Hitler in jeans attillati e reggiseno push-up: ovvero, come Internet ci regala più verità di mille editoriali

Se vogliamo davvero capire il mondo – e dico capire sul serio, non con le briciole che ci lascia in bocca il Corriere Cultura o il fondo di Gramellini – bisogna smettere di aspettare gli intellettuali. Sono lenti, pavidi, e hanno una tremenda allergia al Wi-Fi.
La verità, quella vera, quella che odora di Fastweb e vergogna, è nei commenti sotto i post, nei thread su X (ex Twitter, ex civiltà), nei TikTok di gente che legge Nietzsche con la stessa espressione con cui altri leggono l’estratto conto.
Prendiamo l’ultima polemica: Sidney Sweeney e la campagna di American Eagle. È talmente delirante che solo internet poteva partorirla. E come al solito, ha più da dire sulla società di mille pamphlet con copertina in carta ruvida e font esistenzialista.

Breve riassunto per chi ha una vita
American Eagle, brand notoriamente esperto nel trasformare la normalità americana in nostalgia prêt-à-porter, ha lanciato una campagna con Sidney Sweeney, l’attrice di Euphoria famosa per tre motivi principali: è bionda, è bellissima, ed è praticamente un generatore automatico di engagement (sessuale, economico, ideologico).
La pubblicità è semplice: in una stanza spoglia la Sweeney gira in denim, sorride, parla, sempre con sguardo in camera, il tutto accompagnato dallo slogan “Great Jeans”, che suona esattamente come “Great Genes”.
Un gioco di parole? Certo. Un complimento alla genetica di Sidney? Ovviamente. Un invito alla supremazia bianca? Ma come no, aspetta che indosso la camicia bruna e ne parliamo.

Il processo a Sidney Sweeney, bionda colpevole
Per una parte dell’internet – quella che vive in un costante stato di allucinazione semiotica – questa pubblicità è nient’altro che un dog whistle neonazista.
Perché vediamo un attimo: Sidney è bella? Sì. È bionda? Ovvio. Ha due occhi grandi e una carrozzeria da pin-up anni ’50? Sì. Viene da un posto rurale dove le cose più sofisticate sono i distributori automatici di birra? Sì.
Ama le macchine? Sì. Le sue iniziali sono SS? AH. Eccoci.
Ora, mettete tutto insieme, shakerate con ansia culturale americana post-Trump e servite freddo con una spruzzata di teoria critica: ecco che Sidney Sweeney diventa, per alcuni, la testimonial ufficiale della superiorità ariana.
È l’equivalente mediatico di dire che Barbie è un pamphlet reazionario perché non ha il ciclo mestruale.

Le azioni salgono, e con loro l’evidenza: la bellezza esiste
Nel frattempo, mentre noi giocavamo a Indovina chi è il prossimo fascista sotto contratto, le azioni di American Eagle sono schizzate del 20% in 24 ore. Venti. Per. Cento.
Un risultato che neanche la BCE con le manovre quantitative.
Cosa ci dice questo? Che la pubblicità funziona, che la gente compra, e soprattutto che la bellezza, per quanto odiata nei seminari di Gender Studies, continua a esercitare un effetto magnetico sull’essere umano medio.
La Sweeney potrebbe anche recitare Mein Kampf in corsetto mentre cambia l’olio al pickup, e una fetta consistente del pubblico la seguirebbe lo stesso, gridando: “Amo il suo carisma!”

L’inferno è semantico
Questa polemica è una specie di sogno febbrile dell’algoritmo: perfetta nella sua assurdità, virale per osmosi, utile a tutti. Ai critici, perché possono sentirsi intelligenti smascherando il male dove non c’è; al brand, perché può godersi l’effetto Streisand; a Sidney, che ora è martire e icona nello stesso post.
Siamo oltre la realtà. Qui siamo in uno spazio liminale dove le mutandine di American Eagle diventano materia di analisi sociologica e dove chiunque abbia un seno abbondante e la passione per le muscle car viene automaticamente arruolata nelle Waffen-Instagram.
Ma ehi, almeno qui succede qualcosa. Altro che il dibattito sulla riforma del canone scolastico: datemi più SS in denim, e meno editoriali con la parola “problematizzare”.

PS: A scanso di equivoci, nessuna Sidney è stata ferita nella scrittura di questo articolo. Forse solo la logica.

(Margherita Nanni)

Prompt:

Intro: se vogliamo capire veramente il mondo, dobbiamo ricorrere alle polemiche su internet, che se aspettiamo gli intellettuali stiamo freschi.

parte 1: l'ultima è quella della campagna pubblicitaria dei jeans American Eagle con Sidney Sweeney, che vi riassumo.

parte 2: in pratica la Sweeney, per certa gente, essendo bella, bianca, bionda, tettuta, proveniente da un piccolo centro, appassionata di auto, in una pubblicità che gioca sull'equivoco fra "great jeans" e "great genes" (perché la Sweeney ha evidentemente fatto tombola al DNA), e con iniziali che fanno SS... è praticamente Hitler che promuove la supremazia bianca in una sinfonia di dog whistle.

parte 3: la American Eagle naturalmente ha fatto un bel balzo in avanti a seguito della pubblicità, con azioni cresciute del 20% in 24 ore. Questo dimostra, una volta di più, che la bellezza esiste e che alla gente piace.

articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3. Approfondisci dove ritieni necessario.

assumendo la personalità di Margherita Nanni, scrivi un articolo brillante, divertente, colorito, senza moralismo, ma cogliendo il fascino dell'inverosimiglianza della vicenda.

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