Il Paradosso della Tolleranza e il prezzo dell’indecisione

Avevo già riflettuto sul Paradosso della Tolleranza di Karl Popper, spesso frainteso e usato a sproposito. Oggi torno sull’argomento, perché gli eventi internazionali lo rendono più attuale che mai. Se c’è una cosa che il mondo continua a dimostrare, è che i moderati, nel timore di “esagerare”, finiscono per non fare abbastanza. Ed è così che gli intolleranti trovano spazio per prosperare.

Bolsonaro: il golpe mancato e l’incriminazione tardiva

Jair Bolsonaro è stato formalmente incriminato dalla Corte Suprema del Brasile per aver orchestrato un tentato colpo di Stato. Un piano che prevedeva militanti armati, l’assalto ai palazzi del potere e, secondo le autorità, l’assassinio del presidente Lula e del giudice Alexandre de Moraes. Non un gioco politico, non un acceso dibattito democratico: un golpe in piena regola, con tanto di lista di esecuzioni.

Il Brasile ha esitato troppo. Bolsonaro ha trascorso anni a costruire il clima perfetto per un attacco alle istituzioni. Ha giocato la carta del vittimismo, ha diffuso disinformazione, ha delegittimato le elezioni, ha ripetuto ogni schema che già conosciamo. Ha fallito, certo, ma se il piano fosse riuscito, oggi Lula sarebbe morto e il Brasile sarebbe governato da un dittatore.

Non è una storia nuova. È lo stesso copione di ogni leader autoritario: alzano i toni, delegittimano le istituzioni, incitano alla violenza e poi, quando qualcuno preme il grilletto, si sfilano dicendo di non aver mai “chiesto esplicitamente” di farlo. Quando però vengono fermati, ecco che i loro sostenitori gridano alla persecuzione politica.

Georgescu: la Romania e l’ombra dell’estrema destra

Călin Georgescu è un nome che forse non tutti conoscono, ma in Romania è diventato il volto di un nazionalismo radicale e violento. Ex alleato del partito di estrema destra AUR, ha corso come indipendente cavalcando una retorica fatta di complottismo, xenofobia e propaganda contro le istituzioni. Un populista aggressivo, pronto a soffiare sul fuoco delle tensioni sociali.

Non siamo ancora arrivati al punto di un tentativo di golpe, ma la traiettoria è chiara. Anche lui ha giocato con i social media, con le fake news, con il revisionismo storico. Anche lui ha spinto la narrazione del “popolo contro le élite”, “il vero paese contro la casta”, “la tradizione contro la decadenza occidentale”. Lo schema è sempre lo stesso.

Se non si interviene in tempo, sappiamo come finisce questa storia.

Popper e il vero significato del Paradosso della Tolleranza

La repressione di Bolsonaro e l’attenzione su figure come Georgescu non sono atti di censura. Sono esempi pratici del Paradosso della Tolleranza di Popper. Perché quando gli intolleranti smettono di discutere e iniziano a progettare golpe, attentati o insurrezioni, non si tratta più di libertà di espressione.

Chi strumentalizza Popper per accusare i “tolleranti” di essere intolleranti, dimentica la parte essenziale della sua riflessione: la tolleranza senza limiti porta alla distruzione della tolleranza stessa. Gli intolleranti non devono essere repressi perché pensano in modo diverso, ma perché passano dai discorsi ai fatti. Bolsonaro lo ha fatto. Georgescu probabilmente lo avrebbe fatto, se solo ne avesse avuto l’occasione. E lo stesso vale per Donald Trump.

Biden e il fallimento della moderazione

E qui arriviamo al più grande errore della presidenza Biden. Per paura di esacerbare le divisioni, per non “alimentare il clima di scontro”, ha lasciato che Trump sfuggisse alla giustizia.

Dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, gli Stati Uniti avevano un’occasione irripetibile: chiudere definitivamente la carriera politica di Trump, inchiodarlo alla sedizione e impedirgli di candidarsi di nuovo. E invece cosa ha fatto Biden? Ha esitato, ha temporeggiato, ha evitato lo scontro diretto.

Il risultato è che oggi Trump è di nuovo presidente. Perché la strategia del “non vogliamo essere come loro” è nobile, ma inefficace. Perché quando hai davanti qualcuno che vuole distruggere la democrazia, l’unica risposta possibile è bloccarlo con ogni mezzo legale a disposizione.

Biden avrebbe potuto agire. Avrebbe potuto spingere per un’accusa di sedizione. Avrebbe potuto usare le prove schiaccianti dell’assalto al Campidoglio per rendere Trump ineleggibile. Invece ha lasciato che la giustizia facesse il suo corso, sperando che il tempo e le istituzioni risolvessero il problema da sole. Ma il tempo, da solo, non fa nulla.

Il pericolo della falsa moderazione

Viviamo in un’epoca in cui gli autoritari non si presentano più con le divise militari e i carri armati. Usano i social, le fake news, la retorica del “noi contro loro”. Creano una realtà alternativa in cui loro sono le vittime e i governi democratici i veri tiranni. E ogni volta che i moderati esitano, guadagnano terreno.

Popper lo aveva capito. I leader democratici, troppo spesso, no.

(Roberto De Santis)

Prompt:

Intro: avevo riflettuto poco tempi fa sul Paradosso della Tolleranza di Karl Popper, così spesso frainteso. Oggi ritorno sull'argomento perché gli avvenimenti internazionali lo rendono quantomai attuale.

parte 1: Jair Bolsonaro è stato formalmente incriminato dalla Corte Suprema del Brasile per aver orchestrato un tentato colpo di Stato, che includeva militanti armati e l'assalto ai palazzi del potere. Secondo le autorità, il piano prevedeva anche l'assassinio del presidente Lula e del giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes.

parte 2: Călin Georgescu, di cui hai già parlato. È stato un candidato di destra nelle elezioni presidenziali rumene e ha guadagnato attenzione per le sue posizioni ultranazionaliste e il suo utilizzo dei social media per la campagna elettorale. Georgescu ha anche avuto legami con il partito di opposizione di estrema destra AUR prima di diventare un candidato indipendente.

parte 3: l'intervento dello stato contro queste due figure è un esempio plastico del Paradosso. Perché molti lo interpretano come necessità di imbavagliare e quindi lo strumentalizzano come esempio di "intolleranza dei sedicenti tolleranti". Ma invece Popper diceva che gli intolleranti vanno soppressi quando passano dall'argomentazione alla violenza. Come ha fatto Bolsonaro, come probabilmente si apprestava a fare Georgescu. Come ha fatto Donald Trump all'indomani della sconfitta elettorale del 2020.

parte 4: Biden purtroppo ha fatto un grave errore: per non fomentare ulteriormente divisioni e non esacerbare il clima interno già rovente, ha preferito non affondare il coltello sulla questione del 6 gennaio 2021, quando invece era il caso di regolare i conti in maniera definitiva. Probabilmente c'era lo spiraglio legale per poter accusare Trump di sedizione (e anche sui documenti segreti a Mar-A-Lago c'era margine di manovra); e certamente mi scordo altre cose. La sua ricandidatura poteva essere resa impossibile, con più coraggio, in quattro anni. Oggi invece è di nuovo presidente.

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4. Prosegui poi sulla linea tracciata dall'articolo.

Assumendo personalità e stile di scrittura di Roberto De Santis, scrivi un articolo; usa un tono brillante e polemico.


Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento