Roma chiama Mosca

È il giorno! La Grande Manifestazione per la Pace organizzata dal Movimento 5 Stelle a Roma!
Purtroppo ho lezione di judo a Pescasseroli — un impegno importante quanto l’equilibrio geopolitico — altrimenti sarei lì, in prima fila, assieme alla crème de la crème delle figure politiche e intellettuali italiane che, chissà come, finiscono sempre per convergere sulla narrativa del Cremlino, come falene attratte dal neon di un kebabbaro a mezzanotte.

M5S e l’amore mai dimenticato per Mosca

Non è un mistero: i 5 Stelle, negli anni d’oro del vaffanqualunquismo, avevano un debole per chiunque sfidasse “l’establishment”. Compreso Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Ricordate? Quegli ammiccamenti reciproci, i viaggi a Mosca, le proposte di “dialogo”, gli applausi al “modello russo” come argine alla globalizzazione cattiva.

Oggi, a guerra ampiamente scoppiata, il Movimento si ripresenta al popolo con una proposta di pace (ipotetica, fumosa, e sempre a senso unico) che sembra uscita direttamente dal dipartimento della disinformazione russa. Il concetto base? “Zitti tutti, torniamo alla normalità” — come se l’Ucraina fosse una piantagione che ha osato ribellarsi al suo padrone feudale.

Chi c’è sul palco (e chi ci vorrebbe stare)

A rendere l’evento ancora più profondo, la presenza — o l’eco — di intellettuali, opinionisti e profeti della geopolitica improvvisata che hanno minimizzato, giustificato o elegantemente contestualizzato l’invasione russa.

Per loro, Putin è sì un autocrate, ma “mica l’unico cattivo” — frase sempre utile per non dire niente. La NATO, invece, è la madre di tutte le guerre, un’organizzazione aggressiva che osa difendere i propri membri. L’Occidente? Corrotto, decadente, consumista e con le drag queen che leggono ai bambini (orrore!). In questo schema, chi bombarda città e deporta bambini può anche essere il male minore, purché si opponga al McDonald’s.

Le acrobazie dialettiche dei pacifinti

Poi c’è il bello — si fa per dire — delle argomentazioni di chi oggi sfilerà. Le semplificazioni a cui si ricorre sono da manuale di retorica tossica. Zelensky? Un provocatore, un comico che gioca con la vita del suo popolo. L’Unione Europea? Una cameriera maldestra della NATO, incapace di autonomia. La guerra? “Colpa della Nato che si è allargata” — come se i Paesi dell’Est non avessero scelto liberamente di entrare, terrorizzati proprio dal vicino russo.

Questo tipo di narrativa, oltre a essere falsificante, fa il gioco perfetto dell’aggressore: deresponsabilizza Mosca e scarica ogni colpa sulle democrazie che, con tutti i loro difetti, non invadono i vicini ogni dieci anni.

Il paradosso rossobruno

A rendere il tutto ancora più surreale è la composizione della piazza. Ex comunisti nostalgici, post-post-post-sinistri, pacifisti romantici e complottisti con la felpa di Che Guevara made in Bangladesh. Tutti uniti da un comune malinteso: l’idea che ogni forma di opposizione al liberalismo occidentale sia in automatico “resistenza” e non, magari, un regime oppressivo.

Questa deriva rossobruna, in cui l’autocrazia viene vista come il nuovo anticapitalismo, è forse la vera malattia ideologica del nostro tempo. In nome dell’“anti-imperialismo”, c’è chi è disposto a chiudere un occhio (o due) su torture, repressioni, persecuzioni e guerre di conquista.

Il sentimento nazionale? Sempre lì, nella direzione sbagliata

Non ho scritto nulla di nuovo, sia chiaro. Lo dico da tre anni, e critico la Russia da molto prima. Per fortuna, non sono nemmeno sola. Ma oggi vale la pena fare un punto della situazione: tre anni di guerra, città rase al suolo, milioni di rifugiati, crimini documentati — e in Italia si continua a manifestare “per la pace” senza mai nominare il colpevole.

Siamo un Paese che, culturalmente, ha sempre avuto una certa fascinazione per i messia forti, per gli “uomini soli al comando”, per chi urla “basta con le regole” mentre prende il potere.
La manifestazione di oggi è solo l’ultimo sintomo di una malattia più ampia.

Complimenti e auguri, Italia. Se la pace che sogniamo è quella in cui vince chi bombarda di più, allora sì: stiamo andando benissimo.

(Serena Russo)

Prompt:

Intro: e' il giorno! La grande Manifestazione per la Pace organizzata dal Movimento 5 Stelle (M5S) a Roma! Purtroppo ho lezione di judo a Pescasseroli, altrimenti sarei lì in prima fila, assieme alla creme della creme delle figure politiche e intellettuali che hanno mostrato inclinazioni favorevoli alla narrativa del Cremlino e posizioni critiche verso le democrazie occidentali.

parte 1: Si analizzano le relazioni passate del partito con Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, e il suo atteggiamento verso il conflitto in Ucraina, incluso un ipotetico piano di pace controverso.

parte 2: Viene messa in discussione la partecipazione di ideologi e opinionisti che hanno minimizzato la gravità dell’invasione russa e criticato aspramente le democrazie occidentali e la NATO.

parte 3: si esamina le contraddizioni e le semplificazioni presenti nelle argomentazioni di alcuni partecipanti, che attribuiscono la responsabilità della guerra a figure come Zelensky o all’Unione Europea.

parte 4: Si riflette sul ruolo della manifestazione nel panorama politico italiano, con adesioni di esponenti di sinistra e critiche alla visione “rossobruna” che attribuisce alle autocrazie un ruolo di opposizione al liberalismo occidentale.

parte 5: non ho scritto nulla di nuovo, sia chiaro - lo dico da quando la guerra è iniziata, critico la Russia da molto prima, e per fortuna non sei nemmeno sola. E' solo per fare il punto della piazza italiana oggi, a tre anni dall'inizio della guerra e nel bel mezzo di un panorama politico mondiale in ristrutturazione. Il sentimento italiano sembra ancora ben saldo, dritto nella direzione sbagliata. Complimenti e auguri.

Articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4, parte 5; approfondisci dove ritieni necessario.

Assumendo la personalità e lo stile di scrittura di Serena Russo, scrivi un articolo tagliente e brillante.


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