
In tutti questi anni di cultura woke, culture wars, e campagne come il #MeToo, ho sempre diffidato dei tribunali del popolo, e peggio ancora dei social media, convinto che la colpevolezza debba essere sancita da una sentenza, non da un trending topic. È facile dirlo, però, quando la questione riguarda figure a cui non sei legato, personaggi che puoi giudicare senza quel fastidioso groppo alla gola. Ma cosa succede quando la figura in questione è una di quelle che hanno segnato la tua adolescenza, e, indirettamente, chi sei diventato?
Sandman: un mito degli anni ’90
Negli anni ’90, quando ero un adolescente, pochi fumetti mi hanno colpito come Sandman di Neil Gaiman. Era un’opera diversa, coraggiosa, intrisa di mitologia, filosofia e poesia, capace di piegare i confini della narrativa tradizionale. Per me, come per molti altri, leggere Sandman era un atto di ribellione silenziosa, un modo per sentirsi “diversi” e “coraggiosi”, anche se in realtà non ero né l’uno né l’altro. L’opera di Gaiman invece lo era, e questo bastava.
Gaiman aveva creato qualcosa che sfidava le regole, mescolando generi, epoche e temi in modo che nessuno aveva mai osato fare in un fumetto. Morfeo, il protagonista, era una figura enigmatica e tormentata, capace di dialogare con Shakespeare o di confrontarsi con dei e demoni. Era un fumetto che parlava a chi si sentiva incompreso, alienato, diverso. E Gaiman, con il suo stile unico, sembrava uno di noi.
L’ombra di Gaiman: accuse e polemiche
Oggi, però, quella figura che tanto avevo ammirato si trova al centro di polemiche che lasciano un sapore amaro. Le accuse rivolte a Neil Gaiman riguardano il suo comportamento personale e, in parte, quello della moglie Amanda Palmer, musicista nota tanto per il suo talento quanto per le controversie che si porta dietro.
Il caso è stato sollevato dalla testimonianza di Scarlett Pavlovich, giovane attrice e babysitter, che ha raccontato episodi di disagio e presunto abuso di potere da parte di Gaiman. Secondo quanto riportato, alcune accuse riguardano anche Palmer, descritta come colei che avrebbe “procurato” donne per suo marito. Sebbene non siano emersi riscontri concreti, queste voci si inseriscono in un quadro più ampio di accuse contro la coppia, descritta come manipolativa e capace di esercitare un controllo emotivo su chiunque entri nella loro orbita.
Non ci sono altre accuse documentate che riguardino episodi simili per Gaiman, ma il solo fatto che il suo nome sia associato a una vicenda del genere è sufficiente a incrinare la percezione di chi, come me, lo aveva sempre visto come un intellettuale lucido e una figura di riferimento.
Amanda Palmer: genio e controversia
Amanda Palmer, dal canto suo, non è estranea alle polemiche. Musicista di talento, ha spesso attirato critiche per il modo in cui gestisce il suo rapporto con i fan. Memorabile fu il caso del crowdfunding per il suo tour, durante il quale raccolse oltre un milione di dollari per poi chiedere ai musicisti di suonare gratuitamente nei suoi concerti. Un comportamento che fece storcere il naso a molti, alimentando l’immagine di un’artista tanto carismatica quanto calcolatrice.
In questo caso, Palmer non è solo una figura al margine: è una parte integrante della controversia, e il suo rapporto con Gaiman diventa un elemento centrale delle accuse.
L’amaro in bocca
Ciò che rende questa vicenda particolarmente difficile da digerire è il contrasto tra l’artista e l’uomo. Neil Gaiman, ai tempi del #MeToo, era una delle voci che si erano espresse con maggiore lucidità. Parlava di responsabilità, di ascolto, di equilibrio tra giustizia e caccia alle streghe. Forse erano solo belle parole. Del resto, si tratta di uno scrittore.
Ma c’è una lezione che possiamo imparare da tutto questo: dobbiamo separare l’arte dall’artista. Forse persino anticipare i tempi, considerare il personaggio pubblico come parte della performance artistica e smettere di pretendere che dietro un’opera straordinaria ci sia sempre una persona straordinaria.
Questo non giustifica nulla, né minimizza le accuse, ma ci ricorda che anche i miti, alla fine, sono umani. E, come ogni cosa umana, imperfetti. Sta a noi decidere cosa fare con questa consapevolezza. Nel mio caso, continuerò a leggere Sandman, ma con un senso di perdita che, purtroppo, nessuna narrazione saprà mai cancellare.
(Giovanni Sarpi)
Prompt:
Intro: in tutti questi anni di cultura woke, culture wars, metoo etc etc hai sempre diffidato dei tribunali del popolo e peggio ancora dei social, convinto che la colpevolezza la stabilisce una sentenza. Tocca ammettere però che è facile dirlo quando la questione riguarda figure a cui non sei legato.
Sandman: pochi fumetti hanno saputo catturarti, negli anni '90 della tua adolescenza, come "Sandman" di Neil Gaiman. Un fumetto coraggioso e diverso che, di riflesso, ti faceva sentire altrettanto coraggioso e diverso, anche se in realtà non eri né l'uno né l'altro. L'opera di Gaiman invece lo era (spiega brevemente di cosa si trattasse).
Gaiman: Il caso, che coinvolge anche sua moglie Amanda Palmer, musicista nota per la sua arte e il culto della personalità che la circonda, si sviluppa attorno alla testimonianza di Scarlett Pavlovich, una giovane attrice e babysitter che racconta episodi di disagio e presunto abuso di potere da parte dell'autore. Alcune di queste accuse suggerivano un coinvolgimento della moglie, Amanda Palmer, che sarebbe stata accusata di "procurare" donne per Gaiman. Tuttavia, non sono emersi riscontri concreti a supporto di queste voci.
Accuse: Le accuse rivolte a Gaiman si inseriscono in un quadro più ampio che riguarda anche il comportamento di Amanda Palmer. Insieme, i due vengono descritti come una coppia carismatica ma manipolativa, capace di esercitare un controllo emotivo e psicologico su chi entra nella loro orbita. Sebbene non vi siano altre accuse documentate contro Gaiman che riguardino episodi simili a quello descritto da Pavlovich, l’episodio risulta coerente con le dinamiche descritte da altre persone vicine alla coppia, che hanno parlato di comportamenti "calcolatori" e del modo in cui il loro status di celebrità possa creare relazioni di dipendenza. Non è chiaro se questo episodio sia isolato o parte di un pattern più ampio di comportamento da parte di Gaiman, ma le accuse contro Palmer e la descrizione di una relazione dominata dal carisma manipolativo della coppia gettano dubbi sull’equilibrio di potere all’interno delle loro relazioni.
Palmer: musicista di talento, già in passato ha suscitato controversie per il modo di finanziare i tour (fai esempi).
Amaro in bocca: Neil Gaiman ai tempi del MeToo era uno di quelli che si erano espressi con maggior lucidità. Forse erano solo belle parole: del resto si tratta di uno scrittore. In ogni caso, bisogna rendersi conto di una cosa: bisogna più che mai separare arte e artista. Anzi, giochiamo d'anticipo e consideriamo pure il personaggio pubblico parte della performance artistica.
Articolo: intro, sandman, Gaiman, accuse, Palmer, amaro in bocca.
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