
Il 2025 si avvia alla conclusione. Non solo un anno, ma anche un quarto di secolo, e con esso il primo quarto del primo secolo del nuovo millennio. Una misura simbolica che fa gola agli editorialisti, perché permette di tirare bilanci epocali senza sembrare eccessivamente melodrammatici. E dunque, eccoci: 25 anni di storia, due decenni e mezzo di guerre, crisi economiche, pandemie, rivoluzioni tecnologiche e ambientalismo prêt-à-porter. Ma se dovessi scegliere un episodio che più di tutti rappresenta la capacità dell’Occidente contemporaneo di auto-ridicolizzarsi, non avrei dubbi: la Global Sumud Flottilla.
Un nome che suona epico, persino biblico, ma che nella realtà si traduce in qualcosa a metà tra una crociera Costa, una gita scout mal organizzata e un esperimento di reality show fallito.
Virtue signaling a bordo
All’interno della GSF si agitano tutte le vanità tipiche del nostro tempo, strette in un abbraccio sudaticcio: la smania di “stare dalla parte giusta”, l’adesione compulsiva alla squadra dei buoni, l’ego gonfiato dalle dirette Instagram, il velleitarismo spacciato per eroismo, la totale rimozione della complessità.
Perché riflettere sulle cause del conflitto israelo-palestinese, sulla geopolitica regionale, sul ruolo di Hamas o sui fallimenti della comunità internazionale, quando si può ridurre tutto a uno slogan da stadio? La Curva dei Buoni non ha bisogno di libri, solo di cartelloni colorati.
E così ecco la mobilitazione di mezzi, persone, tempo ed energie per un obiettivo apparentemente nobile — consegnare cibo a Gaza — che, se fosse stato perseguito con serietà, avrebbe richiesto meno selfie e più logistica. Ma sarebbe stato infinitamente meno gratificante per il narcisismo personale, che invece in questo caso naviga a vele spiegate.
Rotta per l’assurdo
Domanda semplice: a Gaza non si può approdare. Quindi, dove pensavano di attraccare queste 44 navi di entusiasmo social?
Risposta: in Israele. Un paese che, nel pieno di un conflitto delicatissimo, sogna evidentemente l’arrivo di una mini-armata navale con a bordo il meglio dell’indignazione europea. Perché se c’è qualcosa che serve a Tel Aviv, è dover gestire anche questo teatrino logistico.
Intanto, la flottiglia non è mai nemmeno arrivata vicina al traguardo. È rimasta a metà strada, bloccata tra la Sicilia e la Tunisia, in quella che passerà alla storia come la più lunga crociera senza buffet del Mediterraneo. Risultato provvisorio: ventordicimila giorni di navigazione, migliaia di foto da pontile, Greta Thunberg che abbandona la nave (“No Maria, io esco”, e qui chapeau: la ragazza ha avuto un momento di lucidità), e Saverio Tommasi convinto di poter aprire il suo Food Point (a Gaza, forse?). Giuro, non è satira, lo ha detto davvero.

È sempre Cartabianca
In parallelo, mentre le navi vagavano come spettri nel Mediterraneo, in Italia si consumava un’altra tragedia: quella televisiva. “È sempre Cartabianca” ci ha regalato uno dei momenti più surreali della stagione, con il tormentone “definisci bambino”.
Eyal Mizrahi aveva ingenuamente pensato di parlare con adulti, convinto che la discussione potesse vertere su un tema serio: l’uso di soldati minorenni da parte di Hamas, che finiscono contati nelle statistiche ONU come “bambini uccisi”. Ma dall’altra parte trovava Enzo Iacchetti e Mauro Corona, i quali — con il massimo rispetto — hanno dimostrato che l’età anagrafica non sempre coincide con quella mentale.
Un dibattito che sembrava scritto da un autore di Zelig in crisi creativa, e invece era realtà televisiva del 2025.
Il turn face di Iacchetti
Poi succede l’incredibile: il web esplode. Enzo Iacchetti, fino a ieri relitto televisivo post-berlusconiano, viene incoronato eroe. Meme a pioggia, standing ovation digitale, applausi trasversali. Un turn face che neanche nella WWE: da macchietta di “Striscia la Notizia” a nuovo volto della resistenza morale.
Ovviamente il nostro eroe non ha perso tempo: già prenotato in conferenze di scappati di casa, pronto a trasformare questa vampata di notorietà in una nuova stagione di palchi improbabili. In Italia si ricicla tutto: plastica, vetro e conduttori in pensione.
La parola proibita: genocidio
E arriviamo al punto più delicato, il grido di battaglia che tiene insieme la Curva dei Buoni: “Genocidio!”.
Molti sostengono che a Gaza siano verificate quattro delle cinque condizioni ONU. Vero, ma sono le stesse che si verificano in qualsiasi guerra. E allora guardiamo i numeri, che non mentono (anche se vengono sistematicamente ignorati).
