Capodanno, Tony Effe e la solita polemica al sapore di figuraccia

Un Capodanno con i botti, sì, ma non quelli dei fuochi d’artificio. Questa volta, a tenere banco è il caso di Tony Effe, il noto trapper inizialmente ingaggiato per animare una festa di fine anno in piazza, salvo poi essere “rimosso” dal programma per i contenuti dei suoi testi. Un episodio che sa tanto di gestione improvvisata e poco lungimirante, ma che ha scatenato una ridda di polemiche, con tanto di accuse di censura. Ma, attenzione, parliamone bene: qui di censura non c’è proprio traccia.

No, non è censura. Facciamo chiarezza.

Per cominciare, chiariamo cosa sia davvero la censura. Quando parliamo di censura, intendiamo un’autorità superiore che impedisce preventivamente la diffusione di contenuti per motivi ideologici, morali o politici. È quel fenomeno per cui un’opera, un libro o una canzone viene bloccata sul nascere, spesso da uno Stato o da un’entità con il potere di farlo. Ecco, niente di tutto ciò è avvenuto qui.

Tony Effe è stato semplicemente depennato dalla lista degli ospiti di un evento pubblico. Una scelta che possiamo definire discutibile o incoerente, ma che non tocca minimamente il diritto del trapper di esprimersi attraverso i suoi brani. I suoi testi restano lì, disponibili su Spotify, YouTube e qualsiasi altra piattaforma. Nessuno gli ha impedito di cantare ciò che vuole. Il problema, semmai, è chi lo ha prima invitato e poi scaricato, senza evidentemente aver fatto i compiti a casa.

La figuraccia non è sua, ma di chi lo ha chiamato

Ed eccoci al nocciolo della questione: chi ha gestito questa faccenda non fa una gran bella figura. Tony Effe non è certo un artista di nicchia né tantomeno un poeta ermetico i cui versi vanno decifrati con lente d’ingrandimento. I suoi testi, spesso espliciti e provocatori, sono noti a chiunque abbia dato un’occhiata veloce al panorama musicale contemporaneo.

Se decidi di chiamare un artista come lui per una piazza di Capodanno, si suppone che tu sappia chi stai ingaggiando. Non è che il trapper abbia cambiato stile o si sia reinventato cantautore pop da una settimana all’altra. Se poi a chiamarlo è stata un’agenzia per conto tuo, il tuo compito è sempre quello di verificare: che testi canta? È adatto al pubblico che mi aspetto? E se dopo tutto questo ti caschi dal pero e scopri solo dopo che “forse non è proprio il caso”… beh, la colpa non è certo di Tony Effe.

In definitiva, questa non è una storia di censure né di scelte artistiche provocatorie. È semplicemente un pasticcio organizzativo che dimostra una certa superficialità nella gestione degli eventi pubblici. La morale? Se vuoi evitare polemiche sotto i riflettori, la prossima volta leggi almeno due testi dell’artista che inviti. Perché se ti trovi a fare retromarcia all’ultimo minuto, a rimetterci la faccia sei solo tu.

(Giancarlo Salvetti)

Prompt:

Intro: riassumi brevemente la polemica su Tony Effe a Capodanno.

Censura: spiega che non si tratta assolutamente di censura, ricordando cosa si intende con questo termine e perché qui sia fuori contesto.

Spiegazione: la figuretta qui la rimedia chi ha chiamato Tony Effe in quanto popolare e poi non l'ha più voluto per via dei testi. Se lo chiami, si suppone che tu li conosca già; se lo fai chiamare da qualche agenzia, in ogni caso dovresti esserne informato. Se caschi dal pero, beh...

Articolo: intro, censura, spiegazione.

Assumendo background, personalità e stile di scrittura di Giancarlo Salvetti descritte sopra in questa chat, scrivi un articolo. Usa un tono scettico e spiritoso.

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