
Dopo oltre un anno di battaglia legale, l’attrice Gina Carano ha raggiunto un accordo con Disney e Lucasfilm, chiudendo la causa per licenziamento ingiustificato legata alla sua esclusione dalla serie The Mandalorian. La controversia, montata nel 2021 come un finto scandalo su misura per i fragili da tastiera, nasceva da una serie di post social considerati “offensivi” – termine orwelliano buono per tutto e niente, usato da chi non ha argomenti ma pretende di avere l’ultima parola.
Il caso Carano: il crimine di avere opinioni non approvate
Nel 2024, Gina Carano ha avuto il coraggio – sì, il coraggio – di citare in giudizio Disney e Lucasfilm. Non per denaro, non per visibilità, ma per difendere un principio: il diritto di esistere nel sistema anche se non si recita il rosario progressista ogni mattina.
L’attrice ha sostenuto di essere stata discriminata per le sue opinioni politiche conservatrici. Tra i “reati” a lei attribuiti: aver criticato le misure anti-COVID (che, ricordiamolo, col senno di poi non erano proprio il trionfo della razionalità), aver ipotizzato frodi elettorali nel 2020 (una tesi che, piaccia o no, molti americani condividono), e soprattutto, aver fatto un paragone scomodo tra la demonizzazione dei conservatori e certe dinamiche della Germania degli anni ’30.
Che sia stato di cattivo gusto o meno è discutibile. Che sia un motivo valido per rovinare una carriera, non lo è.
L’accordo: pace armata, ma segnale forte
I dettagli dell’accordo non sono stati resi pubblici – classico. Ma entrambe le parti hanno rilasciato dichiarazioni concilianti. Carano ha definito l’intesa come “il miglior risultato per tutti”, mentre Lucasfilm ha avuto l’intelligenza (o la necessità) di riconoscere il contributo professionale dell’attrice, lasciando addirittura aperta la porta a future collaborazioni. Quando la realtà bussa alla porta, anche i giganti si mettono a trattare.
In altre parole: nonostante le prediche e le epurazioni, perfino a Hollywood cominciano a capire che non si può trasformare ogni dissidente in un fantasma.
L’attrice non si ferma: la vera resilienza è controvento
Gina Carano ha già dichiarato di voler continuare a lavorare. Nessun piagnisteo, nessuna richiesta di vittimismo. Solo determinazione. Il suo caso resta emblematico: oggi a Hollywood non basta essere bravi – devi anche pensarla “nel modo giusto”. E se osi deviare dal copione progressista, ti arriva addosso il plotone di esecuzione mediatico.
Ma non stavamo parlando di inclusività?
La lezione: il talento non ha ideologia, la censura sì
Mettiamo i puntini sulle “i”. Non condivido ciò che Gina Carano ha scritto nei post incriminati. Non mi interessano le sue teorie elettorali, non sottoscrivo i suoi confronti storici. Ma una cosa è certa: la libertà di parola non serve a proteggere ciò che piace a tutti – serve esattamente per difendere ciò che disturba, che fa arrabbiare, che non si vuole sentire.
Gina è una professionista seria. E, a detta di molti, una persona adorabile. Anche Pedro Pascal, collega sul set e suo opposto ideologico, l’ha sempre definita tale. Se pure chi la pensa in modo diverso la rispetta, forse un paio di social justice warriors potrebbero trovare qualcosa di meglio da fare che tentare di distruggerla a ogni costo.
Il caso si è chiuso. E per una volta, non con l’ennesima gogna pubblica ma con una stretta di mano. Una piccola vittoria per il buonsenso, una lezione per i censori mascherati da progressisti.
Go, Gina, go. E che serva da monito a chi pensa che il pensiero unico sia l’unica via.
(Giovanni Sarpi)
Prompt:
Intro: Dopo oltre un anno di battaglia legale, l’attrice Gina Carano ha raggiunto un accordo con Disney e Lucasfilm, chiudendo la causa per licenziamento ingiustificato legata alla sua esclusione dalla serie The Mandalorian. La controversia era nata nel 2021, quando Carano fu rimossa dal cast per una serie di post sui social considerati offensivi (mi rifiuto di usare la parola "divisivi").
parte 1: Carano aveva intentato causa nel 2024, sostenendo di essere stata discriminata per le sue opinioni politiche conservatrici. Tra le sue affermazioni più controverse, un post che paragonava il trattamento dei conservatori negli Stati Uniti a quello degli ebrei nella Germania nazista. L’attrice ha anche criticato le misure anti-COVID e suggerito l’esistenza di frodi elettorali nel 2020.
parte 2: I termini dell’accordo non sono stati resi pubblici, ma entrambe le parti hanno rilasciato dichiarazioni concilianti. La Carano ha definito l’intesa “il miglior risultato per tutti”. Lucasfilm, dal canto suo, ha riconosciuto il contributo professionale dell’attrice e ha lasciato aperta la possibilità di future collaborazioni.
parte 3: la Carano ha dichiarato di voler continuare la sua carriera artistica, mentre il caso resta emblematico delle tensioni tra Hollywood e le opinioni politiche non allineate.
parte 4: io non sono d'accordo con ciò che Gina Carano ha scritto nei post incriminati. Non per questo le deve essere impedito di lavorare. Una onesta professionista (nonché persona definita da tutti come adorabile, pure da Pedro Pascal, suo collega in The Mandalorean, che ideologicamente si trova all'opposto) non può e non deve essere messa all'indice per reato d'opinione. Il caso, per fortuna, è finito bene. Go, Gina, go!
articolo: intro, parte 1, parte 2, parte 3, parte 4.
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