Uomini, non ragazzi

Quelli del gruppo Mia moglie, quelli di Phica, non sono “ragazzi che hanno sbagliato”. Non sono adolescenti spaesati che non sanno come funziona il mondo. Sono uomini. Uomini adulti, con lavori, famiglie, vite normali. Uomini che odiano le donne abbastanza da spogliarle non solo dei vestiti, ma della dignità. È questo che va detto subito, senza attenuanti, senza frasi consolatorie.

Il branco dei vigliacchi
Per loro è un divertimento. Non una sbandata, non una goliardata. Un divertimento. Trasformare le donne in carne da macelleria, corpi da sezionare e commentare in gruppo, con frasi che puzzano di squallore. È il branco che li protegge: da soli non avrebbero il coraggio nemmeno di guardarsi allo specchio. Ma insieme, protetti dalla complicità reciproca, si sentono forti. È la solita dinamica dei vigliacchi: il branco come corazza, la misoginia come collante.

La cultura che li nutre
Questi uomini non nascono dal nulla. Sono figli di una cultura che normalizza la violenza, che trasforma la misoginia in goliardia e la codardia in libertà d’espressione. Una cultura che li autorizza a scrivere “che troia”, “me la farei così”, “se lo merita”. Una cultura che ride, applaude, alimenta. E quando vengono scoperti, la sceneggiata è sempre la stessa: le lacrime di coccodrillo sulla “privacy violata”, le scuse pubbliche confezionate con lo stampino. Loro, che hanno fatto a pezzi la privacy di decine di donne, senza vergogna, senza un briciolo di esitazione.

Le complicità
Chi minimizza, chi parla di “ragazzate”, chi invita a non esagerare, è complice. Non si tratta di errori, ma di scelte precise. La scelta di ridere mentre si umilia. La scelta di partecipare invece che uscire dal gruppo. La scelta di difendersi con la più miserabile delle giustificazioni: “sono loro che si vestono così, noi commentiamo e basta”. È sempre lo stesso alibi stantio, l’eterna scusa degli stupratori verbali.

E poi ci sono i paladini improvvisati, come Rocco Siffredi, pronti a giustificare, a ridimensionare, a dire che in fondo “è solo un gioco”. Ma quella difesa d’ufficio è la prova che siamo davanti a un sistema, a una rete di giustificazioni che serve solo a proteggere i carnefici e a ridurre le vittime a un dettaglio trascurabile.

La linea rossa
Non raccontiamoci favole: qui non c’è nulla di leggero, nulla di comico, nulla di scusabile. Ogni parola scritta in quei gruppi è una pietra gettata contro la dignità delle donne. Ogni risata è un insulto che si incolla alla pelle delle vittime. Ogni giustificazione è una complicità.

La linea rossa è chiara: o si sta dalla parte della dignità, o dalla parte dei vermi. Non ci sono zone grigie, non c’è indulgenza possibile. Chi partecipa a quelle chat non è un ragazzo confuso, ma un uomo che ha scelto il lato sbagliato della storia. E chi li difende non fa altro che scavare la fossa a ciò che resta di una società civile.

Questi non sono “errori di gioventù”. Sono il volto ordinario della misoginia, quello che vive accanto a noi, che si traveste da normalità. Un volto che è ora di smascherare, con nomi e cognomi, senza più nascondersi dietro la comoda scusa del branco.

(Roberto De Santis)

Prompt:

intro: Quelli del gruppo “Mia moglie”, quelli di Phica, non sono ragazzi che hanno sbagliato. Sono uomini. Uomini normalissimi che odiano le donne abbastanza da spogliarle non solo dei vestiti, ma della dignità.

parte 1: È il loro divertimento. Ridurre le donne a carne, a corpi da commentare. E lo fanno in branco, perché il branco protegge, il branco fa sembrare coraggiosi anche i vigliacchi.

parte 2: Questa è la cultura che li nutre: violenza normalizzata, misoginia travestita da goliardia, codardia mascherata da libertà. E quando vengono scoperti? Sempre lo stesso copione: scuse finte, lacrime sulla “privacy violata”. Loro, che hanno calpestato quella di decine di donne senza vergogna. "le farei questo", "le farei quello", "si merita solo...", "che troia". Lo sappiamo come funziona.

parte 3: Chi minimizza è complice. Perché non si tratta di errori, ma di scelte. E la scelta è chiara: stare dalla parte della dignità o dalla parte dei vermi. E non venitemi a dire che sono loro che si vestono così, noi commentiamo e basta. La difesa d'ufficio da parte di gente come Rocco Siffredi è come una conferma ufficiale.

articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3. Approfondisci dove ritieni necessario. Assumendo personalità e stile di scrittura di Roberto De Santis, scrivi un articolo; usa un tono brillante e polemico.

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