
Ci sono narrazioni che, a sentirle ripetere, sembrano scolpite nella pietra. Ti domandi quasi se il problema sia tuo: forse ti sei perso un pezzo, forse il mondo è cambiato mentre eri distratto da una tazza di caffè troppo amaro. Poi ti fermi, respiri, osservi i fatti – e capisci che no, non sei tu: è semplicemente propaganda. Una propaganda così grossolana che, se non stesse facendo danni reali, potremmo archiviarla alla voce commedia involontaria.
Uno degli argomenti cardine utilizzati per giustificare l’invasione russa dell’Ucraina è la famosa “denazificazione”. Un termine evocativo, costruito per colpire le viscere ancora sensibili della memoria collettiva. Secondo questa narrativa, il nazismo sarebbe ovunque in Ucraina: nei palazzi, nelle scuole, perfino nei quartieri dove la gente si scambia ricette di famiglia come nulla fosse. Il Cremlino lo ripete dal 2022 con una insistenza quasi ipnotica. Ridicolo? Lo è. Eppure, quante persone si accontentano di quel racconto come si accetta una favola scomoda ma rassicurante? Tante. Troppe.
La verità, però, è che basta davvero pochissimo per far crollare questo castello di carta.
Un Parlamento che parla da solo
Per capire quanto sia infondata la retorica della “denazificazione”, vale la pena fare ciò che un giornalista dovrebbe fare sempre: guardare i numeri.
L’Ucraina che nel 2019 ha eletto Volodymyr Zelensky non è uscita dal casting di un film distopico. È semplicemente un paese che ha scelto democraticamente il suo Parlamento. E lì, dentro quei 450 seggi, dovremmo vedere questa presunta invasione di estremisti di destra che, secondo Mosca, tirerebbero le fila del potere.
Solo che… non c’è.
I partiti chiaramente catalogabili come di estrema destra – Svoboda, Pravy Sektor, Corpo Nazionale – hanno ottenuto risultati elettorali più simili a una nota a piè di pagina che a una minaccia strutturale. Marginali, residuali, a volte sotto la soglia di sbarramento. Nel 2019 solo uno di loro è riuscito a portare un singolo deputato alla Rada. Uno. Su 450. Lo si potrebbe quasi cercare con la lente, tipo entomologo che studia un coleottero raro.
In che modo questo possa configurare un paese “dominato dai nazisti” sfugge all’immaginazione. A meno che non si decida deliberatamente di ignorare la realtà.
La “minaccia neonazista”: un gigante fatto d’aria
Una rappresentanza così ridotta non significa solo “non dominante”: significa irrilevante. Nessun ruolo di governo, nessuna influenza sulle scelte chiave del paese, nessuna capacità di modellare l’indirizzo politico nazionale.
Non che l’Ucraina sia un paradiso in terra. È una democrazia fallibile, con una corruzione endemica che corrode la fiducia dei cittadini e rallenta qualsiasi riforma. Ma puoi dirlo. Puoi scriverlo. E loro non ti mandano in una colonia penale per questo. Ed è già molto più di quanto si possa dire della Russia.
Si può criticare l’Ucraina per mille motivi legittimi, ma sostenere che sia governata da neonazisti è semplicemente falso. È un’affermazione che ha lo stesso rapporto con la realtà che un romanzo fantasy ha con un manuale di diritto costituzionale.
E a questo punto non si può più parlare di malinteso: è dolo. È propaganda filorussa.
Dolo, non fraintendimento
Perché diffondere informazioni così palesemente distorte? Perché funziona. Perché evoca immagini potenti, perché riattiva memorie che non si sono mai spente davvero, perché sposta il discorso dall’aggressione russa all’idea di una “missione moralmente giustificata”.
È la vecchia strategia del “noi siamo i liberatori”, con la sottile differenza che, stavolta, l’occupante si veste da vittima.
E c’è chi applaude, chi rilancia, chi trova nel mito dei “nazisti ovunque” un alibi perfetto per evitare di guardare negli occhi l’aggressione brutale a un paese sovrano.
