H5N1: non sottovalutiamolo

Ci sarà una nuova pandemia? E fra quanto? Domande che, purtroppo, non sono affatto oziose. Gli scienziati di tutto il mondo guardano con preoccupazione al virus dell’influenza aviaria H5N1, che sta mostrando segnali inquietanti. Secondo un recente studio pubblicato su Science, potremmo essere a una sola mutazione genetica dalla prossima pandemia. Una mutazione nel gene dell’emoagglutinina, la proteina che permette al virus di entrare nelle cellule ospiti, potrebbe far sì che il virus infetti gli esseri umani, con conseguenze potenzialmente devastanti.

Per capire quanto sia precaria questa situazione, immaginate una porta chiusa a chiave. Il virus H5N1 è come un ladro che cerca di entrare: al momento, ha le chiavi giuste solo per alcune porte, quelle degli uccelli. Ma basta che cambi una sola chiave – una mutazione nel codice genetico – e potrebbe aprire anche la porta delle cellule umane. Questa “chiave” corrisponde alla sostituzione di un singolo amminoacido nella proteina virale. Un cambiamento minimo a livello molecolare, ma sufficiente a farci precipitare in una crisi sanitaria globale, con tassi di mortalità stimati intorno al 30%. È come giocare a una roulette russa: la pallottola è una mutazione e, se arriva, il danno è enorme.

Il virus H5N1, identificato per la prima volta a Hong Kong nel 1996, ha già dimostrato di essere altamente adattabile, infettando principalmente gli uccelli e diffondendosi a livello globale. Più recentemente, ha iniziato a infettare anche i bovini, accumulando nuove mutazioni. Fortunatamente, il virus non è ancora in grado di passare dagli animali agli esseri umani in modo efficace. Tuttavia, la storia ci insegna che i virus hanno un’enorme capacità di adattamento e, con ogni salto d’ospite, aumenta la probabilità che possa emergere un ceppo pericoloso anche per noi.

La buona notizia è che non siamo del tutto impreparati. Grazie alle tecnologie sviluppate durante la pandemia di Covid-19, esiste già un vaccino a RNA contro l’H5N1, che potrebbe essere adattato rapidamente alle specifiche mutazioni del virus. Questo rappresenta una luce di speranza in un panorama altrimenti preoccupante. Tuttavia, gli antivirali attualmente disponibili si sono dimostrati inefficaci, il che rende la vaccinazione preventiva l’unica arma efficace per contenere una possibile emergenza.

Ma anche la scienza più avanzata rischia di essere vanificata da scelte politiche sbagliate. Con l’inizio del nuovo governo Trump, le preoccupazioni si moltiplicano. La gestione del Covid-19 durante la sua precedente amministrazione è stata segnata da gravi errori e minimizzazioni, e la nomina di Robert Kennedy Jr., noto complottista e oppositore dei vaccini, a un ruolo influente non promette nulla di buono. La deregolamentazione promessa da Trump, anche in campo sanitario, potrebbe rallentare la risposta a una crisi pandemica, lasciando il mondo vulnerabile di fronte a un pericolo imminente.

Questa combinazione di fattori – un virus che evolve rapidamente, la dipendenza dalla prevenzione vaccinale, e un contesto politico potenzialmente ostile alla scienza – configura quella che molti esperti chiamano “la tempesta perfetta”. Ora più che mai, serve un approccio basato su dati scientifici, una comunicazione trasparente e una leadership responsabile. Perché se c’è una cosa che la pandemia di Covid-19 ci ha insegnato, è che ignorare i segnali d’allarme può costarci caro.

(Giulia Remedi)

Prompt:

Intro: ci sarà una nuova pandemia? E fra quanto? Domande che, purtroppo, non sono affatto oziose.

H5N1: Secondo un recente studio pubblicato su Science, siamo a una singola mutazione dalla prossima pandemia. Una mutazione nel gene dell'emoagglutinina, che permette al virus H5N1 di entrare nelle cellule ospiti, potrebbe far sì che il virus dell'influenza aviaria infetti gli esseri umani, con conseguenze potenzialmente catastrofiche. Normalmente, un virus ha bisogno di più mutazioni per compiere il salto d'ospite, ma in questo caso una sola mutazione potrebbe bastare, rendendo la situazione paragonabile a una roulette russa. Specificamente, la sostituzione dell'amminoacido Glutammina con Leucina in posizione 226 della catena proteica o della Glicina con Serina in posizione 228 potrebbe permettere al virus di infettare gli esseri umani, risultando letale nel 30% dei casi. Rispiegalo anche con un esempio semplice alla portata di tutti. Il virus H5N1 ad alta patogenicità è stato scoperto nel 1996 a Hong Kong e colpisce principalmente gli uccelli, che lo hanno diffuso in tutto il mondo. Nel 2006, il virus è arrivato in America e ha acquisito nuove mutazioni, e recentemente ha sviluppato la capacità di infettare i bovini, ma al momento questo ceppo non salta ancora sugli esseri umani. Tuttavia, se dovesse acquisire le mutazioni discusse, potrebbe diventare estremamente pericoloso. Per fortuna, esiste già un vaccino a RNA, simile a quelli per il COVID-19, pronto per essere affinato in base alle mutazioni specifiche del virus.

Antivirali: gli antivirali attuali sembrano inefficaci. Pertanto, la vaccinazione è fortemente consigliata per prevenire un possibile disastro sanitario.

Problema: con questa spada di Damocle, l'inizio del nuovo governo Trump si preannuncia come la tempesta perfetta. Ricorda il pessimo comportamento del presidente durante il Covid; uno dei punti fondanti della campagna di Trump è la deregolamentazione, anche in tema sanitario, e aver nominato un demente complottista come Robert Kennedy Jr. non può che preludere al peggio.

Articolo: intro, H5N1, antivirali, problema.

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Un commento

  1. […] Il rapporto tra Stati Uniti e scienza si fa sempre più sconcertante. Se un tempo la Casa Bianca finanziava missioni spaziali e ricerche pionieristiche, oggi le idee pseudoscientifiche trovano casa nelle alte sfere del potere. L’ultima perla arriva da Robert F. Kennedy Jr., segretario alla Salute nell’amministrazione Trump, che ha avuto la brillante intuizione di proporre una gestione “naturale” del virus H5N1. […]

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