- Shoah: circa 9,5 milioni di ebrei in Europa prima della guerra, circa 6 milioni sterminati → oltre 60% della popolazione eliminata.
- Genocidio armeno (1915-16): circa 1,5 milioni di armeni nell’Impero Ottomano, circa 1,2 milioni uccisi → 80% eliminati.
- Gaza oggi: popolazione 2023 circa 2,3 milioni, stima massima 80.000 morti → circa 3,5% della popolazione.
Ora, ditemi voi: vi sembra lo stesso ordine di grandezza? È chiaro che no. Eppure, ogni volta che lo si fa notare, qualcuno risponde che i numeri non contano, perché l’ideologia ha sempre il meglio sulla realtà. E allora, che ci siamo messi a fare a scuola con le tabelline?
Il cuore della questione
Eccoci dunque al nocciolo: trovate la Curva dei Buoni, urlate lo slogan giusto, postate la foto, guadagnate follower. È la liturgia del nostro tempo.
Nel frattempo, esperti, storici, diplomatici, studiosi continuano a produrre analisi complesse e ragionate. Ma la loro voce si perde, perché non si traduce bene in meme né in reel da 15 secondi.
E così la Global Sumud Flottilla vince a mani basse il titolo di più grande pagliacciata del primo quarto di secolo. E pensare che siamo solo al 2025: la concorrenza avrà ancora 75 anni per provare a fare di meglio.
(Margherita Nanni)
Prompt:
Intro: il 2025 si avvia alla fine, e con esso, il primo quarto del primo secolo del nuovo millennio. Un traguardo significativo, reso ancora più significativo dal fatto che ci permette di individuare, senza timore di smentita, la più grande pagliacciata di questo primo quarto di primo secolo di nuovo millennio: la Global Sumud Flottilla.
parte 1: all'interno della GSF si agitano intrecciate tutte le peggiori vanità occidentali dell'era dei social. Virtue signaling, appartenenza alla squadra dei buoni, ego, velleitarismo, completa rimozione di qualsiasi complessità della vicenda e pronta sostituzione con slogan da ultrà, mobilitazione di mezzi e persone per un fine (consegnare cibo ad Ham... ehm, a Gaza) che poteva esser fatto in maniera molto più efficace, sebbene, certamente, meno spettacolare e gratificante per il narcisismo personale.
parte 2: pensiamoci bene. A Gaza non si può approdare. E vogliono portare cibo via nave. E quindi dovranno approdare nel posto più vicino. In Israele. Che in una situazione così complicata vuole sicuramente 44 navi. Ma comunque le navi sono ancora da qualche parte fra la Sicilia e la Tunisia dopo ventordicimila giorni di navigazione, qualche terabyte di selfie, Greta Thunberg che "no Maria io esco" (dimostrando lucidità) e Saverio Tommasi convintissimo del suo Food Point a Gaza (non scherzo).
parte 3: parallelamente, in una puntata di "E' sempre Cartabianca", raggiungiamo vette di assurdo mai visto. Sì, mi riferisco al "definisci bambino". Credo che Eyal Mizrahi abbia peccato di ingenuità, ritenendo di parlare con adulti, e che la discussione avrebbe proseguito illustrando il problema dei soldati minorenni, tipici di molte culture e punto forte dello stile Hamas, visto che finiscono conteggiati fra i bambini uccisi. Purtroppo per lui si è trovato di fronte a Enzo Iacchetti e Mauro Corona, la cui età mentale sommata probabilmente è davvero degna di un minorenne.
parte 4: il web esplode. Enzo Iacchetti viene promosso da vecchio residuo berlusconiano ad eroe (e meme). Un turn face incredibile. Saprà il nostro eroe capitalizzare su questa vampata di fama? Vedo che parteciperà ad una conferenza di scappati di casa, quindi penso proprio di sì.
parte 5: e poi, il Genocidio. Dice: quattro delle cinque condizioni ONU sono verificate, ve le riporto. Bene, sono quelle verificate da qualsiasi guerra. Ma non solo. Prendiamo le percentuali di popolazione eliminata da genocidi acclarati come la shoah e quello armeno, e confrontiamola con i morti dell'attuale conflitto a Gaza, anche prendendo per buona la stima di 80000 morti. Vi sembra lo stesso ordine di grandezza? Ah che ingenua, dimenticavo sempre che i numeri non valgono contro l'ideologia.
parte 6: il succo è: trovate la Curva dei Buoni, fate rumore, guadagnate follower. Nel frattempo fior di esperti, tranquilli, diranno cose importante ma voi non li starete ascoltando.
articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5, parte 6. Approfondisci dove ritieni necessario.
assumendo la personalità di Margherita Nanni, scrivi un articolo brillante, divertente, colorito, senza moralismo, ma cogliendo il fascino dell'inverosimiglianza della vicenda.
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