L’ironia della storia: evocare l’URSS per giustificare l’invasione
Ma la parte davvero buffa – buffa in quel modo amaro che ti fa sorridere per non urlare – è il continuo richiamo all’URSS, alla Grande Guerra Patriottica, all’eroico sacrificio dei soldati sovietici contro il Terzo Reich.
Una pagina di storia vera, drammatica, immensa.
Ma cosa c’entra con oggi? Niente. Assolutamente niente.
È come usare il ricordo della Resistenza italiana per giustificare che un governo inizi a bombardare Trieste perché sospetta la presenza di nostalgici fascisti. Un salto logico così assurdo che non passerebbe nemmeno in un tema scolastico.
E invece è parte integrante del racconto russo: la Russia come eterna cacciatrice di nazisti, anche quando i nazisti non ci sono. Anche quando i fatti dicono esattamente il contrario. Anche quando l’unico vero aggressore, nel 2022, è stato il Cremlino stesso.
Guardare in faccia la realtà
La verità, per quanto semplice, rompe l’incantesimo: l’Ucraina non è governata da estremisti di destra.
La Russia non ha invaso il paese per “denazificarlo”.
E chi continua a ripetere quella menzogna non sta cercando di informare: sta cercando di manipolare.
Eppure, mentre scrivo queste righe, penso alle volte in cui ho visto persone discutere animatamente di geopolitica senza aver mai sfiorato un dato, una fonte, un numero. La propaganda funziona così: offre una storia più facile della verità. Basta solo volerci credere.
Ma noi non possiamo permettercelo.
Non oggi, non con una guerra nel cuore dell’Europa.
Perché le narrazioni tossiche non sono solo parole: sono armi. E, come ogni arma, a un certo punto colpiscono anche chi le brandisce.
(Giancarlo Salvetti)
Prompt:
Intro: Uno degli argomenti cardine utilizzati per giustificare l'invasione russa dell'Ucraina è la cosiddetta "denazificazione". Secondo questa narrativa, il nazismo sarebbe una forza pervasiva e dominante nella società e nelle istituzioni ucraine. Il Cremlino lo ripete dall'inizio della guerra, dal 2022, portandolo come movente e giustificazione della propria invasione militare. Plateamente ridicolo, ma tanti amano crederci. In realtà basta pochissimo per confutare questa narrazione.
parte 1: Un'analisi della composizione del Parlamento ucraino eletto nel 2019, quello che ha portato Volodymyr Zelensky alla guida del paese, offre un quadro molto diverso. I partiti ucraini chiaramente classificabili come di estrema destra, come Svoboda, Pravy Sektor e Corpo Nazionale, hanno ottenuto consensi elettorali marginali, spesso al di sotto della soglia di sbarramento. In particolare, solo uno di questi è riuscito a ottenere un singolo seggio in un parlamento di 450 membri.
parte 2: La presunta onnipresenza di forze naziste al potere si riduce quindi a una rappresentanza parlamentare estremamente ridotta e senza alcun ruolo di governo. La realtà fattuale smentisce in modo netto la narrazione di un'Ucraina controllata da elementi neonazisti. Si può parlare di una democrazia fallibile con un grave problema di corruzione, che è pur sempre più di quanto si possa dire della Russia.
parte 3: Diffondere affermazioni così palesemente distorte dalla realtà non è solo un errore fattuale, è proprio dolo - propaganda filorussa.
parte 4: buffo come questa propaganda faccia appello all'URSS che sacrifica i propri uomini per sconfiggere la Germania del III Reich. Un fatto di per sé vero, ma che con la situazione attuale ha poco a che spartire, ma serve per cementare l'idea di una Russia cacciatrice di nazisti.
Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4; approfondisci dove ritieni necessario.
Assumendo la personalità di Giancarlo Salvetti, scrivi un approfondito articolo dal tono tagliente, ironico e brillante. Rendilo immersivo.
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