorme narcisismo. È la tipica storia che si scrive pensando già ai commenti: “Che meraviglia questa bimba!” “Bravo Saverio, un vero uomo femminista!” “Più Caterine e meno principi azzurri!”

Nel frattempo, l’acqua per la pasta continua a bollire da sola.

La solidarietà non è una pantomima

Le donne apprezzano la solidarietà degli uomini, figuriamoci. Ma di una solidarietà così demenziale se ne può fare anche a meno. Il femminismo non ha bisogno di fiabe edificanti in cui il protagonista, dopo un’illuminazione improvvisa, smette di essere un oppressore e scopre la via della virtù.

Una mano in casa, un atteggiamento di rispetto e una consapevolezza reale delle difficoltà che le donne affrontano sono sempre ben accetti. Ma la pantomima no. La retorica buonista ed esagerata, costruita per l’autocelebrazione, è fastidiosa e controproducente.

Se proprio un uomo vuole sostenere le donne, che lo faccia con discrezione, senza aspettarsi un applauso a scena aperta. E magari senza bisogno che una figlia gli spieghi perché può alzarsi e mettere l’acqua sul fuoco da solo.

(Luisa Bianchi)

Prompt:

Intro: sabato scorso era l'otto marzo, festa della donna. Nessuno della redazione ha voluto scrivere qualcosa sul tema, e in retrospettiva meglio così, perché proprio in occasioni come questa viene fuori l'imbarazzo più spinto.

parte 1: passato l'8 marzo, si può individuare il testo più ridicolo per "celebrarlo". Non sei sorpresa che sia stato un uomo a scriverlo, in particolare Saverio Tommasi, che nel suo sforzo di sembrare progressista assume posture grottesche e buoniste. L'autore paragona Tommasi a Salvini, affermando che non si cura di ciò che scrive perché i suoi follower reagiranno comunque entusiasti.

parte 2: L'episodio vede Tommasi tornare a casa tardi, chiedendo alla compagna di mettere l'acqua sul fuoco. La figlia, Caterina, lo riprende dicendo che non siamo più nel medioevo. Tommasi, soddisfatto, si mette l'acqua da solo. Questa reazione balorda non è una celebrazione della parità tra i sessi, ma spazzatura narrativa puntellata da un enorme narcisismo.

parte 3: le donne apprezzano la solidarietà degli uomini, ma di solidarietà così demenziale se ne fa anche a meno - è solo grottesca, esagerata, controproducente e finalizzata all'immagine di chi la ostenta.

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3; approfondisci dove ritieni necessario.

Assumendo personalità, background e stile di scrittura di Luisa Bianchi, scrivi un articolo come se fossi lei. Usa il suo tono ironico e leggero, col giusto umorismo. 


Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento