Sacha Baron Cohen, il Telegraph e l’odio per il maschio che si migliora

Non avrei alcun motivo per parlare delle questioni personali di Sacha Baron Cohen. È un attore brillante, lo stimo, e sinceramente delle sue giornate in palestra non mi importa granché. Ma c’è un articolo pubblicato dal Telegraph — una di quelle uscite che ti inciampano davanti mentre scorri distrattamente — che merita una risposta. Se proprio vogliamo cercare il colpevole, non è Cohen né il suo addome scolpito: è questo giornalismo pseudo-progressista in piena crisi di nervi.

L’anatema del six-pack
Il Telegraph ci informa che, dopo il divorzio, Cohen si è buttato sull’attività fisica con la stessa dedizione con cui in passato impersonava dittatori kazaki e reporter scioccanti. Risultato: un corpo asciutto, definito, atletico. Un fisico che, diciamolo, molti quarantenni (e cinquantenni) si sognano la notte dopo il terzo bicchiere di vino. Eppure, secondo l’autore dell’articolo, il nuovo aspetto di Cohen sarebbe “repellente per la maggior parte delle donne”. Repellente. Avete letto bene. Come se l’uomo che si prende cura di sé stesso fosse un problema. Come se, per piacere al mondo, dovesse restare goffo, un po’ sciatto, col sorriso ironico ma la pancetta da pub.

L’invidia travestita da opinione
Ora, tralasciamo il fatto banale ma rilevante che Sacha Baron Cohen è milionario, famoso, brillante e — nel caso servisse — perfettamente in grado di trovare una partner, con o senza sei addominali in bella vista. Il punto non è la sua appetibilità sul mercato sentimentale. Il punto è lo sfondone logico e ideologico del Telegraph. Perché se domani un’attrice post-divorzio si mostrasse con venti chili in più, ci troveremmo un articolo a piena pagina sull’orgoglio, sull’autenticità, sulla lotta contro gli stereotipi. “Body positivity”, direbbero. “Non deve piacere a nessuno, basta che stia bene con sé stessa”.

Ma se è un uomo a migliorare, a definire il proprio corpo, a disciplinarsi invece che affondare nel comfort food e nella depressione da separazione… allora no. Allora è vanità, è narcisismo tossico, è “repellente”. Perché? Perché nell’ideologia dominante, l’uomo che si migliora diventa un’offesa. Un affronto. Un’irritante dimostrazione che si può soffrire, cadere e rialzarsi — più forte, più lucido, più pronto.

L’uomo che si evolve è una minaccia
C’è una disparità radicale nel modo in cui molti media trattano il corpo maschile rispetto a quello femminile. E non parlo dei giornaletti gossippari, parlo di testate con una pretesa di autorevolezza culturale. È socialmente accettato — e anzi, richiesto — che una donna possa modellare il suo corpo come vuole: ingrassare, dimagrire, tatuarsi, vestirsi come preferisce. E va benissimo. Ma se un uomo si prende cura del suo corpo per se stesso, senza chiedere il permesso né farsi dettare il copione… allora viene messo alla gogna. Viene interpretato come una dichiarazione di guerra.

Perché? Perché certi ambienti culturali odiano ciò che non controllano. Odiano l’autonomia maschile, soprattutto se è silenziosa, autodisciplinata, orientata al miglioramento. Odiano l’idea che un uomo non si limiti a sopravvivere, ma decida di dominare il proprio corpo, il proprio tempo, la propria vita. Odiano chi non si accontenta.


Sacha Baron Cohen non ha fatto nulla di straordinario. Ha solo reagito a un passaggio difficile della vita come dovrebbe fare ogni essere umano: rimboccandosi le maniche. Il fatto che questo sia diventato oggetto di dileggio da parte di un giornale è sintomo di un mondo che ha perso l’orientamento. Dove il vittimismo è premiato, la rinuncia è nobilitata, e lo sforzo personale viene trattato come una minaccia

Per quanto mi riguarda, meglio “repellente” e in forma, che conforme e decadente.

(Giovanni Sarpi)

Prompt:

Intro: non avrei motivi di parlare delle questioni personale di un attore brillante che stimo moltissimo, Sasha Baron-Cohen, ma la casuale lettura di un articolo scemissimo sul Telegraph mi spinge. Semmai prendetevela col Telegraph, quindi.

parte 1: Sacha Baron Cohen, dopo il divorzio, si dedica intensamente all’attività fisica e ottiene un corpo asciutto e atletico. Il Telegraph critica il suo nuovo aspetto definendolo "repellente per la maggior parte delle donne".

parte 2: Cohen, essendo famoso e ricco, non ha problemi a trovare una partner, rendendo quindi irrilevante il giudizio del giornale. l'ipocrisia dei media: da una parte promuovono modelli femminili sovrappeso come simboli di body positivity, dall’altra criticano un uomo in forma. Secondo questa vulgata, è socialmente accettabile elogiare fisici femminili poco salutari, ma non un uomo che si tiene in forma per se stesso.

parte 3: c'è una disparità nel modo in cui molti media trattano il corpo maschile rispetto a quello femminile. l’idea che un uomo si prenda cura del suo corpo per se stesso è rappresentata come inconcepibile per certi ambienti mediatici.

articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3.

Assumendo personalità, background e stile di scrittura di Giovanni Sarpi, descritte sopra nella chat, scrivi un Articolo; usa un tono brillante.


Scopri di più da Le Argentee Teste D'Uovo

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Lascia un commento