
Mentre la situazione attorno a Cecilia Sala si fa sempre più intricata, è doveroso alzare lo sguardo e analizzare il quadro più ampio. E quel quadro, purtroppo, è tutto fuorché rassicurante. L’Italia sembra continuare a confermare la sua reputazione come il Paese degli “inaffidabili”, un titolo conquistato a suon di scelte discutibili, dilettantismi diplomatici e concessioni pericolose.
Il caso Artem Uss: un manuale su come farsi deridere a livello internazionale
Ricordiamo tutti il caso di Artem Uss, imprenditore russo e figlio di un oligarca vicino a Vladimir Putin, arrestato a Malpensa nell’ottobre 2022 su mandato internazionale. Le accuse contro di lui erano di una gravità tale da far tremare i polsi: frode bancaria, violazione delle sanzioni economiche e riciclaggio. Eppure, l’Italia, nel suo stile inconfondibile, ha deciso di assegnargli i domiciliari con braccialetto elettronico a Basiglio. Braccialetto elettronico. A un russo. Figlio di un oligarca. Accusato di crimini internazionali.
Il 22 marzo 2023, Uss è riuscito a evadere, fuggendo in Russia dove è stato accolto come un eroe. La sua fuga, degna di un film di serie B, ha scatenato un terremoto diplomatico e un’indagine internazionale che, tanto per cambiare, non ha prodotto risultati concreti. L’Italia, nel frattempo, è rimasta con il cerino in mano, consolidando la percezione di essere un Paese dove le regole si applicano con una leggerezza disarmante, soprattutto quando si ha a che fare con personaggi potenti.
Cecilia Sala: scambio o fermezza?
Ora, la vicenda di Cecilia Sala ci mette davanti a un dilemma ancora più spinoso. Sala è trattenuta in Iran, e il regime degli ayatollah sembra pronto a mettere sul piatto la vita di un prigioniero in cambio della liberazione della giornalista italiana. L’”offerta” sembra riguardare Mohammad Abedini Najafabadi, arrestato sempre a Malpensa per crimini legati al terrorismo e ai pasdaran.
Cedere alla richiesta del regime iraniano sarebbe, da un lato, una vittoria di facciata: riportare a casa Cecilia Sala darebbe all’Italia un’apparente credibilità diplomatica. Ma quale sarebbe il prezzo di quella vittoria? Restituire un terrorista, compiacendo un regime che viola sistematicamente i diritti umani?
Cinicamente, non lo farei. Il terrorista pasdaran deve restare nelle nostre galere. Non possiamo permetterci di mandare un messaggio di debolezza simile. L’Italia deve mantenere il punto e aprire invece trattative su altri dossier, magari meno scottanti, per costruire un percorso che porti a una soluzione.
SpaceX, Belloni e il declino della credibilità italiana
La situazione si complica ulteriormente con altre scelte “geniali” del nostro Paese. Recentemente, l’Italia ha stretto un accordo con SpaceX per la sicurezza delle comunicazioni governative. Un’azienda il cui fondatore, Elon Musk, intrattiene affari con russi, cinesi e arabi. Geniale, vero? In un momento in cui le tensioni geopolitiche richiedono alleanze solide e affidabili, l’Italia si affida a un imprenditore imprevedibile, con una rete di interessi che si estende ben oltre le linee della NATO.
Nel frattempo, la direttrice del DIS (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza), Elisabetta Belloni, sembra pronta a lasciare il suo incarico. Il tempismo non potrebbe essere più inquietante. Belloni ha rappresentato uno dei pochi baluardi di competenza e credibilità in un sistema traballante. La sua possibile uscita di scena getta un’ombra sinistra su un contesto già critico.
Italia: il lusso della stupidità
Nel complesso, l’Italia si sta guadagnando una reputazione che potrebbe essere riassunta con una sola parola: inaffidabilità. Nel bel mezzo di un momento storico in cui la stabilità internazionale è appesa a un filo, continuiamo a comportarci come se fosse il nostro solito teatrino provinciale, in cui tutto si aggiusta con un compromesso, un favore, o – peggio – un colpo di fortuna.
Ma il mondo non è più disposto a tollerare questa mediocrità. Non possiamo più permetterci di essere i soliti “cretini” della scena internazionale. Serve una politica estera coerente, coraggiosa e soprattutto responsabile. Non basta riportare Cecilia Sala a casa – e certamente non a costo di cedere a un regime oppressivo. Serve dimostrare che l’Italia può essere un attore credibile, capace di prendere decisioni difficili ma giuste, senza piegarsi ai ricatti o alle pressioni.
Senza questo cambiamento di rotta, continueremo a essere il Paese delle scelte facili e delle fughe imbarazzanti. E non è un lusso che possiamo più permetterci.
(Serena Russo)
Prompt:
Intro: mentre la situazione attorno a Cecilia Sala continua ad essere complicata, vuoi dare un'occhiata al quadro più ampio, che è ben poco rassicurante.
Artem: ricordiamo il caso di Artem Uss, è un imprenditore russo, figlio di un oligarca vicino a Vladimir Putin. È stato arrestato all'aeroporto di Milano-Malpensa il 17 ottobre 2022 su un mandato di arresto internazionale emesso dalle autorità giudiziarie di New York. Uss è accusato di vari reati, tra cui associazione criminale per frode ai danni dello stato, violazione dell'International Economic Power Act, frode bancaria e riciclaggio di denaro. Dopo essere stato arrestato, è stato messo ai domiciliari con braccialetto elettronico a Basiglio, in provincia di Milano. Tuttavia, il 22 marzo 2023, Uss è riuscito a evadere dai domiciliari e a fuggire in Russia, dove è stato accolto dal padre. Questa fuga ha sollevato molte polemiche e ha portato a un'indagine internazionale per identificare i complici della sua evasione.
Punto1: Con la concessa fuga di Artem Uss, l'italia si è posizionata prima in classifica tra i paesi inaffidabili. Dopo l'arresto di Mohammad Abedini Najafabadi a Malpensa (fai breve riassunto), arriva il caso Sala. Restituire il terrorista, compiacendo i regimi, per riportare a casa la ragazza? Cinicamente non lo farei. Manterrei il punto: il terrorista pasdaran non si muove dalle patrie galere. Aprirei trattative su altri dossier, più leggeri.
Punto2: vista anche la trovata geniale dell'Italia di stringere un accordo con SpaceX per la sicurezza delle comunicazioni governative, Un'azienda il cui capo è socio pure di russi, cinesi e arabi. Complimenti vivissimi. Elisabetta Belloni è pronta a lasciare la guida del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Suona come una cosa sinistra, visto il tempismo.
Articolo: intro, artem, punto1, punto2, aggiungi considerazioni sull'Italia sempre più inaffidabile e compromessa in un momento in cui non ci si può concedere il lusso di essere i soliti cretini.
Assumendo la personalità di Serena Russo, scrivi un articolo.
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